
Stato ecologico di fiumi e laghi della Toscana, risultati “mediocri” nell'ultimo anno

L’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana (Arpat) ha pubblicato sul suo sul sito Web il rapporto “Rete di monitoraggio acque superficiali interne: fiumi, laghi e acque di transizione - Risultati 2015 e triennio 2013-2015” che, applicando la Direttiva europea sulle acque, riporta i risultati delle analisi realizzate in «266 stazioni di monitoraggio di altrettanti corpi idrici, di cui 228 corsi d'acqua, 10 acque di transizione e 28 laghi o invasi».
Arpat spiega che nel 2015 i corpi idrici controllati sono stati 197 e che la frequenza di «è annuale per i corpi idrici in monitoraggio operativo e triennale per quelli in sorveglianza. Fanno eccezione i parametri biologici che vengono effettuati con frequenza triennale sia nel monitoraggio operativo sia sorveglianza».
La classificazione dello stato ecologico dei corpi idrici è effettuata sulla base tre elementi: qualità biologica (macroinvertebrati, diatomee, macrofite); fisicochimici: ossigeno, nutrienti a base di azoto e fosforo, che compongono il livello di inquinamento da macrodescrittori (LIMeco); chimici: inquinanti specifici di cui alla Tab. 1/B del DM 260/2010.
Riguardo ai corsi d'acqua monitorati nel 2015, circa il 31% raggiungono l'obiettivo di stato ecologico buono-elevato, il 36% è in uno stato sufficiente (36%), mentre il 33% è considerato in stato cattivo, scarso. Arpat evidenzia che «Gli elementi ecologici più sensibili si confermano essere macrobenthos e le macrofite».
La classificazione dello stato chimico dei corpi idrici viene effettuata valutando i superamenti dei valori standard di qualità riferiti a specifiche sostanze inquinanti (sostanze prioritarie) elencate nella Tab. 1/A del DM 260/2010, compresi anche alcuni metalli e pesticidi, IPA, benzene, cloroformio, trielina ecc. Arpat sottolinea che «Riguardo allo stato chimico relativo al triennio di monitoraggio 2013-2015 poco meno del 50% dei corsi d'acqua monitorati non raggiunge l'obiettivo di stato buono. La sostanza pericolosa che più frequentemente determina lo stato chimico non buono è il mercurio, con superamenti nei tre anni, in numerosi tratti analizzati (95 stazioni); segue il TBT tributilstagno (10 stazioni). Sporadicamente si sono verificati superamenti per cadmio (4 stazioni), nichel (3 stazioni), nonilfenolo, esaclorobutadiene (2 stazioni), piombo, diuron, di(2-etilesilftalato) (1 stazione). Tenendo conto delle indicazioni contenute nella Direttiva 2013/39/UE recepita con D.Lgs. 172/2015 per la rappresentazione dello stato chimico, viene fornita una mappa supplementare che tiene conto della sostanze persistenti, bioaccumulabili e tossiche (PBT) “ubiquitarie”».
Riguardo ai laghi/invasi, prevale largamente lo stato ecologico “sufficiente”. «Considerate le piccole dimensioni di alcuni di questi corpi idrici, prevalentemente utilizzati per la produzione di acqua potabile - dicono dall’Arpat - lo stato ecologico è stato determinato fondamentalmente dallo stato trofico (livello dei nutrienti)».
Per quanto riguarda le acque di transizione, nel triennio 2013-15 «lo stato ecologico raggiunge il livello “buono” in un solo caso. Lo stato chimico è prevalentemente “non buono” a causa soprattutto della presenza di vari metalli (mercurio, piombo, nichel, cadmio) oltre soglia. I dati si riferiscono sia alla colonna d'acqua che ai sedimenti».
