Rischio pandemia da influenza aviaria, la Commissione Ue si assicura fino a 40 mln di vaccini
L'Autorità per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie (Hera) della Commissione ha firmato oggi un contratto quadro per aggiudicarsi – a nome degli Stati membri – fino a 665mila dosi del vaccino pre-pandemico contro l'influenza aviaria, con un’opzione per accaparrarsi altre 40 milioni di dosi in caso di necessità.
Si tratta inoltre dell'unico vaccino preventivo contro l'influenza aviaria zoonotica attualmente autorizzato nell'Ue: è destinato a coloro che sono più esposti alla potenziale trasmissione dell'influenza aviaria da volatili o animali, come i lavoratori degli allevamenti di pollame e i veterinari.
Lo scopo è a prevenire la diffusione o i potenziali focolai di influenza aviaria in Europa: «Sebbene la minaccia dell'influenza aviaria per la popolazione generale rimanga bassa, dobbiamo proteggere le persone a più alto rischio», spiega Stella Kyriakides, commissaria per la Salute e la sicurezza alimentare.
I rischi stanno crescendo negli ultimi mesi, dato che l’influenza aviaria ha compiuto con successo un salto di specie (spillover) dai volatili a mammiferi come delfini e soprattutto le mucche da latte, accendendo un nuovo allarme sugli allevamenti intensivi.
Crescono anche i casi di infezione umana, ma è fondamentale sottolineare che finora la trasmissione dell’influenza aviaria da un essere umano all’altro – un elemento centrale per scatenare una pandemia – è stata rarissima.
La stessa Commissione Ue sottolinea che «ad oggi non è stata confermata la trasmissione del virus H5N1 da uomo a uomo e non sono stati segnalati casi attivi di infezione da influenza aviaria nell'uomo nell’Ue». Ma l’esperienza della pandemia Covid-19 insegna a non sottovalutare il rischio.