XIV Giretto d'Italia di Legambiente: oltre 39mila spostamenti in 22 comuni e 17 aziende
Il XIV Giretto d’Italia di Legambiente, che quest’anno durante la Settimana Europea della Mobilità Sostenibile ha visto la partecipazione di 22 comuni sopra i 15 mila abitanti e 17 aziende, per un totale di oltre 39 mila passaggi di mobilità attiva dai 154 checkpoint installati per il calcolo degli spostamenti casa-lavoro e casa-scuola. Dall’istantanea delle abitudini di spostamento legate alla mobilità attiva nei capoluoghi italiani scattata da Legambiente emerge che «Spostarsi su mezzi di mobilità attiva è una pratica cittadina che riesce ad affermarsi in contesti urbani e aziendali dove i trasferimenti a zero emissioni poggiano su politiche e investimenti in sicurezza, infrastrutture e servizi».
La campagna nazionale di Legambiente Giretto d’Italia - Muoviti leggero per il cambiamento chiama ogni anno a raccolta cittadini, studenti e lavoratori – anche chi lavora da remoto - per partecipare a un campionato urbano della mobilità attiva, leggera e condivisa che ha l’obiettivo di promuovere gli spostamenti casa-lavoro e/o casa-scuola in bici o con l’utilizzo di mezzi di micromobilità elettrica. L’evento è organizzato con il sostegno di Euromobility e si svolge nel mese di settembre nell’ambito delle iniziative programmate per la Settimana Europea della Mobilità Sostenibile. Per partecipare basta recarsi al lavoro o a scuola utilizzando un mezzo a zero emissioni, passando in uno dei check point previsti in tutte le città d’Italia che hanno aderito all’iniziativa, nella fascia oraria dedicata al monitoraggio (2 ore a scelta tra le 7.00 e le 10.00 del mattino). A vincere la sfida è la città o l’azienda che totalizza, nel periodo di monitoraggio, il maggior numero di spostamenti, e quindi di passaggi, effettuati con mezzi di mobilità sostenibile.
Ecco il numero assoluto dei passaggi effettuati nei comuni aderenti al Giretto d’Italia 2024: Padova (7251), Piacenza (5046), Bolzano (3227), Ravenna (3048), Monza (2857), Torino (2548), Faenza (2360), Pesaro (2258), Trento (1881), Fano (1651), Carpi (1073), Bologna (887), Pavia (802), Chiavari (593), Udine (442), Collegno (435), Firenze (389), Roma (343), Jesi (246), Milano (158), Rivoli (93), Alessandria (67).
Quindi, sul podio del Giretto d’Italia salgono Padova, Piacenza e Bolzano, tre capoluoghi di provincia dove l’automobile non è il mezzo di trasporto numero uno grazie a piani di mobilità urbana che investono sul rafforzamento del trasporto pubblico locale, nella realizzazione di nuove corsie ciclopedonali e sul potenziamento della sharing mobility. Mentre nella classifica dedicata alle aziende, al primo posto la milanese Tecne SPA del Gruppo Autostrade per l’Italia, al secondo l’Azienda ULSS 6 Euganea della provincia di Padova e infine la torinese Synesthesia srl SB.
Sul fronte dello smart-working spiccano Trento e Milano, rispettivamente con 577 e 126 lavoratori da remoto che hanno partecipato da casa al Giretto d’Italia. Con 12 aziende partecipanti, Padova si distingue anche per il più alto numero di realtà aziendali che hanno colto la sfida del Giretto. Ragionando sempre in termini di partecipazione, l’Emilia-Romagna (quattro comuni e due aziende), la Lombardia e il Piemonte, ciascuna con quattro comuni e un’azienda, sono le regioni italiane che hanno maggiormente contribuito all’obiettivo del Giretto d’Italia. Dopo Piacenza (4,89%), è Faenza (RA) il comune che si piazza al secondo posto tra le città con il più alto numero di spostamenti sostenibili in rapporto alla popolazione residente (4,01%), seguito da Padova (3,50%). Infine, sulla tipologia di mezzo scelto, Padova si distingue per aver prediletto più di tutti la bicicletta (6787 passaggi in bici), mentre Bolzano, con 1022 passaggi, i mezzi di micromobilità elettrica.
Ma il direttore generale di Legambiente, Giorgio Zampetti, fa notare che «Lo sviluppo della mobilità sostenibile in Italia è rallentato dallo squilibrio tra gli obiettivi ambientali e sociali che vorrebbero le nostre città caratterizzate da spostamenti a basso impatto, rapidi ed economici per tutti - - A causare questo divario è certamente l'inefficacia delle politiche nazionali e territoriali. All’orizzonte poi, c’è la riforma del Codice della Strada che ci preoccupa, poiché non sembra introdurre risolutive misure che aumentino la sicurezza su strada per gli utenti deboli e, inoltre, si corre il rischio di imbrigliare gli amministratori locali nella definizione di misure di mobilità attiva e condivisa. Non va meglio sul versante degli investimenti, vista anche la preoccupante previsione di tagli nella nuova legge di Bilancio a iniziative che favoriscono il diritto alla mobilità, una sottrazione che rischia di seguire i definanziamenti già effettuati nella Manovra precedente e nel PNRR a sfavore di nuove infrastrutture e mobilità ciclistica. Ciò che emerge dai risultati del Giretto d’Italia 2024 è che bisogna ripensare anche alla mobilita aziendale partendo dal potenziamento del lavoro da remoto per decongestionare il traffico e alleggerire la pressione sul trasporto pubblico locale e dalla promozione di convenzioni tra aziende e società di sharing mobility».
Roberto Scacchi, responsabile nazionale mobilità di Legambiente, conclude: «Il bilancio del Giretto d’Italia conferma ciò che Legambiente sostiene da sempre, ossia quanto la mobilità attiva e a emissioni zero cresca nei contesti urbani dove si punta su qualità e sicurezza delle infrastrutture insieme a piani che tendono a riequilibrare la ripartizione modale nei trasporti -– Senza politiche determinate, con le quali si scelgono queste direzioni, con tanta difficoltà la cittadinanza opta per muoversi in bici o in micromobilità elettrica, con la conseguenza di una presenza sempre preponderante dell’auto privata lungo le arterie stradali urbane. Il percorso che renderà concreta e strutturale la mobilità attiva sostenibile non può prescindere da un cambio culturale degli stili di spostamento e di vita delle persone, e per farlo bisogna intervenire in maniera trasversale sull’ampliamento dell’accessibilità ai servizi di prossimità, sul potenziamento del tpl, sulla redistribuzione dello spazio cittadino a beneficio degli utenti deboli, con maggiori investimenti. In sintesi, la moltiplicazione di elementi per ciclabilità o micromobilità elettrica, e ancor più in generale per la mobilità sostenibile, è un tassello fondamentale della transizione ecologica, per la conseguente riduzione di inquinamento o gas climalteranti, ma anche per la riprogettazione dello spazio urbano, grazie al quale cresce la qualità della vita nelle nostre città».