Gli ambientalisti fiorentini plaudono alla tramvia Libertà-Bagno a Ripoli, ma restano criticità
Quest’anno sono finalmente iniziati i lavori che collegheranno Firenze (a partire da piazza della Libertà) con Bagno a Ripoli, grazie allo sviluppo della linea 3.2.1 della tramvia, che rappresenta un importante passo in avanti per la mobilità sostenibile nella Piana fiorentina.
A riconoscerlo sono in primis le 17 associazioni ambientaliste – da Legambiente al Wwf, da Fiab a Ecolobby – che compongono l’Alleanza fiorentina per la giustizia ecologica, sociale e climatica, ma ciò non toglie che si tratti di un progetto migliorabile.
In particolare, il coordinamento delle associazioni ritiene sia indispensabile rivedere la riqualificazione dei controviali Matteotti-Gramsci-Giovine Italia, interamente pavimentati in pietra senza soluzione di continuità fra marciapiedi, pista ciclabile, corsia per residenti e parcheggi. Le diverse aree saranno delimitate solo da borchie metalliche a terra, comportando la continua invasione della pista da parte di pedoni e auto, con un forte conflitto fra gli utenti, rischio di scivolamenti e collisioni. Da evidenziare anche l’interruzione della pista su Piazza Beccaria. Nel complesso si va a peggiorare significativamente l’attrattività ciclabile della dorsale dei viali, uno dei percorsi più utilizzati da parte di chi si muove in bici in città.
«Queste criticità erano state portate all'attenzione della precedente Amministrazione che non aveva dimostrato preclusioni ma poi aveva lasciato cadere nel vuoto la cosa», riportano da Fiab Firenze Ciclabile. «Individuare protezioni come cordoli e gradini e utilizzare pavimentazioni più adatte alla bici come un asfalto architettonico è indispensabile per la sicurezza e per proseguire la trasformazione di Firenze in una città ciclabile, nella tutela del valore dell’area», conclude il presidente Tiziano Carducci.
La scelta della pavimentazione in pietra, che nel tempo si rivela problematica anche per persone con disabilità e carrozzine, addirittura estesa a tutta piazza Beccaria, rischia di creare un'invivibile isola di calore, anche al netto della messa a dimora di 39 nuovi platani. Piuttosto, segnala Gaia Pedrolli di Ecolobby, «si potrebbe ampliare notevolmente la parte verde depavimentata della piazza, senza mutare il disegno d’insieme e il numero di parcheggi, contribuendo a mitigare la temperatura anche nelle aree circostanti, ottenendo così anche uno spazio più vivibile e carico di funzioni. Sarebbe, in altre parole, un concreto esempio di urbanistica resiliente al cambiamento climatico».
«Il Comune è fortunatamente riuscito ad ottenere dalla Soprintendenza l’assenso a realizzazione di pensiline per tutte le fermate, anche nella Vacs: chiediamo che si tratti di pensiline fotovoltaiche; nel 2025 è inconcepibile che nuove coperture di parcheggi, mercati e simili non lo siano», segnala inoltre Pietro Cambi di Aspo Italia.
«Siamo consapevoli di quanto sia complesso prevedere varianti in corso d’opera, ma riteniamo che le nostre proposte non stravolgano il progetto e rappresentino invece delle significative migliorie per chi vive e si muove su quel tracciato», conclude Marco Duranti di Legambiente.