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La Toscana costiera unita nella lotta all'abbandono rifiuti lungo le strade provinciali

Firmato oggi un innovativo protocollo d’intesa tra Ato costa, Province e il gestore Retiambiente: «È un accordo importante e unico nel nostro Paese»
 |  Toscana

Il territorio della costa toscana è già il più virtuoso della regione sotto il profilo della raccolta differenziata dei rifiuti urbani (arrivata al 71,2% secondo i dati 2023 certificati dall’Agenzia regionale recupero risorse – Arrr), ma le criticità ancora da risolvere non mancano, a partire dai costi che l’inciviltà di pochi scarica sulle tasche di tutti attraverso l’abbandono dei rifiuti.

Basti pensare che il solo Comune di Livorno nel 2024 ha speso 630mila euro per rimuovere le micro-discariche abusive sparse sul territorio, con ben 700mila kg di rifiuti raccolti in corso d’anno. Ma quando questi abbandoni avvengono lungo le strade provinciali, di chi è la responsabilità di gestire il problema? Come spesso capita sfogliando le leggi italiane in materia, la risposta non è chiara.

Il Testo unico ambientale (Dlgs 152/2006) li include infatti tra i rifiuti urbani, affidandoli implicitamente ai Gestori del servizio d’igiene urbana, mentre il Codice della strada (D.lgs 285/1992) afferma che la responsabilità e i costi per la rimozione dei rifiuti abbandonati lungo tratti stradali di appartenenza non comunale sono in carico all’ente proprietario della strada. A fronte di quest’incertezza normativa, nel 2023 il ministero dell’Ambiente ha dunque pubblicato un parere, in cui si chiarisce che nella fattispecie è il Codice della strada a prevalere sul Testo unico ambientale.

La Toscana costiera si è dunque messa in moto per una risposta istituzionale condivisa sul tema, per affrontarlo in modo concreto. Proprio per superare l’incertezza normativa in merito alla competenza sulla raccolta dei rifiuti abbandonati lungo le strade provinciali, oggi nella sede labronica dell’Ato Toscana costa è stato firmato un Protocollo d’intesa che oltre all’Autorità per il servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani Toscana costa – rappresentata dal dg Michele Pinotti – ha messo attorno allo stesso tavolo l’assessora all’Ambiente del Comune di Livorno, Giovanna Cepparello, nelle veci del sindaco Luca Salvetti (presidente del Consiglio direttivo di Ato), assieme a tutti i firmatari del documento: Pinotti appunto, col vicepresidente di Retiambiente (il gestore unico dei servizi d’igiene urbana nell’Ato costa) Giuseppe Maurizio Gatti, e i presidenti delle Province di Lucca (Marcello Pierucci), di Massa Carrara (Gianni Lorenzetti), di Pisa (Massimiliano Angori) e la vicepresidente della Provincia di Livorno (Eleonora Agostinelli).

«Si tratta di un innovativo Protocollo d’intesa – spiega Pinotti – che ha visto la luce grazie all’assemblea di Ato, a cui partecipano tutti i sindaci del nostro Ambito, ai Presidenti delle nostre quattro province ed al presidente di Retiambiente, unitamente alle loro strutture tecniche. Un ringraziamento va anche all’Unione province d’Italia (Upi) Toscana per la fattiva collaborazione prestataci dal suo direttore Ruben Cheli. Il Protocollo è un esempio di collaborazione tra istituzioni nell’interesse dei cittadini e potrà fungere da apripista per iniziative analoghe non solo sul nostro Ambito ma anche sull’intero territorio regionale».

