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La Germania verso una piccola Grosse Koalition tra democristiani e socialdemocratici

AFD supera il 20%, ma la diga antifascista regge e a sinistra c’è la sorpresa ecosocialista di Die Linke
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Secondo le ultime proiezioni delle combattutissime, importantissime e partecipatissime elezioni federali tedesche, né i liberali del Freie Demokratische Partei (FDP) che hanno fatto fallire il governo semaforo con socialdemocratici e verdi, né la sinistra nazional-populista di Bündnis Sahra Wagenknecht – Vernunft und Gerechtigkeit (BSW) avrebbero raggiunto la soglia del 5% che consente di entrare ne Bundestag, quindi, per il risultato della complicata legge elettorale tedesca, i vincenti dell’Unionsparteien democristiana (28,5%) della Christlich Demokratische Union Deutschlands e Christlich-soziale Union (CDU-CSU) e i perdenti (16,5%, peggior risultato di sempre) del Sozialdemokratische Partei Deutschlands (SPD) hanno i numeri per fare un governo di Grosse Kolition nero-rosso - la più piccola Grosse Koalition che abbia mai governato la Germania - e l’estrema destra di Alternative für Deutschland, pur arrivando al 20,8% e diventando primo partito in quasi tutta la Germania Est ex comunista, resterà fuori dal governo e arginata in Parlamento da un cordone sanitario anti-nazifascista che vede anche ben presenti i Grünen (11,6%) che hanno perso molto meno di quel che pronosticavano i sondaggi e si auguravano CDU-CSU e destra, e che si sono subito proposti per un’alleanza Kenya con democristiani e socialdemocratici (che probabilmente non ci sarà).

Da questo generale spostamento a destra emerge a sinistra la sorpresa di Die Linke, il partito di sinistra erede del comunismo della DDR e che è ancora molto forte in Germania est, che era dato per spacciato al 3% all’inizio della campagna elettorale e che invece, con una intelligente, moderna e radicale campagna anti-nazista ed eco-socialista è riuscita a intercettare i voti in uscita a sinistra di socialdemocratici e verdi e a raggiungere un prima impensabile 8,8%, diventando il Partito più votato dai giovani (27%) e il primo partito nella capitale Berlino (sopra il 20%).

Come spiegava alla vigilia delle elezioni sulla sua pagina Facebook Fausto Tomei, dell’Osservatorio Clima ARPAE Emilia-Romagna ed esponente di Alleanza Verdi Sinistra, «lo storico partito post comunista tedesco sta compiendo, come era giusto e necessario, la sua transizione verso l'ecosocialismo, come già si era notato alle elezioni europee con candidature quali Carola Rackete. La giustizia climatica affianca la giustizia sociale nella ideologia del partito. La scissione rossobruna di Sahra Wagenknecht, dopo il colpo iniziale, ha fatto benissimo al partito, ripulendolo dalle fetide scorie populiste, che sono già sotto soglia e presto faranno la fine dei nostri Marco Rizzo. Linke e Verdi, sommati, valgono più del 20% di AfD. Solo la attuale debolezza di SPD impedisce di avere una maggioranza ecosocialista nel bundestag».

E per la CDU-CSU, pur con un alleato sconfitto e moderato come la SPD, sarà improbabile applicare il programma fossile dell’estrema destra che tanto piaceva anche ai democristiani bavaresi: negazionismo climatico, abbattimento delle pale eoliche, riapertura delle centrali a carbone e nucleari e costruzione di nuove. Un programma trumpiano basato sull’odio verso i verdi e che in Italia è stato subito ripreso nei commenti della destra. In televisione si è sentito un oscuro esponente della Lega ex nord dire che in Germania sarebbero stati sconfitti socialisti e verdi che governano l’Europa imponendo assurde politiche green, facendo finta di non sapere che la presidente riconfermata della Commissione europea che ha proposto e fatto approvare quelle politiche è Ursula von der Leyen, esponente della CDU vincente e che si appresta a governare con i socialdemocratici anche a Berlino come già fa a Bruxelles, mentre i Verdi non faranno parte né del governo Ue né di quello tedesco.

Come scrive ancora Tomei, questi italiani epigoni della AFD e di Trump, «Sanno benissimo che tanti guardano al mondo e alla politica con gli occhi foderati di prosciutto fossile. Alle leve classiche della paura, odio verso le diversità, competizione tra ultimi, crudeltà che tanto piace alla pancia, affiancano il nuovo mantra ideologico della destra mondiale: odio verso le politiche ambientali e disprezzo del destino del pianeta. Una sorta di escatologia distruttiva: libertà di terminare la vita sul pianeta, ma prima quella degli altri».

E l’inatteso successo di Die Linke nasce da una narrazione politica completamente diversa che è ben riassunta nell’appello al voto per la Sinistra: «Quel che tutti vogliono è la semplicità. Una bella casa. Un lavoro ben pagato che possa permetterci tutto ciò di cui abbiamo bisogno per vivere. Tempo libero per i nostri amici e bambini. Ma per molti di noi la vita è completamente fuori controllo. Facciamo tutti così tanto per questo Paese. Indipendentemente dal fatto che siamo nati qui oppure no. E tuttavia non sappiamo più come pagare l'affitto. Non c'è più tempo, né soldi, né energie per una bella vita. Dall'altra parte ci sono i ricchi e le aziende che diventano sempre più ricche. Perché Scholz & Co. hanno deluso la gente. Che si tratti di SPD, CDU o Verdi, prima delle elezioni ci promettono la luna. Dopo le elezioni, tutto ciò che gli interessa sono i loro ricchi sponsor, le loro carriere e loro stessi. Invece di fare le cose per bene, permettono ai ricchi di manipolare le regole per toglierci ciò che abbiamo guadagnato con il duro lavoro. Die Linke non prende parte a tutto questo. La sinistra continuerà a lottare per voi anche dopo le elezioni, starà al vostro fianco contro i ricchi e le multinazionali e convincerà gli altri partiti a perseguire politiche più sociali. Poiché tutti gli altri vogliono governare, noi vogliamo cambiare. Questo può essere ottenuto solo con una pressione da sinistra».

E’ così che in Germania la Linke è risorta prendendo i voti di socialdemocratici e verdi in uscita a sinistra, rintuzzando l’attacco settario della BSW, nata con l’obiettivo dichiarato di far scomparire una sinistra troppo ambientalista, e conquistando il cuore dei giovani anti-nazifascisti. La diga tedesca non è crollata e i rosso-verdi nel Bundestag hanno gli stessi parlamentari dei neonazisti che credevano di essere invincibili, e ai quali ora tocca guardare i loro possibili alleati della CDU-CSU governare nuovamente con gli odiati socialdemocratici.

Umberto Mazzantini

Scrive per greenreport.it, dove si occupa soprattutto di biodiversità e politica internazionale, e collabora con La Nuova Ecologia ed ElbaReport. Considerato uno dei maggiori esperti dell’ambiente dell’Arcipelago Toscano, è un punto di riferimento per i media per quanto riguarda la natura e le vicende delle isole toscane. E’ responsabile nazionale Isole Minori di Legambiente e responsabile Mare di Legambiente Toscana. Ex sommozzatore professionista ed ex boscaiolo, ha più volte ricoperto la carica di consigliere e componente della giunta esecutiva del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano.