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Record di pesticidi in Toscana, Fratoni: «Monitoraggi rigorosi, così si spiegano i dati»

Il monitoraggio ARPAT 2015 conferma una diffusa presenza di residui di fitofarmaci nelle acque
 |  Acqua

Dopo la pubblicazione del rapporto nazionale 2016 pesticidi nelle acque di Ispra , riferito ai risultati del biennio di monitoraggio 2013-2014, che assegna alla Toscana una posizione fra le peggiori nella classifica della contaminazione delle acque da pesticidi in Italia, interviene l'assessore regionale all'ambiente Federica Fratoni che spiega: «I dati riportati nel Rapporto nazionale pesticidi sono corretti perché ricavati da banche dati alimentate con i risultati dei monitoraggi effettuati sulle acque superficiali e sotterranee dalle Agenzie ambientali. Ma un chiarimento è doveroso per non ingenerare inutili allarmismi: se la Toscana risulta “penalizzata” è perché la nostra Regione è stata tra quelle più virtuose a mettere in campo strategie di indagine attente e rigorose».

Infatti, come ha sottolineato la stessa Ispra, «Quando il rapporto parla del 90 per cento dei punti di monitoraggio di acque superficiali contaminati in Toscana, si riferisce a quelli investigati da ARPAT per la ricerca dei residui di pesticidi, che sono circa 90 su un totale di 230, selezionati, come indicato dalla normativa, valutando le aree a maggior rischio. Dei 90 punti, circa 80 risultano in effetti interessati dalla presenza di residui di pesticidi: si tratta quindi di circa il 35 per cento dei punti di monitoraggio delle acque superficiali».

La nota della Regione sottolinea che «In Toscana i risultati del monitoraggio condotto da ARPAT nel 2015 confermano una diffusa presenza di residui di fitofarmaci nelle acque, più accentuata nelle acque superficiali (circa il 50% dei campioni analizzati presenta residui rilevabili di queste sostanze) che in quelle sotterranee (circa 25%).Tuttavia le concentrazioni di pesticidi sono mediamente basse: ad esempio soltanto 10% dei campioni di acque superficiali e il 5% dei campioni di acque sotterranee presenta concentrazioni di pesticidi maggiori o uguali a 0,1 µg/L, valore che rappresenta il limite di legge per la qualità delle acque potabili.

Solo poco più del 10% dei corpi idrici monitorati non raggiunge l'obiettivo di qualità indicato dall'Unione Europea per la presenza sopra soglia dei pesticidi».

Redazione Greenreport

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