Nel merito è stata la stessa Cepparello ad anticipare che «vi è l’interessamento ad adottare uno strumento analogo anche da parte delle Province di Arezzo, Grosseto e Siena. A questo punto, l’auspicio è che la Regione Toscana possa stanziare dei finanziamenti finalizzati a migliorare ulteriormente la gestione dei rifiuti abbandonati, sostenendo ad esempio investimenti dedicati per automezzi, videocamere, fototrappole. L’Ato Toscana costa, su mandato unanime del consiglio direttivo, intende ora lavorare per definire un analogo Protocollo d’intesa per affrontare l’abbandono dei rifiuti lungo le strade statali, e cercherà dunque quanto prima di avviare un’interlocuzione nel merito con Anas».

Nel frattempo però c’è già il Protocollo d’intesa appena firmato sulle strade provinciale da testare in concreto, con le sue tre le linee operative d’intervento. Eccole:

Durante la manutenzione ordinaria delle strade provinciali, sarà il personale incaricato dalla Provincia a raggruppare eventuali rifiuti abbandonati misti (bottiglie di plastica, carta, lattine, bottiglie di vetro, sacchi, ecc.) differenziandoli quando possibile all’interno di sacchi semitrasparenti, per poi depositarli a seconda dei casi lungo il ciglio stradale, in un diverso punto di raccolta concordato col Gestore, oppure ancora presso il Centro di raccolta comunale.

Oltre le attività di manutenzione ordinaria, per quelle frazioni di rifiuti che non rientrano nei normali servizi d’igiene urbana (discariche abusive, grandi elettrodomestici, rifiuti ingombranti, rifiuti pericolosi, ecc.), la raccolta e lo smaltimento competono invece alla Provincia, che potrà attivare una specifica convenzione col Gestore per affidargliene la rimozione.

Infine, per quei rifiuti abbandonati che rientrano nel normale circuito di raccolta (fino a 3-4 sacchi da 50 lt, fino a 2-3 scatole/cartoni, rifiuti di piccola taglia, ecc.), la Provincia può segnalarne la presenza al Gestore, che provvederà autonomamente al ritiro nei tratti di strada urbanizzati, dove la raccolta avviene frequentemente.

In caso contrario, come in aperta campagna, i rifiuti abbandonati verranno raggruppati in via prioritaria dagli operatori della Provincia, per trasportarli in un punto di raccolta concordato col Gestore o al Centro di raccolta comunale.

«È un accordo importante e unico nel nostro Paese, che responsabilizza gestori e Amministrazioni provinciali nella salvaguardia della sicurezza stradale, della protezione dell’ambiente e del decoro del paesaggio – argomentano i vertici di RetiAmbiente spa – Il fenomeno degli abbandoni è odioso perché riguarda soggetti che abbandonando i rifiuti, eludono ed evadono gli obblighi di responsabilità. Da una parte serve maggior contrasto di questo fenomeno, che non compete direttamente ai gestori, però quando il fenomeno è procurato occorre intervenire tempestivamente per le ragioni che abbiamo evidenziato».

«L’abbandono dei rifiuti lungo le strade provinciali è innanzitutto un problema di inciviltà – chiosa Agostinelli – perché scarica sulle Amministrazioni locali, quindi sulla collettività, i costi della rimozione. Inoltre, la presenza di rifiuti dispersi in prossimità delle pertinenze stradali favorisce, purtroppo, ulteriori abbandoni, fino a creare delle vere e proprie discariche abusive, nonché problemi alla sicurezza della viabilità. Per questo motivo la Provincia di Livorno è oggi presente per sottoscrivere un protocollo che formalizza una serie di attività volte alla rimozione di rifiuti abbandonati di piccole e grandi dimensioni. L’intento comune è quello di affrontare il problema individuando modalità operative ottimali, con il coinvolgimento dei soggetti gestori del servizio di raccolta. Il protocollo è propedeutico alla successiva predisposizione di un “accordo quadro” tra Provincia e Gestore che apre all’avvio di una fase sperimentale, della durata di sei mesi, durante la quale sarà possibile testare le modalità di individuazione e raccolta dei rifiuti abbandonati e definire gli aspetti amministrativi legati alla gestione del servizio».

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.