Non solo California, quest’estate in Italia andati in fumo 9 mila ettari di bosco
Tra metà giugno e metà settembre 2024 sono stati distrutti dalle fiamme quasi 46 mila ettari di territorio italiano. Di questi, quasi 9.000 ettari erano coperti da boschi. Le regioni più colpite in termini di superficie forestale bruciata sono state la Sicilia, la Calabria, la Sardegna e la Campania. Queste quattro regioni rappresentano circa l’85% del territorio nazionale interessato da grandi incendi durante il periodo estivo 2024. A gettare luce su tutto ciò è Greenpeace, che partendo dai fatti di Los Angeles segnala come i cambiamenti climatici stiano favorendo simili tragedie anche in casa nostra. L’organizzazione ambientalista riprende i dati forniti dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), secondo i quali dal 15 giugno al 15 settembre 2024 la superficie complessiva percorsa da grandi incendi in Italia è stata di 45.783 ettari. Rispetto ai circa 40.000 ettari bruciati nello stesso periodo nel 2023, c’è stato un incremento di quasi il 15%.
Ad andare in fumo, sottolinea Greenpeace in un testo molto dettagliato, sono state soprattutto foreste leccete e sugherete e della macchia mediterranea, che ha subito il 48% dei danni, seguita dai boschi di roverella e misti con il 33%. «Un dato preoccupante riguarda anche le aree protette, poiché circa il 27% degli ecosistemi forestali colpiti durante la stagione incendi del 2024 si trova all’interno dei confini di siti appartenenti al sistema nazionale delle aree protette. Questo dato sottolinea l’entità del danno subito da ecosistemi che dovrebbero essere al riparo dalle minacce, ma che si sono trovati a fronteggiare la furia del fuoco».
E se sempre secondo l’Ispra circa il 40% degli incendi in Italia sono attribuibili a fattori dolosi o a negligenza, l’associazione sottolinea che questo dato evidenzia come la gestione del territorio e la prevenzione siano cruciali per arginare questa emergenza: la mancanza di politiche di prevenzione efficaci e la cattiva gestione del territorio sono fattori determinanti che permettono agli incendi di espandersi velocemente, specialmente in un contesto di cambiamenti climatici in corso. E siccome nel 2025 la situazione potrebbe anche peggiorare, Greenpeace chiede al governo di adottare quanto prima misure concrete per questo problema in particolare e di contrasto alla crisi climatica in generale. «La gestione forestale sostenibile, l’adozione di tecnologie avanzate per il monitoraggio degli incendi e la creazione di infrastrutture di protezione sono strumenti essenziali per arginare questa emergenza. È inoltre fondamentale adottare politiche di prevenzione più incisive, che partano dalla gestione efficiente e responsabile del territorio e dalla sensibilizzazione della popolazione sui rischi legati al fuoco». Altrettanto importante, sottolinea l’associazione, «sarà attuare anche delle misure per contrastare la crisi climatica, complice dell’aggravarsi degli eventi estremi come ondate di calore e siccità che creano le condizioni ideali per la propagazione degli incendi. Solo con un impegno serio e coordinato possiamo sperare di ridurre l’impatto devastante degli incendi sul nostro Paese e proteggere il nostro prezioso ambiente naturale. La sfida per il 2025 è già davanti a noi, e non possiamo permetterci di aspettare».