Eventi meteo estremi, nel 2024 in America 568 decessi e danni per 182 miliardi di dollari
Negli Stati Uniti il 2025 si è aperto con gli incendi di Los Angeles, resi devastanti da un letale mix di vegetazione secca per le piogge assenti, aria calda e forti venti. E checché ne dica il neopresidente Trump e il suo negazionismo climatico, il riscaldamento globale ha giocato un innegabile ruolo non solo nel creare le condizioni più adatte al propagarsi delle fiamme, ma anche nel produrre una serie di eventi meteo estremi che hanno funestato la vita degli americani nel corso del 2024. A tirare un bilancio dei danni economici e in termini di vite umane è la National oceanic and atmospheric administration (Noaa), che ha da poco diffuso l’aggiornamento dei suoi Centri nazionali per l’informazione ambientale (National centers for environmental information, Ncei) riguardanti i disastri costati oltre il miliardo di dollari. Da questo report emerge che lo scorso anno ci sono stati 27 singoli disastri meteorologici e climatici che hanno causato danni per oltre tale cifra, facendo registrare il 2024 come il secondo anno peggiore in base a questo conteggio, dietro solo al record dei 28 eventi avvenuti nel 2023.
Questi disastri, segnalano i centri Noaa, hanno causato almeno 568 decessi diretti o indiretti, che è l’ottavo numero più alto negli ultimi 45 anni (1980-2024). Ingente anche il costo in termini economici, che è stato di circa 182,7 miliardi di dollari. Questa cifra, che tra l’altro risulta inferiore a quella ipotizzata per gli incendi di Los Angeles, fa del 2024 il quarto anno con più danni economici mai registrato negli Usa, dietro al 2017 (395,9 miliardi di dollari), al 2005 (268,5 miliardi di dollari) e al 2022 (183,6 miliardi di dollari). Aggiungendo i 27 eventi del 2024 al record che inizia nel 1980, gli Stati Uniti hanno subito 403 disastri meteorologici e climatici per i quali i singoli costi dei danni hanno raggiunto o superato 1 miliardo di dollari. Il costo cumulativo per questi 403 eventi supera i 2,915 trilioni di dollari.
Tra le peggiori calamità naturali riportate ci sono gli uragani Helene e Milton, che hanno provocato rispettivamente 219 morti e 79,6 miliardi di dollari e 32 morti e 34,3 miliardi di dollari, l’uragano Beryl (46 morti e 7,2 miliardi di dollari di danni), la raffica di tornado che si sono abbattuti sugli Stati centrali (3 morti, 6,6 miliardi di dollari).
Il report, tra l’altro, segnala con dovizia di grafici che il numero di disastri da miliardi di dollari e i loro costi totali sono costantemente aumentati dal 1980. E che anche se l’analisi tiene conto dell’inflazione, nessuno degli anni in cui sono stati registrati più eventi meteo estremi è precedente al 2000. Tra le cause di questo triste trend vengono segnalati «l’aumento dell’esposizione (cioè, più beni a rischio); aumento della vulnerabilità (cioè la quantità di danno che un pericolo di una data intensità, come i forti venti, può causare in un luogo); e aumenti della frequenza e dell’intensità di alcuni tipi di eventi estremi dovuti al cambiamento climatico causato dall’uomo».