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Il Pil della Toscana tiene, ma Irpet mette in guardia su eventi meteo estremi e dazi di Trump
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Il nuovo rapporto dell’Istituto regionale per la programmazione economica della Toscana (Irpet), presentato ieri in Regione, mostra per la Toscana un Pil ancora in aumento per il 2024 (+0,6%) e per il 2025 (+0,8%, leggermente più alto rispetto al dato nazionale), grazie alla spinta dei progetti Pnrr e dal recupero di consumi e investimenti privati. Ma una volta esauriti questi la crescita potrà restare positiva soltanto con un aumento strutturale della produttività.
Per il 2026 si stima un aumento dell’1%, sebbene il ventilato aumento dei dazi Usa, visto il peso delle esportazioni toscane, potrebbe attenuarlo. L’impatto sul Pil di un aumento tariffario sui beni esportati negli Usa potrebbe valere, nell’ipotesi di un azzeramento dell’avanzo commerciale toscano, fino a 1,8% punti percentuali del Prodotto interno lordo.
L’Irpet definisce «non altamente probabile» uno scenario in cui i dazi fossero finalizzati ad annullare l’avanzo commerciale che la Toscana ha con gli Usa, ma in questo caso «il potenziale impatto sul prodotto toscano limitatamente ai soli effetti diretti di una contrazione della domanda, potrebbe raggiungere nel tempo un ordine di grandezza stimabile in circa 1,8 punti percentuali di Pil. Le produzioni che più di altre perderebbero quote di mercato, da una variazione dei prezzi, riguarderebbero alcuni prodotti fra quelli che ricadono nei comparti della chimica (in particolare, i fertilizzanti), della plastica, della farmaceutica e della moda (articoli in pelle, confezioni e accessori)».
Ad incidere sulla perdita di velocità dell’economia toscana è sicuramente la flessione della produzione industriale, iniziato nella parte finale del 2022 e proseguito nel 2023 e 2024. Il dato toscano segna -4,4%, come variazione tendenziale nel periodo gennaio-ottobre 2024, più alto di quello nazionale (-3,2%) per le difficoltà del comparto moda che ha registrato un -11,4%.
Continua nel 2024 l’aumento dell’occupazione (+2,6% gli addetti), seppur in rallentamento: +3,0% la variazione tendenziale annua osservata a gennaio; +2,1% quella di ottobre sul corrispondente periodo dell’anno precedente.
«Purtroppo – commenta il presidente della Regione, Eugenio Giani – la congiuntura internazionale incide in modo negativo soprattutto sulla manifattura, con la moda come settore maggiormente penalizzato. Ma ci sono anche elementi che fanno ben sperare. Il dato sull’occupazione: nonostante questa situazione di freno alla crescita, è la dimostrazione di una regione che riesce ancora a garantire livelli di occupazione elevati ed in aumento. In secondo luogo vorrei sottolineare i settori trainanti, anche nella manifattura, come la farmaceutica, la nautica, o l’agroalimentare, con la loro incidenza importante sull’export. Infine il turismo che continua a fornire un apporto importante al Pil regionale. Vale la pena poi sottolineare l’interesse che c’è verso la Toscana da parte di investitori esteri, come è emerso dal recente incontro organizzato da Invest in Tuscany».
Lo scenario macroeconomico del risulta esposto ad una elevata incertezza, connessa a numerosi fattori di rischio che hanno una natura esogena, elencati direttamente da Irpet: «Le tensioni geopolitiche che alimentano la fragilità del commercio mondiale; oppure, l’intonazione delle politiche monetarie, suscettibile ai cambiamenti del ciclo, e che influenza il costo del denaro e le decisioni di investimento; infine, ultime ma non meno rilevanti, gli eventi avversi di natura climatica che possono danneggiare il tessuto produttivo».
Un esempio eclatante è quello dell’alluvione che sconvolse la Toscana tra il 2 e il 3 novembre del 2023, a causa della tremenda alluvione che ha lasciato sul terreno della 8 morti e danni per 2,7 miliardi di euro; a valle del disastro la Regione ha predisposto un piano d’interventi da 1,1 miliardi di euro per dare i cittadini della Toscana un livello di sicurezza adeguato ai nuovi eventi meteo estremi. Risorse delle quali ancora oggi non c’è alcun tipo di riscontro.
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