
Piano nazionale anti alluvioni, Frantoni: «Toscana pronta con progetti cantierabili»

Intervenendo intervenuta al convegno "#acquesicure per un rapporto nuovo fra fiume e citta", organizzato ad Expo 2015 al padiglione Italia dalla Struttura di missione #italiasicura della presidenza del Consiglio dei ministri, l’assessore regionale all’Ambiente Federica Fratoni (nella foto) ha detto che «la Toscana è pronta a dare seguito al Piano nazionale delle opere per la prevenzione del rischio idrogeologico. Abbiamo già progetti finalizzati e cantierabili necessari per essere inseriti nel Piano e siamo pronti a implementare il nostro parco progetti per essere in linea con i criteri della programmazione nazionale. In questo senso mi auguro, alla luce dei vincoli di bilancio che gravano sugli enti locali e sulle Regioni, che il governo sia attento e dia la possibilità di utilizzare una contabilità speciale per realizzare speditamente tutti gli interventi necessari. Anche le ultime vicende della scorsa settimana ci richiedono sempre più attenzione è sempre più impegno sugli effetti dei cambiamenti climatici».
Il Piano annunciato dal governo Renzi ad inizio agosto prevede un primo stralcio di risorse per le aree metropolitane per complessivi 1,3 miliardi di euro, da ripartire a livello nazionale. La seconda fase, che partirà non prima del 2016, avrà a disposizione 5 miliardi per interventi contro il dissesto idrogeologico. Come abbiamo già documentato su queste pagine, si tratta purtroppo di briciole rispetto al fabbisogno di risorse che sarebbe necessario per mettere un freno al dilagante dissesto idrogeologico italiano (e toscano), ma in Regione si fa di necessità virtù preparandosi a mettere a frutto le pur magre finanze dedicate dal governo alla tutela del territorio.
La Fratoni ha spiegato che «La Toscana ha fatto una scelta per affrontare la questione "acqua", bene unico da tutelare e rendere sicuro: avere un coordinamento stretto tra la direttiva quadro sulla politica delle acque del 2000, che mira a migliorare lo stato complessivo dei corpi idrici, e la direttiva alluvioni del 2007 che ha l'obiettivo di ridurre le conseguenze negative delle alluvioni per la salute umana, le attività economiche, l'ambiente e la cultura. Coordinamento inevitabile, onsiderato quanto le caratteristiche idrauliche ed ecologiche dei corpi idrici determinino la loro qualità da un lato, e quanto esse siano influenzate dalle opere di mitigazione del rischio idraulico dall'altro. Le misure integrate tra direttiva acque e direttiva alluvioni sono in linea con il concetto di green economy, inteso come nuovo modello economico di sviluppo sostenibile che punta a un'elevata qualità ecologica e alla ricostruzione e valorizzazione del capitale naturale, antropico ed economico del territorio. La natura in questo modo non è più ridotta a oggetto di consumo ma recupera e mette al centro il ruolo di fornitore di risorse vitali».
Tra gli esempi di interventi integrati in Toscana, che puntano a considerare il corpo idrico un unicum da tutelare e da cui difendersi, sono stati segnalati quello per il torrente Mensola (progettato dal Consorzio di Bonifica del medio Valdarno), affluente dell'Arno, il cui bacino si estende tra Firenze e Fiesole. «Per mitigare il rischio idraulico – spiega una nota della Regione - si costruiranno due casse di espansione e arginature che, tra gli obiettivi hanno anche la salvaguardia dell'attuale conformazione fisica e naturale del torrente. L'intervento è fatto in modo da amplificare e valorizzare il ruolo di confine svolto dal torrente tra la città e l'area verde, creare un'area umida dentro la cassa di espansione, creare una sorta di porta d'ingresso nell'area naturale protetta locale. Accanto a questo ci sono interventi che restituiscono al fiume ciò che l'uomo ha inopportunamente occupato come il caso del quartiere Matteotti ad Aulla, o interventi che mirano a rendere più fruibile il fiume con la realizzazione di percorsi e piste ciclabili quali ad esempio quella sul torrente Pesa o quella, in progetto, su tutta l'asta dell' Arno».
