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Greenreport si stringe con commozione all'associazione ambientalista e alla famiglia

Ci ha lasciati a 90 anni Fulco Pratesi, fondatore del Wwf Italia e tra i padri nobili dell'ambientalismo italiano

Il suo lascito: «Se considereremo la natura e il nostro Pianeta come un posto da conquistare e dominare, allora sarà la nostra fine»
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«Addio al grande Fulco Pratesi, architetto urbanista, storico fondatore del Wwf Italia e primo strenuo difensore della Natura e dei Parchi italiani, tra i padri del movimento ecologista, promotore di battaglie contro inquinamenti e a difesa degli animali e ambienti naturali».

Con queste parole il direttore editoriale di greenreport.it, Erasmo D’Angelis, esprime il cordoglio di tutta la redazione per l’estremo saluto a Pratesi, che ci ha lasciati nella notte in un una clinica romana. Solo cinque mesi fa aveva tagliato il traguardo dei 90 anni, festeggiati con amore da tutto il mondo ambientalista e non solo.

Fulco Pratesi è stato la guida per un’intera generazione di naturalisti, e anche nella sua ultima videointervista (che riportiamo in pagina con una clip, ndr) ha ribadito il suo motto: «Conoscere, amare e difendere la natura. Queste tre semplici regole ci aiuteranno a vivere in armonia».

Greenreport insieme al Wwf piange oggi la scomparsa del padre fondatore del Panda nazionale, e si stringe con commozione alla famiglia Pratesi: i figli Isabella, Carlo Alberto, Francesco e Olympia e tutti i suoi nipoti. La moglie Fabrizia - il loro un sodalizio lunghissimo iniziato oltre 70 anni fa - si era spenta meno di 5 mesi fa, il 4 ottobre 2024: lascia 4 figli e 6 nipoti. Anche il suo inseparabile cagnolino, Robin, 14 anni, se ne è andato nei giorni scorsi, pochi giorni dopo il ricovero di Fulco.

«Ho conosciuto Fulco Pratesi nei primi anni ‘70 del secolo scorso – ricorda oggi Luciano Di Tizio, presidente del Wwf italiano – quando era impegnato nella “Operazione San Francesco” per la salvezza del lupo, allora sull’orlo dell’estinzione. Un incontro dal quale è nata una, direi, “complicità” legata al comune sentire e agli analoghi interessi. Negli anni ci siamo poi sentiti e incontrati decine di volte e in ogni occasione ho avuto qualcosa da imparare da lui, promotore e artefice di una vera e propria rivoluzione culturale. Amava profondamente la sua famiglia e amava d’un amore profondo la natura e il Wwf, “il mio quinto figlio”, come lui stesso ci ha definiti. La sua azione, personale e attraverso l'associazione del Panda, è stata fondamentale per la tutela della natura in Italia. Oggi sento, insieme a tutto il popolo del Wwf, un vuoto immenso: abbiamo perso un padre e una insostituibile fonte di saggezza. Lo salutiamo commossi e infinitamente tristi, ma anche con una certezza: il Wwf continuerà ogni giorno a onorare la sua memoria, perseguendo con convinzione i suoi stessi ideali. Fulco sarà sempre con noi».

«Se il Wwf tutto è in qualche modo figlio di Fulco, e se oggi abbiamo tutti perso una colonna fondante della nostra famiglia, per alcuni tra cui me – aggiunge Alessandra Prampolini, dg del Wwf nazionale – Fulco è parte delle memorie dell’infanzia più antica, con la sua firma elegante in calce alle lettere che ci facevano sognare raccontando di animali e luoghi meravigliosi e con il tratto inconfondibile dei suoi disegni. È una di quelle persone per le quali può essere usato senza timore l’aggettivo “irripetibile”. Appassionato, straordinario conoscitore di piante e animali, che osservava e disegnava con attenzione maniacale, è stato un grande trascinatore. Il suo entusiasmo, le sue intuizioni, fin dalla fine degli anni ‘60 hanno portato prima alla nascita del Wwf, poi ai risultati tangibili come la protezione di lupo, orso e altre specie ritenute, prima di lui “nocive”, alla limitazione della caccia. È stato il creatore del movimento ecologista italiano per come lo conosciamo e l’inventore della cosiddetta “ecologia domestica”, indispensabile per comprendere come ogni nostro piccolo gesto possa far bene al pianeta. Lo salutiamo con un grandissimo senso di gratitudine, e certi che il mondo migliore per cui ha lavorato tutta la vita sia un passo più vicino grazie a lui e alle persone che ha saputo far innamorare della natura. Noi del Wwf siamo in un certo senso tutti figli suoi, e oggi è come se avessimo perso la colonna fondante della nostra famiglia».

