Skip to main content

Mettere in ibernazione i malati di cancro potrebbe contribuire ad affrontare i tumori?

Una ricerca italiana presentata al meeting dell’American association for the advancement of science
 |  Scienza e tecnologie

Marco Durante, direttore del Trento institute for fundamental physics and applications (Tifpa), un centro nazionale scientifico e tecnologico dell’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn) che collabora con l’Università degli Studi di Trento e con la Fondazione Bruno Kessler, è intervenuto a Boston al meeting annuale dell’American association for the advancement of science (Aaas)  con la relazione “The Future of Particle Therapy” ed ha sottolineato che «La radioterapia è uno strumento essenziale per la cura del cancro. Come parte della terapia, oltre il 50% dei pazienti affetti da cancro sono esposti ad alte dosi di raggi X. Utilizzare cariche di particelle veloci ad alta energia, invece dei raggi X (fotoni), ha diversi vantaggi. La maggior parte della dose si deposita nel tessutoalla fine dell'ion range e quindi molto tessuto può essere risparmiato. L'ostacolo principale per l'uso della terapia delle particelle è il costo elevato. Miglioramenti futuri includono il trattamento di patologie non oncologiche (come l’aritmia cardiaca) in  combinazione con l'ibernazione».

Insomma, secondo Durante, che è anche presidente dell’International association for radiation research (Iarr) e un esperto riconosciuto a livello internazionale in biofisica delle particelle, il cancro potrebbe essere affrontato più efficacemente mettendo i pazienti in uno stato di torpore profondo, simile a quello di un orso in letargo: «La crescita tumorale rallenterebbe fino o cessare, mentre le cellule sane del corpo diventano più resistenti alle radiazioni».

Un’idea radicale che proviene da anni di ricerca sugli animali in letargo, e da  segnalazioni aneddotiche di persone sopravvissute al congelamento. Negli orsi e in altri animali, durante l'ibernazione la temperatura corporea scende drasticamente, il sonno diventa profondo e le funzioni corporee, come il battito cardiaco la respirazione, il metabolismo e l'assorbimento di ossigeno rallentano a livelli moto basi. Anche l’attività genetica e  la sintesi proteica sono ridotte al minimo.

«Tutti questi effetti potrebbero avere grandi implicazioni per il trattamento del cancro  -  ha detto Durante al workshop “Particle Therapy and 3-D Imaging: A Roadmap to the Future of Precision Medicine” del meeting Aaas -  Se si potesse fare, si potrebbero affrontare i tumori (avanzati) che sono al quarto stadio. Circa il 50% dei malati di cancro hanno un cancro avanzato, quindi si tratta di un gran numero. Noi tutti abbiamo conosciuto qualcuno così ammalato. E non c'è niente che possiamo fare per loro. Hanno metastasi multiple (diffusione tumori) nel corpo. L’ibernazione potrebbe anche dare al corpo  la capacità del corpo di resistere alle radiazioni. Risvegli i pazienti e sono guariti: questa è la nostra ambizione».

Il problema è che attualmente non è tecnicamente possibile ibernare un essere umano in modo sicuro e controllato, ma Durante è convinto che entro 10 anni potrà essere fatto: «Manipolando una parte specifica del cervello, il torpore sintetico è stato indotto nei ratti che, a differenza di topi, non vanno in letargo naturalmente. Ora che si è capito come funziona, sono fiducioso che saremo in grado di sviluppare farmaci che possono indurre questo torpore. Poi bisognerebbe abbassare la temperatura corporea di 13° C – 15° C. Puntiamo a farlo per almeno una settimana. Questo ci dà il tempo per  fare  tutti i trattamenti che sono necessari per rendere la persona libera dal cancro».

New Scientist, che ha intervistato Durante  dopo il suo intervento al meeting Aaas, sottolinea che «Una temperatura corporea normale è di 37° C.  Sono stati riportati casi di persone che hanno sperimentato temperature molto più basse per lunghi periodi di tempo senza che questo venisse a nuocergli».

La radiologa svedese Anna Bagenholm è caduta in un buco nel ghiaccio dove è rimasta per più di un'ora, mentre la sua temperatura corporea era sceso a 13,7° C, la più bassa mai registrata in un essere umano vivente. Nonostante qualche piccola  lesione ai nervi, ha recuperato completamente ed è tornata al lavoro. Un altro caso riguarda Erika Nordby, una bambina canadese di 13 mesi  che è uscita di casa in pieno inveno con addosso solo il pannolino. Quando è stata ritrovata la temperatura esterna era a meno 24° C e venne considerata clinicamente morto: non  aveva battito cardiaco. Dopo essere stata portata al caldo e messa sotto una coperta, la bambina è “resuscitata” e non ha mai mostrato segni di danni gravi. Secondo il suo medico potrebbe essere entrata in uno stato simile a quello dell’ibernazione degli orsi.

Ma, sempre su New Scientist, Peter Johnson, a capo di Cancer Research UK, smorza gli entusiasmi: «Gli effetti di una tecnica come letargo indotto sui cancri sono difficili da prevedere: potrebbe sia aiutare che ostacolare i trattamenti che usiamo. Abbiamo bisogno di vedere alcuni attenti esperimenti nei modelli di laboratorio prima di poter dire se questo possa essere sicuro o efficace per le persone».

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.