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Haiti nelle mani delle gang: 700.000 sfollati, la metà sono bambini

Il fallimento di ogni forma di governo e della comunità internazionale nel cortile di casa degli Stati Uniti d’America
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Il rapporto “Displacement situation in Haiti – Round 8” pubblicato dall’International Organization for Migration (IOM), evidenzia che tra il 1° agosto e il 4 settembre 2024 ad Haiti c’erano 702.973 sfollati interni, quasi il 22% in più rispetto al settimo controllo di questo tipo. La metà degli sfollati sono bambini.  .

La causa principale di questo aumento di profughi interni sono gli attacchi armati nel comune di Gressier, nel Dèpartment Ouest, fuori dalla Zone Métropolitaine de Port-au-Prince  (ZMPP - Metropolitan Area of Port-au-Prince  MAPAP), un comune che è stato quasi svuotato della sua popolazione dopo gli attacchi delle gang e che è diventato il secondo comune di origine degli sfollati interni ad Haiti, nel precedente rapporto 7° Round Gressier era in quinta posizione per origine degli sfollati.

Il rapporto evidenzia che «Nella MAPAP è stata osservata una leggera diminuzione (6%) del numero di sfollati interni, che riflette il proseguimento degli spostamenti dalla capitale alle province, ma in proporzioni minori rispetto al periodo marzo-aprile 2024. Sono stati osservati anche i ritorni di alcuni sfollati interni, in particolare in alcuni quartieri del comune di Cité Soleil».  Attualmente il MAPAP ospita il 25% degli sfollati interni del Paese, rispetto a quasi un terzo (32%) del Round 7.

Sono le provincie quindi ad ospitare il 75% degli sfollati interni di Haiti. In particolare, il Grand Sud (dipartimenti del Sud, Grande'Anse, Sud-Est e Nippes) che ospita ben il 45% degli sfollati interni: il 45% degli sfollati interni.

Il Départment Ouest, in particolare la MAPAP, è  il luogo di provenienza della stragrande maggioranza degli sfollati interni in tutti i dipartimenti di Haiti. L'unica eccezione è Artibonite, dove il 56% degli sfollati interni è fuggito da aree dello stesso dipartimento.

A livello nazionale, la maggior parte degli sfollati interni, l’83% è ospitata in famiglie ospitanti/fuori dai luoghi di origine,  solo il 17% è rimasto sfollato nel luogo di origine. Tuttavia, nella MAPAP il 63%  degli sfollati sfollati interni risiede nei siti di origine, mentre il 37% è fuggito ed è stato accolto da famiglie ospitanti/fuori dai siti. Nelle province è vero il contrario: IL 98% in famiglie ospitanti/fuori dai siti contro il 2% nei siti. E' la solidarietà tra i più poveri dei poveri, gli haitiani che Donald Trump usa come feticcio elettorale accusandoli di mangiare i cani e i gatti degli americani bianchi.  

Grégoire Goodstein, responsabile dell'IOM ad Haiti, ha detto che «Il forte aumento degli sfollati sottolinea l'urgente necessità di una risposta umanitaria sostenuta. Chiediamo alla comunità internazionale di intensificare il suo supporto alle popolazioni sfollate di Haiti e alle comunità ospitanti che continuano a mostrare una notevole resilienza di fronte a queste sfide».

Sono stati identificati 65.535 ritorni di ex sfollati, in particolare nel comune di Cité Soleil, noto per gli scontri mortali tra gang rivali, dove è stato osservato un aumento del 151% del numero di ritorni dei profughi. Ma l’IOM fa notare che «Per il momento questi rimpatri rimangono molto fragili e non sono sostenibili, in particolare nella MAPAP. Infatti, i rimpatriati vengono spesso nuovamente sfollati a seguito di nuovi attacchi nella loro area di ritorno: nella MAPAP, il 52% degli sfollati è già stato sfollato più di una volta e questi molteplici spostamenti includono nuovi spostamenti dopo il ritorno a casa».

Le comunità ospitanti continuano a sopportare il peso di questa crisi, la pressione sulle risorse è immensa, con la maggior parte delle famiglie ospitanti che segnala notevoli difficoltà, tra cui carenze alimentari, strutture sanitarie sovraccariche e mancanza di forniture essenziali nei mercati locali.

Anche le infrastrutture e i servizi locali, in particolare nelle province, sono sottoposti a notevoli pressioni: tra i bisogni più urgenti rientrano l'insicurezza alimentare, un alloggio adeguato e l'accesso all'assistenza sanitaria e all'istruzione.

Mentre ad Haiti, dove ogni forma di governo sembra essersi dissolta e la comunità internazionale segna un vergognoso fallimento nel cortile di casa degli Stati Uniti d’America, aumentano le esigenze umanitarie, sebbene l'accesso per i team di soccorso rimanga difficoltoso e pericoloso e in alcune delle aree inaccessibili, tra cui la maggior parte dell'area metropolitana di Port-au-Prince, l'OIM sta collaborando con i partner per garantire che l'assistenza umanitaria tanto necessaria raggiunga comunque gli sfollati.

l'IOM continua a fornire assistenza fondamentale alle persone sfollate e alle comunità ospitanti e ha ribadito che «Continuerà a lavorare a fianco del governo di Haiti e dei partner internazionali per fornire assistenza salvavita e trovare soluzioni a lungo termine per gli sfollati. E’ fondamentale che gli sforzi per ripristinare la stabilità e la sicurezza in tutto il Paese continuino, insieme agli aiuti umanitari per alleviare le sofferenze immediate».

Umberto Mazzantini

Scrive per greenreport.it, dove si occupa soprattutto di biodiversità e politica internazionale, e collabora con La Nuova Ecologia ed ElbaReport. Considerato uno dei maggiori esperti dell’ambiente dell’Arcipelago Toscano, è un punto di riferimento per i media per quanto riguarda la natura e le vicende delle isole toscane. E’ responsabile nazionale Isole Minori di Legambiente e responsabile Mare di Legambiente Toscana. Ex sommozzatore professionista ed ex boscaiolo, ha più volte ricoperto la carica di consigliere e componente della giunta esecutiva del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano.