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Si svolgerà dal 12 al 13 giugno presso la sede del Cnr

Al via a Roma il 53esimo congresso della Società italiana di biologia marina

«Più di 200 milioni di persone traggono ancora oggi il loro sostentamento dal mare, che è una risorsa insostituibile»
 |  Scienza e tecnologie

La Società italiana di biologia marina (Sibm) è pronta ad aprire le danze del 53esimo Congresso nazionale, che si aprirà domani – per chiudersi il giorno successivo – presso la sede romana del Cnr.

Il tema al centro dell’appuntamento scientifico è lo sviluppo sostenibile negli ecosistemi marini, che si trovano invece ad affrontare livelli sempre più critici d’insostenibilità.

Il Consiglio direttivo della Sibm parla di «una crisi silenziosa» che incrocia crisi climatica, sovra pesca e varie forme d’inquinamento, che stanno mettendo il mare a dura prova.

«Nel caso di un possibile collasso degli ecosistemi oceanici per degrado o distruzione degli habitat e delle risorse – sottolinea il Consiglio direttivo – ci troveremmo ad affrontare un’emergenza non solo ambientale, ma anche economica e sociale: molte popolazioni nel mondo (più di 200 milioni di persone) traggono ancora oggi, in massima parte, il loro sostentamento dal mare, che è dunque una risorsa insostituibile».

Per invertire la rotta occorre perseguire gli obiettivi per la sostenibilità dell’Agenda Onu al 2030 (e in particolare il Sdg 14), che prevedono la riduzione di ogni forma di inquinamento marino, dell’acidificazione degli oceani, la fine delle pratiche di pesca non sostenibili, promuovendo il ripristino degli ecosistemi per ottenere mari di migliore qualità e produttivi.

«Questo approccio – argomenta la Sibm – comporta la condivisione con le comunità locali e le parti interessate, per gestire e conservare le risorse marine in un’ottica di community based conservation, attraverso, in ultimo, l’attuazione di accordi condivisi di cooperazione a livello internazionale».

Da qui l’importanza di una buona comunicazione e informazione scientifica sullo sviluppo degli ecosistemi marini, in modo che la cittadinanza possa diventare parte attiva della transizione verso lo sviluppo sostenibile.

Redazione Greenreport

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