Guerre: aumento scioccante delle violenze estreme contro i bambini
Il segretario generale dell’Onu, António Guterres, ha detto che il rapporto “Children and armed conflict” che gli è stato consegnato dall’ufficio dello Special Representative of the Secretary-General for Children and Armed Conflict, dimostra che «Lo scorso anno la violenza contro i bambini coinvolti nei conflitti armati ha raggiunto livelli estremi, con un aumento scioccante del 21% delle violazioni estreme».
E il rapporto evidenzia che «Nel 2023, i bambini che vivono in situazioni di conflitto hanno subito violenze a livelli insopportabili. I bambini sono stati reclutati e utilizzati anche in prima linea, attaccati nelle loro case, rapiti mentre andavano a scuola, le loro scuole sono state utilizzate dai militari e i loro medici presi di mira, e l’elenco terribile potrebbe continuare. Nel 2023 la natura in evoluzione, la complessità e l’intensificazione dei conflitti armati, nonché l’uso di armi esplosive nelle aree popolate, hanno portato a un aumento scioccante di gravi violazioni contro i bambini».
Il rapporto annuale del Segretario generale delle Nazioni Unite sui bambini e i conflitti armati (CAAC), ha incluso per la prima volta informazioni su Haiti e Niger tra le 25 situazioni prese in esame e un accordo di monitoraggio regionale sull’agenda sui bambini e i conflitti armati, e ha rivelato che sono state verificate 32.990 gravi violazioni contro 22.557 bambini.
“Children and armed conflict” evidenzia che «Nel 2023, questo livello di sofferenza senza precedenti è stato rappresentato da un aumento della maggior parte delle violazioni gravi e da un livello elevato e persistente di altre gravi violazioni. I bambini hanno subito un palese disprezzo dei loro diritti e delle tutele sancite dal diritto umanitario internazionale e dai diritti umani, compreso il diritto alla vita. con 11.649 bambini uccisi e mutilati, che rappresentano un aumento del 35% rispetto al rapporto dello scorso anno e rappresentano la più alta violazione verificata nel rapporto. Il numero di bambini uccisi nel 2023 (5.301) rappresenta l’equivalente di quasi 15 bambini uccisi ogni giorno. Successivamente sono stati reclutati e utilizzati 8.655 bambini e rapiti 4.356 bambini».
Il maggior numero di gravi violazioni contro i bambini si è verificato in Israele e nei Territori Palestinesi Occupati, nella Repubblica Democratica del Congo, in Myanmar, in Somalia, in Nigeria e in Sudan. Il rapporto denuncia che «Circa il 50% delle violazioni sono state commesse da gruppi armati, compresi quelli designati come terroristi dalle Nazioni Unite, mentre il resto è stato commesso da forze governative e da autori non identificati, come mine antiuomo e ordigni esplosivi improvvisati. I gruppi armati sono stati i principali responsabili del rapimento, del reclutamento, dell’utilizzo e della violenza sessuale contro i bambini, mentre le forze governative sono state le principali responsabili di uccisioni e mutilazioni, attacchi a scuole e ospedali e al relativo personale, e negazione dell’accesso umanitario ai bambini. L’uso di armi esplosive ha continuato ad avere un impatto disastroso, uccidendo e mutilando bambini e ostacolando la fornitura di aiuti umanitari».
Il rifiuto di consentire l’accesso umanitario (5.205) è aumentato del 32% nel 2023 rispetto al 2022. La sottosegnalazione a causa di stigmatizzazione, paura di ritorsioni, norme sociali dannose, mancanza di servizi, impunità e preoccupazioni per la sicurezza, casi di violenza sessuale contro i bambini legata al conflitto (1.470) continuano a rappresentare un problema. in aumento del 25% rispetto al 2022. L’accesso all’istruzione e ai servizi sanitari è stato compromesso per migliaia di bambini, con 1.650 attacchi verificati contro scuole, ospedali e relativo personale.
