Prima dei dinosauri, il predatore più terribile era una creatura gigante simile a una salamandra
Secondo lo studio “Giant stem tetrapod was apex predator in Gondwanan late Palaeozoic ice age”, pubblicato su Nature da un team di ricercatori argentini, sudafricani, statunitensi e namibiani. 40 milioni di anni prima che si evolvessero i primi dinosauri, un feroce predatore si nascondeva nelle acque paludose. Il suo cranio da solo era lungo più di 60 centimetri e stava in agguato, con le fauci spalancate, pronto a serrarle su qualsiasi preda avesse la sfortuna di passarci accanto a nuoto. la Questa creatura è stata chiamata Gaiasia jennyae, era considerevolmente più grande di una persona e probabilmente si aggirava vicino al fondo di paludi e laghi.
Uno degli autori principali dello studio, Jason Pardo, un borsista post-dottorato NSF al Field Museum di Chicago, la descrive così: «Ha una testa grande, piatta, a forma di sedile del water, che le consente di aprire la bocca e risucchiare la preda. Ha queste enormi zanne, l'intera parte anteriore della bocca è fatta solo di denti giganti. E’ un grande predatore, ma potenzialmente anche un predatore da agguato relativamente lento".
Il predatore fossile prende il nome dalla Formazione Gai-as in Namibia, dove è stato trovato, e da Jenny Clack, una paleontologa specializzata nell'evoluzione dei primi tetrapodi, i vertebrati a quattro arti che si sono evoluti dai pesci con pinne lobate e hanno dato origine ad anfibi, rettili, uccelli e mammiferi.
La co-autrice principale dello studio, Claudia Marsicano dell'Universdad de Buenos Aires, spiega che «Quando abbiamo trovato questo enorme esemplare adagiato semplicemente sull'affioramento come una concrezione gigante, è stato davvero scioccante. Ho capito solo vedendolo che era qualcosa di completamente diverso. Eravamo tutti molto emozionati. Dopo aver esaminato il cranio, la struttura della parte anteriore del cranio ha catturato la mia attenzione. Era l'unica parte chiaramente visibile a quel tempo e mostrava delle grandi zanne intrecciate in modo molto insolito, creando un morso unico per i primi tetrapodi».
Il team di ricercatori argentini ha dissotterrato diversi esemplari di Gaiasia jennyae, tra i quali uno con un cranio e una spina dorsale ben conservati e articolati. Pardo sottolinea che «Avevamo del materiale davvero fantastico, tra cui un cranio completo, che potevamo usare per confrontarlo con altri animali di questa epoca e farci un'idea di cosa fosse questo animale e cosa lo rendesse unico».
A quanto pare, la creatura aveva molte caratteristiche che ka rendono davvero speciale.
Mentre oggi la Namibia si trova appena a nord del Sudafrica, 300 milioni di anni fa era ancora più a sud. Era vicina al 60° parallelo, quasi alla stessa distanza dall’odierno punto più a nord dell'Antartide, e a quel tempo, la Terra si stava avvicinando alla fine di un'era glaciale. La terra paludosa vicino all'equatore si stava prosciugando e stava diventando più boscosa, ma più vicino ai poli, restavano ancora delle paludi rimanevano, potenzialmente insieme a chiazze di ghiaccio e ghiacciai.
Nelle zone più calde e secche del mondo, gli animali si stavano evolvendo verso nuove forme. I primi vertebrati a quattro zampe - i tetrapodi staminali - si ramificarono e si divisero in linee che un giorno sarebbero diventate mammiferi, rettili e anfibi. Ma ai margini, in luoghi come l'attuale Namibia, rimasero le forme più antiche.
Pardo spiega ancora: «Gaiasia è un tetrapode staminale, è un residuo di quel gruppo precedente, prima che si evolvessero e si dividessero nei gruppi che sarebbero diventati mammiferi, uccelli, rettili e anfibi, che sono chiamati tetrapodi corona. E’ davvero, davvero sorprendente che Gaiasia sia così arcaica. Era imparentata con organismi che si erano estinti probabilmente 40 milioni di anni prima».
Inoltre, per essere un bizzarro retaggio di un'epoca ancora più antica, Gaiasia sembrava cavarsela piuttosto bene: «Ci sono altri animali più arcaici che sopravvivevano ancora 300 milioni di anni fa, ma erano rari, erano piccoli e timidi. Gaiasia è grande, è abbondante e sembra essere il predatore principale del suo ecosistema».
Anche se la Gaiasia jennyae è solo una specie, fornisce informazioni di grande portata per i paleontologi che studiano come il mondo stesse cambiando durante il Permiano. Pardo conclude: «Ci dice che quel che stava accadendo nell'estremo sud era molto diverso da quel che stava accadendo all'Equatore. E questo è davvero importante perché c'erano molti gruppi di animali che apparvero in quel periodo e di cui non sappiamo davvero da dove provenissero. Il fatto che abbiamo trovato Gaiasia nell'estremo sud ci dice che c'era un ecosistema fiorente che poteva supportare questi predatori molto grandi. Più guardiamo, più potremmo trovare risposte su questi grandi gruppi di animali a cui teniamo, come gli antenati dei mammiferi e dei rettili moderni».