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Il rapporto spiagge in Toscana: aumentano i fenomeni meteorologici estremi e il caos concessioni

Erosione: Mappate le spiagge di Follonica e Marina di Campo. Buone pratiche: le dune di Posidonia a Cecina
 |  Crisi climatica e adattamento

Il “Rapporto Spiagge 2024. Gli impatti di erosione ed eventi meteo estremi nelle aree costiere italiane pubblicato oggi dall’Osservatorio Città Clima di Legambiente presenta alcune delle (poche) buone pratiche per la salvaguardia delle coste italiane e tra queste c’è anche quello delle dune di Posidonia contro l’erosione costiera in atto a Cecina (LI). Ecco cosa si legga nel rapporto del Cigno Verde:,

Il Comune di Cecina ha avviato, a maggio 2023, un intervento contro l’erosione costiera tra il porto e lo stabilimento balneare Verde Riviera che si basa sulla creazione, in funzione anti-erosiva, di dune di posidonia. L’obiettivo è quello di proteggere sia l’arenile e le attività presente lunghi la costa, sia la riserva naturale biogenetica dei Tomboli di Cecina.

Le dune sono costituite dal materiale vegetale spiaggiato, che contribuisce con un’elevata quantità di nutrienti allo sviluppo dell’ecosistema costiero e rinforza gli arenili contro i danni da mareggiate. Il tutto ad un costo, 80mila euro, molto limitato rispetto ad interventi invasivi e con opere rigide. Il progetto è stato molto apprezzato anche tra gli esercenti balneari visti i risultati sul territorio e ha visto l’approvazione della sua replicazione per il 2024.

Verrà così ripristinato il camminamento contenuto a mare da una scogliera tramite la formazione di una duna di ampiezza pari a 4 metri (e alta 2 metri) e lunga circa 500 metri. Per il litorale a nord del bagno Spot-one, verrà ricostruita una duna di lunghezza pari a 150 metri in grado di proteggere la zona retrostante, inclusa la strada delle Gorette, particolarmente colpita durante le mareggiate più recenti.

Per quanto riguarda le concessioni del Demanio Marittimo, il Rapporto Spiagge ricorda le varie sentenze europee e nazionali disattese dal Governo italiano e che, salvo sporadici casi, in Toscana non sono state avviate le procedure di gara ma nemmeno previste proroghe o rinvii. Invece sono state prorogate di un anno le concessioni nei Comuni di Viareggio e Marina di Pietrasanta. Intanto sono riprese le proteste del Comitato Mare Libero, che dal 2019 si batte contro la privatizzazione delle spiagge, con alcuni attivisti che sono entrati al Twiga di Marina di Pietrasanta, in mezzo alle tende dello stabilimento balneare hanno piazzato i loro ombrelloni e asciugamani, sottolineando che le concessioni demaniali marittime sono scadute. «Il tutto avviene  - conclude Legambiente - quando, specialmente in luoghi particolarmente di pregio, i prezzi applicati dagli stabilimenti permettono ricavi enormi, a maggior ragione che per il 2024 è stata fissata una diminuzione del 4,5% del canone annuale per le concessioni demaniali marittime, ossia 3.225,50 euro (Decreto 389 del 18 dicembre 2023)».

In Toscana, nel periodo 2010 – 2024, gli  eventi meteo-idro costieri nelle sono stati 54. Tra i Comuni costieri italiani più colpiti da eventi estremi c’è anche Livorno, con 9 casi, dovuti soprattutto ad allagamenti da piogge intense.

Le aree costiere toscane colpite da erosione nel periodo 2006 -2019 sono il 13,8%.

Per quanto riguarda le aree vulnerabili all’innalzamento del livello del mare, l’enea ha completato le mappe Follonica-Piombino e Marina Di Campo in Toscana, per la seconda fase  di valutazione delle categorie di beni più esposte alle inondazioni (aree coltivate, urbanizzate, boschive e forestali). Il livello di approfondimento è variabile e in un primo quadro conoscitivo può essere considerata la classificazione del Corine Landcover/Land Use (LC/LU; che ha 5 diversi livelli di dettaglio). La terza fase consiste nei rilievi sul campo che, attraverso misure puntuali, campionamenti, datazioni e rilievi topografici e geologici di dettaglio consentono di migliorare la qualità dei dati e dei modelli digitali della superficie terrestre. Con questi approfondimenti, è anche possibile determinare il contributo di singole componenti che contribuiscono agli scenari indicati nelle mappe di inondazione. I satelliti, misurando lo spostamento complessivo della superficie terrestre nel tempo, non possono infatti attribuirlo a specifici processi geologici come ad esempio tettonica, subsidenza, carico e compattazione dei sedimenti litosferici, aggiustamento glaciale e variazioni delle falde acquifere conseguenti allo sfruttamento delle risorse idriche. Per questa ultima fase, infatti, tempi e costi di realizzazione sono ovviamente diversi e può essere considerata anche l’influenza di processi meteo-marini a diversa scala temporale come ad esempio maree, mareggiate e altri fenomeni che, con i cambiamenti climatici, si stanno verificando con diversa frequenza e recrudescenza.

Redazione Greenreport

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