Nicaragua: i nuovi cambiamenti alla Costituzione avranno conseguenze disastrose sui diritti umani
L’Asamblea Nacional del Nicaragua ha approvato in prima lettura una nuova riforma parziale della Costituzione, la 12esima da quando Manuel Ortega è ritornato alla presidenza nel 2007 e ha imposto un regime autoritario, che si professa socialista, cristiano e rivoluzionario ma che vede l’opposizione anche di molti militanti di sinistra che hanno abbandonato il Frente Sandinista de Liberación Nacional (FSLN) e della Chiesa cattolica.
Nella roboante dichiarazione dell’Asamblea Nacional dominata dal FSNL orteghista si legge: «Rispettando le linee guida della Presidenza della Repubblica, del Comandante Daniel Ortega e della compagna Rosario Murillo, continuiamo a rafforzare il quadro giuridico del nostro Paese approvando all'unanimità nella Prima Legislatura l'Iniziativa Legge di Riforma Parziale della Costituzione Politica della Repubblica del Nicaragua , che modernizza e aggiorna lo Stato Rivoluzionario per continuare a rafforzare la lotta contro la povertà e garantire nuovi tempi di sicurezza, prosperità e pace con benessere. Questa riforma costituzionale che riafferma l’Indipendenza, la sovranità e l’autodeterminazione del nostro Nicaragua, risponde al Potere Sovrano esercitato dal Popolo Presidenziale, inizio e fine della gestione del Governo Sandinista per il Bene Comune».
Grupo de Expertos en Derechos Humanos sobre Nicaragua dell’Onu ha espresso «Profonda preoccupazione per un radicale emendamento alla Costituzione del Paese, approvato la scorsa settimana, che garantisce al governo del presidente Daniel Ortega un potere virtualmente illimitato sulla popolazione della nazione. L'emendamento, approvato dall'Assemblea Nazionale il 22 novembre, estende il mandato presidenziale da 5 a 6 anni, eleva il ruolo della Vicepresidenza – attualmente occupato dalla moglie di Ortega – a quello di “Co-Presidente”, ed elimina il divieto costituzionale di censurare la stampa. Stabilisce inoltre che tutti i diritti fondamentali possono essere sospesi durante lo stato di emergenza e abbassa la soglia che consente l'intervento dell'esercito nelle azioni di polizia interna, che ora possono essere richieste dal Governo ogni volta che la “stabilità” dello Stato lo richiede».
Ma il presidente dell’Asamblea Nacional del Nicaragua, Gustavo Porras ha ribattuto che «E’ necessario costituzionalizzare anche la Polizia Volontaria, perché dobbiamo dare pieno valore giuridico all'elemento di difesa del nostro Paese, dell'ordine interno come la Polizia. La Polizia Volontaria è l’espressione del popolo nicaraguense e bisognava rafforzarla. Perché qui finché ci sarà l’imperialismo, finché ci saranno nemici dei progetti che cercano di migliorare la vita delle persone, ci saranno tentativi criminali e omicidi e quindi la necessità di difendere la gente».
Tutti sanno che questo si trasformerà nella legalizzazione delle bande armate fedeli a Ortega che hanno represso con la violenza le manifestazioni democratiche contro il regime.
Il presidente del gruppo di esperti dell’Onu, Jan-Michael Simon, ha dichiarato che «Con questa riforma – la dodicesima da quando Daniel Ortega è tornato alla presidenza nel 2007 – l'attuale governo sembra mirare a legalizzare e consolidare il suo controllo sul potere senza restrizioni. Adottando un linguaggio impreciso, questa riforma sembra cercare di formalizzare la dissoluzione di fatto della separazione, dell’indipendenza, dell’equilibrio cooperativo e del controllo reciproco tra i diversi poteri dello Stato. Il nuovo testo non si riferisce più esplicitamente a 'poteri', ma semplicemente a 'organi', e precisa che questi saranno 'coordinati' dalla Presidenza».
Il Gruppo di esperti ha invitato la comunità internazionale a «Sollecitare il governo del Nicaragua a ripristinare immediatamente la separazione dei poteri e gli altri principi democratici e a rispettare i suoi obblighi internazionali» e ha hanno messo in guardia sulle «Conseguenze terribili e di vasta portata del cambiamento costituzionale per i diritti fondamentali del popolo nicaraguense».
Simon accusa: «Dopo aver praticamente eradicato il giornalismo indipendente in Nicaragua, il governo ha ora eliminato il divieto costituzionale di censurare i media. Non meno importante è l’eliminazione del rispetto della dignità della persona umana come principio della nazione, mettendo il Nicaragua in contraddizione con il consenso globale che considera la dignità come pietra angolare dell’ordine internazionale basato sui diritti umani».
