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Al via un investimento da 48,3 milioni di euro che sarà completato nel 2029

Livorno, il depuratore del Rivellino si sposta al confine con la raffineria Eni

Salvetti: «Evento di portata storica, con prospettive fondamentali di sviluppo economico»
 |  Acqua

A cinque anni di distanza dalla firma del primo protocollo d’intesa, a Livorno entra finalmente nel vivo la delocalizzazione del depuratore del Rivellino nel nuovo sito in via Enriques, al confine con la raffineria Eni: l’investimento complessivo si stima in 48,3 milioni di euro, mentre la messa in esercizio del nuovo impianto è prevista per fine 2029.

«Il Rivellino lascerà il centro città, un evento di portata storica – dichiara il sindaco di Livorno, Luca Salvetti – Oggi, in Comune, Asa ha infatti firmato un contratto con Eni per l'acquisto di aree in via Enriques, di 52.000 mq di superficie, da utilizzare per lo spostamento dell'impianto di depurazione di Livorno denominato “Rivellino”, attualmente collocato in piena città, nel quartiere Venezia. Un passaggio fortemente voluto e sollecitato dall'Amministrazione comunale, inserito nel mandato elettorale,  che restituirà a Livorno un'area di grande pregio urbanistico e valore, in zona Venezia/Forte San Pietro/ex Macelli comunali, creando così un collegamento diretto strategico tra la città e il porto, con prospettive fondamentali di sviluppo economico».

Il progetto prevede anche la riattivazione della piattaforma di Paduletta per il trattamento dei rifiuti liquidi e per la depurazione delle acque di bonifica, in coerenza con i piani strutturali del Comune e del porto.

«La parte operativa sarà a carico di Asa, così come quella economica – spiega Stefano Taddia, il presidente del gestore unico dei servizi idrici – Nel dicembre del 2020 l’Autorità idrica toscana ha approvato infatti il nuovo piano degli investimenti proposto da Asa per un totale di 243 milioni di euro, 41 dei quali per realizzare le prime due fasi del progetto, che garantiranno la costruzione di un nuovo impianto da 260.000 abitanti e con esso la dismissione del vecchio impianto cittadino e la restituzione alla città delle aree di grande pregio. Con  la delocalizzazione del Rivellino si raggiungeranno due importanti obiettivi: dal punto di vista tecnico, con questo investimento di oltre 40 milioni di euro, si metterà a disposizione della città un nuovo impianto di trattamento delle acque reflue urbane e industriali, capace di offrire ai cittadini e alle imprese un servizio all'avanguardia e attento all'ambiente. Da un punto di vista più generale, si potrà restituire alla città un’area di oltre 3 ettari, di grande pregio urbanistico,  permettendone la riqualificazione. L'acquisto dell'area di Eni rappresenta il primo passo concreto in questa direzione».

Più nel dettaglio, la prima fase del progetto (da 10 mln di euro) prevede la realizzazione di un primo nuovo depuratore da 30.000 abitanti equivalenti totali nelle aree acquistate da Eni: la progettazione definitiva avverrà nel corso del 2022, l’avvio del cantiere nel 2023 e la messa in esercizio dal 2025.

La seconda fase prevede invece un investimento di circa 31 milioni di euro, sia per la costruzione del nuovo impianto di trattamento delle acque reflue dell’intera città di Livorno in via Enriques (come ampliamento dell’impianto che sarà realizzato nella prima fase della delocalizzazione), sia per la realizzazione delle opere idrauliche di collegamento tra l’attuale punto di confluenza di tutta la rete fognaria cittadina  e il nuovo impianto: per questo secondo step l’avvio del cantiere è previsto nel 2025 e la messa in esercizio dell’impianto per la fine del 2029.

L’ultima fase, per la quale si stimano necessari ulteriori 7,3 milioni di euro con finanziamento ancora da reperire, prevede lo spostamento anche dell’impianto di digestione anaerobica dei fanghi che è attualmente localizzato a fianco del termovalorizzatore cittadino gestito da Aamps, che si prevede fermerà la propria attività nel 2023; la digestione anaerobica dei fanghi di depurazione rappresenta una sicurezza importante per il territorio, dato che nel frattempo continua a crescere la frazione di questi “rifiuti da rifiuti” che la Toscana non sa come gestire, a causa di una cronica carenza impiantistica.

Dal Comune precisano che il  trasferimento di tutta la linea fanghi permetterà di riunificare in un unico sito tutte le nuove linee di trattamento in un moderno impianto, ad alta efficienza e a basso impatto ambientale che si pone l’obiettivo anche di fornire tutta una serie di servizi integrati a livello locale in tema di trattamento delle acque e dei fanghi. Il nuovo impianto, a cui sarà collegata la riattivazione della piattaforma di trattamento dei rifiuti liquidi industriali di Paduletta anch’essa ubicata in Via Enriques, permetterà infatti di fornire un ampio spettro di servizi alla città e alle industrie oltre ad avere le adeguate capacità anche per il trattamento dei reflui del Porto Industriale zona Nord e del futuro ampliamento a mare della Darsena Europa. Nelle intenzioni dei proponenti il nuovo polo di trattamento delle acque rappresenterà quindi una leva per lo sviluppo territoriale e per la reindustrializzazione di aree dismesse ubicate nel Sito d’interesse regionale (Sir) che grava su Livorno.

«Nel frattempo – conclude l’assessore allo Sviluppo economico, Gianfranco Simoncini – va avanti il progetto di recupero dell'area degli ex Macelli nel quartiere Venezia, dove sarà realizzato il nuovo Polo urbano per l’innovazione. Nell'ambito dell'Accordo di programma con la Regione Toscana (che prevede un finanziamento per 5 mln di euro dalla Regione, ndr) è stato sottoscritto  il 14 febbraio scorso il contratto relativo ai servizi per la progettazione definitiva ed esecutiva e la direzione dei lavori del primo lotto per il recupero del Forte San Pietro. A seguito poi della variazione di Bilancio approvata nell'ultima seduta di Consiglio comunale, entro il mese di marzo sarà affidata la realizzazione del masterplan».

Redazione Greenreport

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