Skip to main content

In Nicaragua si aggrava ancora la crisi dei diritti umani. Colpiti ambientalisti e difensori delle terre indigene

Il regime di Ortega perseguita chiunque si opponga o critichi il presidente e sua moglie
 |  Approfondimenti

Secondo il rapporto “Situación de los derechos humanos en Nicaragua* pubblicato dall’ United Nations High Commissioner for Human Rights (UNHCHR), «La situazione dei diritti umani in Nicaragua è gravemente peggiorata rispetto allo scorso anno, con un aumento dei casi di detenzioni arbitrarie, intimidazioni contro gli oppositori, maltrattamenti in custodia e attacchi contro le popolazioni indigene», compreso chi difende l’ambiente.

Le violazioni dei diritti umani in Nicaragua sono in corso dal 2018, quando studenti universitari e altri attivisti della società civile hanno iniziato a protestare contro la nuova legge sulla previdenza sociale e a chiedere le dimissioni del presidente. Secondo esperti indipendenti di diritti umani, La violenta repressione delle forze di sicurezza dirette dal governo Ortega ha provocato numerosi morti e feriti, nonché gravi restrizioni alla libertà di espressione, di religione e di altri diritti, sotto  un sistema giudiziario “armato”.

Il rapporto precisa che «La persecuzione degli oppositori del governo o di coloro che sono percepiti come voci dissidenti si è progressivamente ampliata e intensificata. Le autorità continuano a perseguitare non solo coloro che esprimono opinioni dissenzienti, ma anche qualsiasi persona o organizzazione che agisca in modo indipendente o non direttamente sotto il loro controllo. Questo include i difensori dei diritti umani, i media indipendenti, le organizzazioni non governative e qualsiasi altra entità che sostiene il cambiamento sociale o politico senza la supervisione del governo».

La scorsa settimana il governo del presidente Daniel Ortega e della vicepresidente Rosario Murillo (moglie di Ortega) hanno proposto al Parlamento interamente controllato dal Frente Sandinista de Liberación Nacional, (FSLN)un disegno di legge che consentirebbe di perseguire persone all'estero per presunti crimini, tra cui riciclaggio di denaro, “terrorismo” e il suo finanziamento (tutti coloro che non sono d’accordo con gli Ortega, soprattutto gli ex sandinisti che lo criticano, sono considerati terroristi), nonché criminalità informatica, «Sollevando  - si legge nel report UNHCHR - nuove preoccupazioni sul fatto che leggi così ampie siano utilizzate anche per fare pressione e intimidire ancora più nicaraguensi esuli e stranieri per il legittimo esercizio del loro diritto alla libertà di espressione e di altri diritti».

Il rapporto si basa su 120 interviste, principalmente con vittime e testimoni di violazioni dei diritti umani, incontri con rappresentanti della società civile e della comunità internazionale, e sull'analisi di documenti governativi e di ONG. Copre un periodo di 12 mesi a partire dal 15 giugno 2023 e fornisce descrizioni dettagliate di casi di detenzione arbitraria, almeno due sparizioni forzate documentate, nonché violazioni dei diritti alla libertà di espressione, associazione e riunione.

Il rapporto indica che, «Secondo i rapporti della società civile, nel maggio 2024, 131 persone considerate oppositori erano sotto detenzione arbitraria, il che rappresenta un netto aumento rispetto alle 54 persone del giugno dello scorso anno» e fa alcuni esempi: «Nei mesi di giugno e luglio 2024 si sono verificati altri 10 arresti arbitrari. Nella città di Matagalpa, nell’ottobre 2023, le autorità hanno arrestato un uomo di 70 anni per aver criticato il governo in conversazioni informali. I suoi spostamenti sono rimasti nascosti per un mese, prima che fosse condannato a 7 anni di carcere per traffico di armi, in un processo che non gli garantiva il diritto a un giusto processo. Non si sa dove si trovi un accademico dal 20 novembre 2023, quando fu detenuto nella capitale Managua, dopo una pubblicazione sui social network in cui criticava il governo».