Ma il presidente dell’Asamblea Nacional Porras, presenta la riforma costituzionale come qualcosa che permetterà di dare forza e solidità alle istituzioni governative, alla Costituzione e alle altre leggi che sono già saldamente nelle mani del regime nazional-socialista-dinastico degli Ortega e presenta come idilliaca una situazione di continua repressione e di esilio per i dissidenti, anche per i militanti stirici del FSNL: «Mentre il mondo attraversa momenti particolari e difficili e si parla di guerra, in Nicaragua noi insistiamo in ogni momento a parlare di pace, unità, fratellanza e fraternità; e la Comisión Especial (Per pronunciarsi sull’Iniciativa de Ley de Reforma) è stata caratterizzata dall’unità tra le forze politiche rappresentate in questa Assemblea Nazionale che hanno esaminato e discusso l’Iniziativa in un clima di fraternità. Naturalmente per sconfiggere la povertà abbiamo bisogno di pace e pace significa non ingerenza straniera, pace significa sovranità, pace significa sicurezza, pace significa unità dei nicaraguensi indipendentemente dal partito politico. Pace significa rispetto della Costituzione politica del Nicaragua», che però è stata appena cambiata per modellarla ai desideri della coppia presidenziale.
E Porras, in un Paese dove è impossibile manifestare contro il governo, dove gli ambientalisti e i difensori del diritto alla terra vengono perseguitati ed esiliati, ha presentato tutto come un processi democratico di quello che starebbe diventando un “Estado Revolucionario y Evolucionario”: «Garantire la pace, darci sicurezza e rispondere all’unico che ha il potere, e così lo leggeremo in questa riforma: il potere è detenuto dal popolo del Nicaragua, il potere sovrano appartiene al popolo e si esercita attraverso democrazia diretta».
In realtà si tratta di una modifica dall’alto che cambia più di 100 articoli della Magna Carta nicaraguense e che crea anche un corpo ausiliario di “polizia volontaria” composto da cittadini nicaraguensi a supporto della Polizia nazionale, e aggiunge la bandiera rosso-nera del FSNL, il movimento rivoluzionario che rovesciò la dittatura fascista di Anastasio Somoza nel 1979 e al quale apparteneva Daniel Ortega.
Quando un giornalista di 15 Minutos del Canal 13 de Televisión ha chiesto a Porras perché la bandiera di un partito politico sia stata dichiarata simbolo nazionale, ha risposto che «Era la bandiera del nostro eroe nazionale, il generale Augusto C. Sandino, la bandiera della rivoluzione popolare sandinista, Quella bandiera Bandera Roja y Negra è quella che ha riscattato la Bandera Azul y Blanco che era stata calpestata dagli Yankees . Quella bandiera rappresenta tutti i nicaraguensi perché siamo in una Patria rivoluzionaria».
E per quanto riguarda la fine del giornalismo indipendente, il presidente dell’ Asamblea Nacional ha minimizzato: «La Magna Carta stabilisce che i media non dovrebbero essere soggetti a interessi stranieri, né diffondere notizie false che violino i diritti delle persone. Non possiamo permettere che un mezzo di informazione venga a subordinarsi agli interessi stranieri. Siamo un popolo che lotta contro l’intervento straniero e l’intervento può avvenire in molte forme, in molte espressioni e una di queste in questi tempi può avvenire attraverso i mezzi di comunicazione. Il popolo controllerà i media, perché siamo un Paese di democrazia diretta. Ciò non significa che ci siano media che hanno una visione diversa, ma non è la stessa cosa che i nicaraguensi discutono di visioni diverse. Ma se questi media cominciano a violare la Costituzione, le leggi, ma si dimostra anche che sono al servizio di interessi stranieri, ricevono finanziamenti, ovviamente non è una discussione sana tra nicaraguensi».
E ha concluso chiarendo bene in cosa può trasformarsi la “democrazia diretta” nelle mani di un populismo familista autoritario mascherato da socialismo e che fa della retorica nazionalista la sua base ideologica: «Dobbiamo sigillare il modello di difesa della nostra Indipendenza e Sovranità. Dobbiamo ricordare tutti i trionfi che il nostro Paese, il nostro Governo, il nostro Comandante Daniel e la Compagna Rosario hanno ottenuto a livello internazionale (…) Questa Magna Carta riafferma e cerca di salvare l’unità dell’America Centrale, l’unità della nostra America Caraibica, che erano i sogni del nostro Generale Augusto C. Sandino e del Generale Simón Bolívar. lA posizione del Nicaragua nel mondo è stabilita, come insegnano il comandante Daniel e la compagna Rosario Murillo: “Lottiamo per un mondo multipolare, un mondo diverso dove i paesi, grandi e piccoli, si rispettano, tutti ci rispettiamo”. In Nicaragua le cosiddette sanzioni degli imperialisti non sono valide, non ne siamo a conoscenza. Non dobbiamo accettare le sanzioni su istituzioni, persone o funzionari che gli imperialisti impongono come meccanismi di pressione per renderti subordinato. In modo tale che la nostra Costituzione chiarisca che il Paese mantiene il diritto e le misure necessarie per difendere la pace e i nicaraguensi. Questo è davvero un giorno molto speciale, di gioia, che segna per noi una strada. Sappiamo tutti che abbiamo lavorato in una lotta tenace contro la povertà, abbiamo lavorato per cercare la sicurezza, la pace, il benessere per il popolo nicaraguense e abbiamo fatto progressi in tutti questi processi legali, riformando le leggi, cercando di stabilire un modello che sta dando risultati nel nostro Paese».
E’ il mondo alla rovescia dei dittatori, che un po’ ci credono in quel che si raccontano, ma che soprattutto vogliono far credere al loro popolo che tutto va bene, nonostante l’evidenza.