Skip to main content

Acqua, lavoro e il fondamentale ruolo delle donne: il caso Freddas

In Senegal il progetto di Green cross ha sottratto terreni alla desertificazione, introdotto nuove tecnologie e ribaltato il ruolo tradizionale della figura femminile
 |  Acqua

Nel Nord del Senegal, Green cross ha reso coltivabili 600mila metri quadrati di terreno contribuendo alla sicurezza alimentare e portando reddito ai coltivatori delle comunità rurali di Bokhol e Gouriki Samba Diom. Con il supporto dei tecnici Enea, ha installato due impianti fotovoltaici da 100 kWp e 50 kWp, permettendo agli agricoltori di limitare la dipendenza dal gasolio, con una riduzione del 35% dei costi totali di produzione e delle emissioni di CO2. E ha introdotto i nuovi sistemi d’irrigazione “goccia a goccia”.

Sono questi alcuni dei notevoli risultati ottenuti attraverso il progetto “Freddas” in Senegal, un lavoro durato tre anni che ha contribuito ad assicurare acqua, sostenibilità energetica, lavoro e pari dignità alle donne. Co-finanzianziato dalla Cooperazione italiana allo Sviluppo del ministero degli Affari esteri e dall’azienda fito-cosmetica L’Erbolario, “Freddas” ha sottratto terreni alla desertificazione, introdotto nuove tecnologie per l’irrigazione e ribaltato il ruolo tradizionale della donna.

«Abbiamo installato sui terreni centinaia di chilometri di tubi e creato impianti di micro-irrigazione che consentono di ridurre dell’80% il consumo di acqua e risparmiare circa 800 milioni di litri ogni anno - spiega il presidente di Green Cross Italia Elio Pacilio - L’accesso e lo sfruttamento delle risorse naturali per generare lavoro e prosperità sono spesso fonte di conflitti tra le comunità e con la natura. Per questo abbiamo realizzato un progetto sostenibile a 360 gradi».

Ma la vera innovazione di questo progetto è stata mettere in discussione la scarsa presenza femminile negli incarichi più importanti: adesso le donne non solo lavorano ma prendono anche parte ai processi decisionali e ricoprono ruoli di responsabilità all’interno delle imprese sociali che sono state costituite. Sono diventate proprietarie di parcelle di terreno e per di più si occupano della vendita dei prodotti agricoli, viaggiando alla volta dei mercati regionali a bordo di carri a trazione animale forniti dall’Ong. Una cosa prima impensabile.

«Fino a quando il progetto non è arrivato in queste terre - racconta Ramatoulaye Kane, responsabile delle attività delle agricoltrici dei villaggi beneficiari - le donne si dividevano tra il lavoro nei campi e la cura della casa. E se chiedevamo loro di parlare anche solo di come fosse andata la giornata, molte incaricavano un uomo di farsi portavoce oppure rispondevano “domani, domani”. Non erano abituate a prendere parte alle decisioni, pur essendo molto attive nella vita della comunità».

«Grazie a Freddas ad oggi circa mille persone hanno trovato lavoro o consolidato occupazioni precarie, sia sui terreni che nella gestione degli apparati tecnologici - racconta Elena Seina, coordinatrice delle attività di genere di Green Cross Italia - Di queste, 650 sono donne». Donne protagoniste di cambiamenti economici e culturali di cui hanno beneficiato gli oltre 11.000 abitanti delle comunità coinvolte in Freddas.

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.