Il rapporto documenta anche 12 casi di tortura e maltrattamenti in detenzione. In particolare, 7 detenuti hanno riferito di aver subito stupri, abusi sessuali e scosse elettriche. Tre di loro hanno riferito di strangolamento dei testicoli, mentre tutti mostravano segni di disturbo da stress post-traumatico.

Inoltre, l’UNHCHR ha  continuato a ricevere segnalazioni di violenze commesse contro le popolazioni indigene e gli afrodiscendenti che difendono l’ambiente e il diritto alla terra nelle regioni autonome della costa caraibica, che documentano almeno due omicidi perpetrati da coloni che non appartengono a queste comunità e cercano di controllarne la popolazione. «Gli omicidi e altri attacchi violenti, compresa la violenza di genere, l’incendio deliberato di case e l’appropriazione illegale di terre e proprietà indigene, sono stati compiuti in un contesto di diffusa impunità», afferma il rapporto. Il tutto in nome di un  “socialismo cristiano”, antiabortista ma che perseguita i poveri e che vede la chiesa cattolica come sua nemica.

Secondo il rapporto, «La libertà religiosa in Nicaragua continua ad essere soggetta a indebite restrizioni. Tra ottobre 2023 e gennaio 2024, almeno 27 preti e seminaristi cattolici sono stati detenuti arbitrariamente. Un gruppo di 31 chierici è stato espulso dal Paese dopo essere stato detenuto per vari periodi. Le autorità hanno inoltre revocato la personalità giuridica a numerose organizzazioni religiose, nell'ambito di una tendenza più ampia di cancellazioni arbitrarie della personalità giuridica delle ONG. Durante il periodo in esame, sono state destituite più di 300 organizzazioni, tra cui alcune che difendevano i diritti delle donne. Nell’agosto 2024 sono state chiuse altre 1.700 organizzazioni, il colpo più duro inferto alla società civile, portando il numero totale di organizzazioni sciolte a oltre 5.000 dal 2018».

Volker Türk, capo dei diritti umani dell’Onu, ha commentato: «La multiforme crisi che colpisce il Nicaragua dal 2018 richiede un urgente cambio di rotta da parte del governo. E’ preoccupante vedere come lo spazio civico continui ad essere gravemente eroso in Nicaragua e come l’esercizio dei diritti civili e politici fondamentali stia diventando sempre più difficile. Le elezioni del 2026 offrono una nuova opportunità. E’ fondamentale che il diritto alla partecipazione politica sia pienamente rispettato affinché i nicaraguensi possano decidere in modo sicuro e libero il futuro del loro Paese».

Türk ha concluso esortando il governo familista degli Ortega e di quel che rimane della gloriosa guerriglia sandinista trasformatasi in regime autoritario a «Rilasciare immediatamente tutte le persone detenute arbitrariamente, a garantire processi equi e giusto per gli accusati e il ritorno sicuro e volontario per le persone in esilio. Chiedo la fine degli atti di tortura e dei maltrattamenti, di ritenere colpevoli i responsabili, la fine di tutte le forme di persecuzione e il ripristino della personalità giuridica di cui godevano in precedenza le organizzazioni della società civile e i partiti di opposizione».

Umberto Mazzantini

Scrive per greenreport.it, dove si occupa soprattutto di biodiversità e politica internazionale, e collabora con La Nuova Ecologia ed ElbaReport. Considerato uno dei maggiori esperti dell’ambiente dell’Arcipelago Toscano, è un punto di riferimento per i media per quanto riguarda la natura e le vicende delle isole toscane. E’ responsabile nazionale Isole Minori di Legambiente e responsabile Mare di Legambiente Toscana. Ex sommozzatore professionista ed ex boscaiolo, ha più volte ricoperto la carica di consigliere e componente della giunta esecutiva del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano.