
Nasa: possibilità di vita su Encelado, in un oceano sotterraneo a 1 miliardo di km dalla Terra (VIDEO)

Encelado è una luna di Saturno, la sesta per dimensioni, con un diametro di circa 500 km. Dalla sua superficie ghiacciata vengono sputati verso lo spazio dei pennacchi alimentati da un oceano sotterraneo: una sorta di geyser capaci di eruttare materiali per centinaia di chilometri. Che tipo di materiali?
Nello studio Cassini finds molecular hydrogen in the Enceladus plume: Evidence for hydrothermal processes, pubblicato oggi su Science e anticipato ieri in una conferenza stampa internazionale, la Nasa offre per la prima volta una sostanziosa prova empirica: ad analizzare le sostanze presenti nei pennacchi è stata l’ormai celebre sonda Cassini (equipaggiata con il fondamentale apporto dell’Asi, l’Agenzia spaziale italiana), che per scoprirlo si è avvicinata tanto a Encelado da arrivare a 49 km dalla superficie della luna, catturando, classificando e pesando – a oltre 1 miliardo di chilometri dalla Terra – le quantità di acqua (H2O), anidride carbonica (CO2) e idrogeno molecolare (H2) presenti nei pennacchi.
Come spiega l’Inaf, l’Istituto nazionale di astrofisica, in seguito alla delicatissima operazione i ricercatori hanno dedotto la presenza di «una serie di reazioni idrotermali in corso con la roccia contenente materiali organici. L’abbondanza di idrogeno relativamente alta rilevata nei pennacchi –riporta l’abstract dello studio – È il segno d’uno squilibrio termodinamico che favorisce la formazione di metano dall’anidride carbonica nell’oceano di Encelado».
Tradotto dall’Inaf, nell’oceano sotterraneo di Encelado «c’è attività idrotermale. Come ce n’è solo sulla Terra, per quanto ne sappiamo. Attività idrotermale significa energia, energia chimica. Una conclusione notevole perché suggerisce la presenza, all’interno della luna, di condizioni di temperatura e di energia chimica analoghe a quelle necessarie a sostenere la vita anche in assenza di fotosintesi, proprio come avviene nelle profondità degli oceani terrestri». Non sappiamo dunque (ancora) se c’è vita su Encelado, ma le premesse sono più che entusiasmanti.