Fulco Pratesi, nato a Roma nel 1934 e sfollato nella prima infanzia con la famiglia nella proprietà di campagna nel viterbese, è entrato presto a contatto con la natura. Fin da piccolissimo s’innamorò degli animali e del disegno. Dopo un’infatuazione giovanile per la caccia, convertì il suo interesse per la natura e gli animali nella conservazione. La sua seconda vita iniziò nel 1963, nelle foreste dell’Anatolia, in Turchia, dove si era recato a caccia. Gli si parò di fronte un’orsa con tre piccoli. Fu un incontro “folgorante” come lui stesso lo ha definito tante volte. Un incontro che gli fece cambiare totalmente prospettiva. Tornato in Italia, vendette il fucile e acquistò una macchina fotografica. Presto, si convertì all’amore incondizionato per tutte le forme viventi e decise di impegnarsi per la conservazione, tanto da abbandonare la professione di architetto. Saputo della nascita del World Wildlife fund in Svizzera, li contattò per far nascere la sezione italiana. «Ma dovrà trovare lei i soldi necessari al progetto», fu la risposta. Con famiglia e già 4 figli, non era facile. Riuniti alcuni amici illuminati nel suo studio di architetto, nacque nel 1966 il Wwf Italia, con pochi soldi e tanto entusiasmo. Entusiasmo che è rimasto sempre stato il suo tratto distintivo fino agli ultimi giorni della sua vita. Seppe fare quello che solo i grandi sanno fare: trasformare un sogno per pochi (la protezione della natura in Italia, la tutela di animali allora braccati come lupi e orsi) in una realtà consolidata. Con un vero e proprio atto di coraggio, con pochi soldi in cassa (i primi soci si erano autotassati), la prima azione del neonato Wwf Italia fu quella di acquisire i diritti di caccia della laguna di Burano, dando il via alla nascita dell’Oasi di protezione e del “modello Oasi”, che contraddistingue il Wwf Italia dagli altri Wwf nel mondo. Oggi le aree gestite o di proprietà sono oltre 100 e proteggono circa 27.000 ettari di natura.

Fondamentale è stato anche il suo contributo alla nascita del sistema dei Parchi nazionali, attraverso studi, piani e la spinta all’approvazione della legge quadro sulle aree protette del 1991. Sempre, gettando il cuore oltre l’ostacolo: come quando, nel 1985, l’Associazione raccolse oltre 600 milioni di lire – con un vero e proprio crowdfunding ante litteram - per l’acquisto dell’area di Monte Arcosu, con l’obiettivo di salvare il cervo sardo dal bracconaggio e dall’estinzione. La sua vita racconta la storia della nostra Associazione. Proverbiali le sue battaglie contro la caccia (per impedire ai cacciatori di entrare nei fondi privati), che lo portarono a ricevere insulti e minacce. Ma anche per la salvaguardia delle creature marine, dai cetacei alla foca monaca, dalle reti spadare. Aveva una grande passione per i piccoli uccelli e per gli ambienti di palude, considerati malsani dai più e invece visti da Fulco, giustamente, come ecosistemi ricchissimi di biodiversità. Da tutelare. In natura passava ore a osservare gli uccelli e a comporre i primi schizzi per i suoi acquerelli.

«Se considereremo la natura e il nostro Pianeta come un posto da conquistare e dominare, allora sarà la nostra fine», ha ripetuto nell’ultima intervista.

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.