
Sir David Attenborough: «Senza una forte azione per il clima, il mondo rischia il collasso totale»

Aprendo un dibattito di alto livello al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, inil segretario generale dell’Onu, António Guterres, ha sottolineato che «E’ necessaria un'azione più collettiva per affrontare i rischi che i cambiamenti climatici rappresentano per la pace e la sicurezza globali».
Guterres ha ribadito che «Gli shock climatici come le alte temperature record e la "nuova normalità" di incendi, inondazioni e siccità non stanno solo danneggiando l'ambiente naturale, ma minacciano anche la stabilità politica, economica e sociale. La scienza è chiara: dobbiamo limitare l'aumento della temperatura globale a 1,5 gradi entro la fine del secolo. E il nostro dovere è ancora più chiaro: dobbiamo proteggere le persone e le comunità che sono colpite dal disagio climatico. Dobbiamo intensificare i preparativi per le crescenti implicazioni della crisi climatica per la pace e la sicurezza internazionali».
Alla riunione online del Consiglio di sicurezza dell’Onu, convocata dal Regno Unito che a novembre ospiterà la COP26 Unfccc a Glasgow, hanno partecipato capi di governo e importanti leader politici e il premier conservatore britannico Boris Johnson ha chiesto di agire subito: «Che ci piaccia o no, è una questione di quando, non se, il vostro Paese e il vostro popolo dovranno affrontare gli impatti dei cambiamenti climatici sulla sicurezza. Vi esorto a mostrare la leadership globale necessaria per mantenere la sicurezza nel mondo».
Il Regno Unito è presidente di turno del Consiglio di sicurezza Onu (ed è anche uno dei 5 membri permanenti dell’organismo formato da 15 Paesi) e ha invitato a parlare i famoso naturalista e divulgatore britannico Sir David Attenborough, che ha lanciato un drammatico allarme che speriamo abbia fatto riflettere i leader dei più potenti Paesi del mondo: «Se continuiamo sul nostro percorso attuale, affronteremo il collasso di tutto ciò che ci dà sicurezza: produzione alimentare, accesso all'acqua dolce, temperatura ambiente vivibile e catene alimentari oceaniche. E se il mondo naturale non sarà più in grado di supportare i nostri bisogni più elementari, quindi gran parte di quel che resterà della civiltà crollerà rapidamente».
Attenborough ha sottolineato: «Anche se non possiamo tornare indietro, se i Paesi agiscono abbastanza velocemente, possiamo raggiungere un nuovo stato stabile», E ha ricordato al Consiglio di sicurezza «L'immenso sostegno dell’opinione pubblica mondiale all'azione per il clima. Ora, le persone in tutto il mondo si rendono conto che questo non è più un problema che interesserà le generazioni future. Sono le persone che vivono oggi e, in particolare, i giovani, che vivranno con le conseguenze delle nostre azioni».
E proprio una giovane ambientalista sudanese, Nisreen Elsaim, ha parlato di come la vulnerabilità climatica stia costringendo i giovani africani e degli altri Paesi in via di sviluppo a lasciare le loro terre d'origine, avvertendo che questo può contribuire a a scatenare nuove guerre. L’attivista climatica, presidente dell’UN Youth Advisory Group on Climate Change, ha detto: «Da giovane sono sicura che i giovani sono la soluzione. Dateci più spazio, ascoltateci e coinvolgete i giovani».
La Elsaim ha accolto con favore la risoluzione del Consiglio di sicurezza che istituisce la nuova United Nations integrated transition assistance Mission in Sudan (UNITAMS) che «Menziona specificamente il cambiamento climatico e la partecipazione dei giovani come questioni prioritarie».
Il Segretario generale delle Nazioni Unite ha più volte fatto riferimento al cambiamento climatico come «La questione determinante del nostro tempo» e nel suo intervento ha sottolineato «La necessità di un'azione in 4 aree prioritarie: prevenzione, protezione, sicurezza e partnerships». E ha spiegato che con prevenzione intende anche «La necessità per i Paesi di raggiungere gli obiettivi dell'Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici, che cerca di limitare l'aumento della temperatura globale a 1,5 gradi Celsius sopra i livelli preindustriali. La crisi climatica è la sfida multilaterale della nostra epoca. Sono necessari un coordinamento e una cooperazione globali senza precedenti. Esorto i membri del Consiglio a usare la loro influenza durante questo anno fondamentale per garantire il successo della COP26 e per mobilitare altri, comprese le istituzioni finanziarie internazionali e il settore privato, a fare la loro parte».
