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Oxfam: «La legge Calderoli ha messo ulteriormente a repentaglio l’uguaglianza dei cittadini nella fruizione dei servizi pubblici»

Inammissibile il referendum sull'autonomia differenziata, ma la legge dovrà cambiare lo stesso

È stata la stessa Corte costituzionale a mettere in evidenza sette punti illegittimi, la premier Meloni annuncia una legge per le modifiche
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La decisione dalla Corte Costituzionale di dichiarare l’inammissibilità del referendum sull’autonomia differenziata, arrivata ieri, torna ad alzare l’attenzione su una legge che rappresenta un ulteriore elemento di forte preoccupazione e sconcerto in ampi strati sociali del Paese, ponendosi in netta antitesi ad un’azione di contrasto alle disuguaglianze e alla tutela della natura – tant’è che nel comitato promotore per il referendum spicca anche il Wwf.

In attesa che la sentenza venga depositata, la Corte comunica che l’oggetto e la finalità del quesito referendario «non risultano chiari. Ciò pregiudica la possibilità di una scelta consapevole da parte dell’elettore. Il referendum verrebbe ad avere una portata che ne altera la funzione, risolvendosi in una scelta sull’autonomia differenziata, come tale, e in definitiva sull’art. 116, terzo comma, della Costituzione; il che non può essere oggetto di referendum abrogativo, ma solo eventualmente di una revisione costituzionale».

Ma in ogni caso la legge sull’autonomia differenziata è destinata a cambiare, come confermato anche ieri dalla premier Meloni, perché sempre la Corte costituzionale – sul finire del 2024 – ha messo in luce sette punti illegittimi su cui adesso è chiamato a intervenire il Parlamento, col concreto rischio di forti fibrillazioni anche tra le forze di maggioranza.

«Il regionalismo competitivo cui è improntata la legge Calderoli, invalidato alla radice dalla Corte Costituzionale – commenta nel merito l’ong Oxfam – ha messo ulteriormente a repentaglio l’uguaglianza dei cittadini che già oggi scontano gravi divari nella disponibilità e nella fruizione di servizi pubblici, marcatamente differenziati a seconda del territorio di residenza. In contrasto con l’idea di un regionalismo solidale, le scelte del Governo rischiano di trasferire, senza valide motivazioni, alle Regioni a statuto ordinario molteplici competenze esclusive su temi fondamentali delle politiche pubbliche e prefigurano un passaggio dal bilancio dello Stato a quello delle Regioni di una porzione consistente della spesa pubblica con un incentivo all’utilizzo poco efficiente e trasparente delle risorse».

Redazione Greenreport

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