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Il governo del Nicaragua mette al bando più di 1.500 Ong

Onu: grave impatto su libertà di associazione e di espressione, libertà di religione e difesa dei diritti umani
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Il 19 agosto Il governo del Nicaragua ha cancellato lo status giuridico di 1.500 organizzazioni senza scopo di lucro, tra le quali organizzazioni cattoliche, che difendono la diversità sessuale, ambientaliste, educative, sociali e perfino di militari in pensione del Frente Sandinista de Liberación Nacional (FSLN), il Partito del quale si è appropriato il presidente Manuel Ortega trasformandolo da forza progressista in strumento della dittatura.  Tra le entità colpite figurano club di scacchi, Rotary club,  associazioni di piccoli imprenditori, imprese rurali, pensionati e anche la Croce Rossa nicaraguense.

Dalle proteste di piazza dell’aprile 2018, il Nicaragua attraversa una crisi politica e sociale, che si è acuita con le elezioni del novembre 2021, nelle quali Ortega è stato rieletto per un quinto mandato – il quarto consecutivo – dopo aver fatto arrestare i suoi principali contendenti per poi esiliarli e privarli ella nazionalità e dei diritti politici, s accusandoli di essere golpisti e traditori del Paese.

Ortega ha ordinato il trasferimento dei beni delle ONG allo Stato. Si tratta della più grande chiusura di ONG ordinata dal regime dalle proteste dell’aprile 2018  e porta a oltre 5.200 le organizzazioni di questo tipo sciolte nel Paese centroamericano, ma è un provvedimento senza precedenti perché è la prima volta che 1.500 ONG vengono bandite in un unico atto e arriva tre giorni dopo che l'Esecutivo “sandinista” ha annunciato che riformerà il funzionamento delle ONG, che ora per realizzare i loro progetti in Nicaragua  dovranno formare "alleanze" con le istituzioni dello Stato.

La  vicepresidente nicaraguense, la moglie di Ortega Rosario Murillo, ha avvertito che «D'ora in poi, le ONG che operano in Nicaragua saranno governate da un nuovo modello operativo che chiameremo “alleanze associative"..

La ministra degli Interni, María Amelia Coronel, ha comunicato di aver chiuso le 1.500 ONG per inosservanza delle leggi che le regolano, poiché non hanno redatto i loro bilanci per periodi compresi tra 1 e 35 anni secondo le norme fiscali. periodi, con ripartizione dettagliata delle entrate e delle uscite, bilancio di verifica, dettaglio delle donazioni e relativi consigli di amministrazione».

I deputati sandinisti dell’ala rimasta fedele a Ortega, come Filiberto Rodríguez, hanno  accusato le ONG che sono state chiuse a partire dal 2018 di aver utilizzato le donazioni ricevute per cercare di rovesciare il presidente Ortega già nelle manifestazioni di 6 anni fa. Il FSLN di Ortega (molti esponenti della sinistra sono passati all’opposizione o in clandestinità o sono in esilio) sostengono anche che la chiusura di queste ONG fa parte di un processo di riordino, perché non tutte le 7.227 ONG registrate in Nicaragua fino al 2018 erano operative.

La portavoce dell’United Nations Human Rights Office, Liz Throssell, ha condannato duramente l’iniziativa anti-ONG di Ortega: «La decisione delle autorità nicaraguensi di vietare altre 1.500 organizzazioni della società civile, circa la metà delle quali sono associazioni religiose, è profondamente allarmante, tanto più in un Paese che negli ultimi anni ha assistito a una sostanziale erosione dello spazio civico e a indebite restrizioni della libertà religiosa. Con queste chiusure, annunciate ufficialmente lunedì, più di 5.000 organizzazioni, tra cui ONG, organi di informazione e università private, hanno visto cancellato il loro status legale in Nicaragua, la maggior parte delle quali dalla fine di giugno 2022. Tutti i loro beni sono sotto il controllo del governo. Il grave impatto di queste misure sui diritti alla libertà di associazione e di espressione, nonché sulla libertà di religione, rende la difesa dei diritti umani sempre più difficile in Nicaragua. Tra le organizzazioni della società civile ancora attive, molte hanno optato per l'autocensura o lo scioglimento in mezzo a leggi restrittive che ne limitano le attività. Invitiamo ancora una volta le autorità nicaraguensi a cessare di imporre severe restrizioni agli spazi civici e democratici del Paese e a garantire il rispetto dei diritti umani, in linea con gli obblighi internazionali del Nicaragua in materia di diritti umani».

Umberto Mazzantini

Scrive per greenreport.it, dove si occupa soprattutto di biodiversità e politica internazionale, e collabora con La Nuova Ecologia ed ElbaReport. Considerato uno dei maggiori esperti dell’ambiente dell’Arcipelago Toscano, è un punto di riferimento per i media per quanto riguarda la natura e le vicende delle isole toscane. E’ responsabile nazionale Isole Minori di Legambiente e responsabile Mare di Legambiente Toscana. Ex sommozzatore professionista ed ex boscaiolo, ha più volte ricoperto la carica di consigliere e componente della giunta esecutiva del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano.