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Geotermia, a Radicondoli riapre con un nuovo look il percorso didattico delle Pianacce

Si concludono così le celebrazioni per i primi 120 anni di quest’energia rinnovabile, che la Toscana è riuscita a usare per prima al mondo
 |  Toscana

Insieme al 2024 si chiudono le celebrazioni per i primi 120 anni d’uso industriale di una fonte rinnovabile, la geotermia, che la Toscana ha saputo addomesticare per la prima volta al mondo, per poi esportare ovunque quelle tecnologie che hanno permesso di coltivarla in trenta Paesi.

Una chiusura nel segno del turismo sostenibile e della promozione del territorio il 2024 della geotermia, dato che ha ufficialmente riaperto al pubblico il “percorso didattico” adiacente alla centrale geotermica di Pianacce, nel territorio comunale di Radicondoli (SI).

Il percorso, che era stato chiuso temporaneamente in concomitanza con alcuni lavori di manutenzione tecnica alla centrale, torna dunque a disposizione in veste completamente rinnovata, a partire dai nuovi pannelli illustrativi che narrano la storia della geotermia ed i primi usi industriali, dall’estrazione del boro nel corso dell’800 fino all’avventura elettrica nel ‘900, nonché il funzionamento tecnico dell’impianto geotermoelettrico, i cosiddetti “altri usi” della risorsa, come il teleriscaldamento per le case dei comuni limitrofi, ma anche per le serre floricole o per la produzione del basilico, per l’agroalimentare (caseifici, birrifici), ed un richiamo conclusivo al richiamo al turismo sostenibile, ai parchi naturalistici delle Biancane e delle Fumarole e ai poli museali di Larderello (Museo della Geotermia), di Radicondoli (Museo delle Energie) e di Monterotondo Marittimo (MuBia).

Il percorso didattico – con un’ampia area parcheggio per autobus ed automezzi – rappresenta una tappa fissa per gli studenti delle scuole, ma anche per le famiglie ed i tanti visitatori che frequentano le zone interne della Toscana e che desiderano approfondire le conoscenze e la suggestiva storia della geotermia (tutto il materiale informativo è disponibile sia in lingua italiana che inglese).

Quella della geotermia toscana è una storia ormai densa, che inizia oltre due secoli fa. Esattamente 120 anni fa, il 4 luglio 1904, il principe Ginori Conti accese le prime cinque lampadine grazie al vapore contenuto nel cuore della Terra: fu il primo caso al mondo in cui l’energia rinnovabile presente nel sottosuolo venne utilizzata per produrre elettricità. Ma allora la geotermia era già usata per impieghi industriali – un altro primato mondiale segnato a Larderello nel 1818, per estrarre acido borico –, ma quella fu l’inizio di una straordinaria storia di successi toscani che continua ancora oggi nel mondo.

Oggi invece dal calore rinnovabile presente nel sottosuolo, messo a frutto nelle centrali geotermoelettriche gestite da Enel green power, arriva tanta elettricità rinnovabile da equiparare il 33% del fabbisogno toscano, e oltre a rappresentare più del 70% della produzione toscana da fonte rinnovabile, la risorsa geotermica fornisce calore utile a riscaldare circa 13mila utenti, 26 ettari di serre e aziende agricole ed artigianali, alimentando anche un’importante filiera del turismo sostenibile con 60mila visite annue tra i poli museali, gli impianti, i percorsi di trekking tra le manifestazioni naturali dei territori geotermici.

Se questo è il presente e il passato della geotermia, nel 2025 si attende un nuovo passo in avanti:  è infatti in corso la trattativa tra l’attuale gestore – Enel green power – e la Regione per arrivare a un rinnovo ventennale delle concessioni minerarie, che porterebbe con sé un piano di sviluppo da miliardi di euro. Nel frattempo, anche il Consiglio europeo ha adottato nuove raccomandazioni agli Stati membri Ue per chiedere un più rapido sviluppo della geotermia, mentre l’Agenzia internazionale dell’energia (Iea) sottolinea le potenzialità enormi di questa fonte rinnovabile: da sola, potrebbe soddisfare 140 volte tanto il fabbisogno globale di elettricità.

Redazione Greenreport

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