Guterres ha detto: «Sono sconvolto dal drammatico aumento, dalla portata e dall'intensità senza precedenti delle gravi violazioni contro i bambini nella Striscia di Gaza, in Israele e nella Cisgiordania occupata, compresa Gerusalemme Est, nonostante i miei ripetuti appelli alle parti affinché attuino misure per porre fine a gravi violazioni». .
La relazione annuale contiene un allegato dei soggetti che commettono gravi violazioni. Come è già stato ampiamente riportato, per la prima volta le forze armate e di sicurezza israeliane sono state coinvolte nell'uccisione e nel ferimento di bambini e nell'attacco a scuole e ospedali. Anche Hamas e la Jihad islamica palestinese sono stati aggiunti alla lista per la prima volta per aver ucciso, ferito e rapito bambini.
Il rapporto rileva che «La guerra in Sudan ha portato a un aumento sconcertante del 480% delle violazioni gravi». L’esercito golpista sudanese e i suoi ex alleati oggi avversari delle Rapid Support Forces (RSF) combattono da più di un anno e sono entrambi sulla lista nera per aver ucciso e mutilato bambini e per aver attaccato scuole e ospedali. Le RSF hanno anche reclutato e utilizzato bambini, oltre a commettere stupri e altre violenze sessuali contro di loro.
Virginia Gamba, rappresentante speciale del segretario generale dell’Onu per i bambini e i conflitti armati, ha commentato: «Il numero di bambini che hanno subito gravi violazioni nel 2023, come indicato nel Rapporto annuale del Segretario generale delle Nazioni Unite sui bambini e i conflitti armati, è un campanello d’allarme. Stiamo deludendo i bambini. Invito la comunità internazionale a impegnarsi nuovamente a favore del consenso universale per proteggere i bambini dai conflitti armati e invito gli Stati ad adempiere alla loro responsabilità primaria nel proteggere le proprie popolazioni e a rispettare tutte le norme e gli standard applicabili nella gestione delle situazioni di conflitto armato. Le Nazioni Unite sono pronte ad assistere le parti in conflitto nello sviluppo di un piano d’azione congiunto per porre fine e prevenire l’uso e l’abuso dei bambini in situazioni di conflitto armato».
Ma in questo mare di disperazione, violenza e lacrime c’è anche un barlume di speranza: nel 2023 più di 10.600 bambini precedentemente associati a forze o gruppi armati hanno ricevuto protezione o sostegno per il reinserimento nella società civile, che è essenziale per il loro benessere individuale e per gli obiettivi più ampi di coesione sociale, sviluppo economico sostenibile e pace.
Nel 2023, l’Onu ha avviato o continuato il dialogo con le parti in conflitto, come nel caso delle situazioni CAAC di Burkina Faso, Camerun, Repubblica Centrafricana, Colombia, Repubblica Democratica del Congo, Iraq, Israele e Territori Palestinesi Occupati, Mali, Mozambico, Nigeria, Filippine, Somalia, Sud Sudan, Siria, Ucraina e Yemen, e in alcuni casi c’è stata l’adozione di misure per fornire una migliore protezione ai bambini colpiti da conflitti armati. Quando gli impegni presi sono stati portati avanti e sono state messe in atto misure, anche attraverso la firma di piani d’azione e protocolli di consegna, iniziative di rafforzamento delle capacità, impegni unilaterali e dialoghi bilaterali, le violazioni sono diminuite e/o i bambini sono stati liberati dal conflitto. Diminuzioni a seguito di impegni e piani d’azione ci sono state in Iraq, Mozambico, Filippine, Sud Sudan, Ucraina e Yemen.
La Gamba ha concluso ribadendo l’appello a tutte le parti in conflitto «Affinché si impegnino con me e con le Nazioni Unite sul campo, per identificare e attuare misure per proteggere i bambini da gravi violazioni. E’ tempo di lavorare per una pace sostenibile ed è tempo di creare un mondo migliore per i nostri figli. Nessun bambino dovrebbe mai sopportare il peso di un conflitto armato».