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Le acque reflue potrebbero essere la soluzione per irrigare i terreni aridi

Jrc: il riutilizzo delle acque reflue trattate in agricoltura può migliorare la sicurezza alimentare e contribuire a combattere la scarsità d’acqua
 |  Inquinamenti e disinquinamenti

In molte regioni l’acqua è più scarsa che mai e l’accesso all’acqua sta diventando un grosso problema. Con l’aumento della domanda, la gestione efficiente delle risorse idriche è vitale per garantire la produzione alimentare globale, lo sviluppo economico, il benessere delle comunità e per preservare i nostri ecosistemi.

Il Joint Research Centre (JRC) della Commissione europea spiega che «L’agricoltura attualmente utilizza il 70% dell’acqua dolce globale. Man mano che le popolazioni crescono, sarà necessaria più terra per l’agricoltura per soddisfare la domanda alimentare globale, mettendo le risorse idriche sotto uno stress ancora maggiore. Il riutilizzo delle acque reflue trattate per coltivare i raccolti potrebbe alleviare questa pressione incoraggiando al tempo stesso la gestione sostenibile delle acque dolci».

Il nuovo studio “Sustainable wastewater reuse for agriculture”, pubblicato su Nature Reviews Earth & Environment da un team internazionale di ricercatori, esplora i potenziali benefici e i limiti dell’utilizzo delle acque reflue trattate per l’irrigazione ed evidenzia che «I progressi nella tecnologia di trattamento dell’acqua consentono di utilizzare una maggiore quantità di acqua recuperata laddove l’acqua dolce è scarsa o assente».

Uno studio di particolare interesse soprattutto per l'Italia, dove - nonostante l'avanzata della siccità - solo il 4% dell'acqua depurata viene effettivamente riutilizzata in agricoltura.

Il JRC fa notare che «In Europa, le acque reflue vengono già riutilizzate per l’irrigazione in alcune aree, ma esiste il potenziale per utilizzarne molte di più. Ogni anno nell’Ue circa un miliardo di metri cubi di acque reflue trattate vengono riutilizzate per l’irrigazione», ma gli scienziati Ue hanno calcolato che «6 volte questa quantità potrebbe essere riutilizzata – un volume più o meno equivalente a quello del Lago di Lugano, nel nord Italia. La scarsa consapevolezza del potenziale di riutilizzo delle acque reflue e la mancanza di un quadro coerente e di sostegno per incoraggiarlo hanno rappresentato i principali ostacoli. Il recente regolamento europeo sul riutilizzo dell’acqua armonizza i parametri di qualità per il riutilizzo dell’acqua nell’Ue per l’irrigazione agricola per contribuire a sbloccare questo pieno potenziale».

Oltre ad alleviare la pressione sulle risorse di acqua dolce, il riutilizzo delle le acque reflue trattate fornisce altri vantaggi, come un approvvigionamento idrico più prevedibile per gli agricoltori che possono così pianificare meglio le loro coltivazioni. Inoltre, l’acqua depurata può essere ricca di nutrienti e azoto, potassio e fosforo e «Una gestione attenta di quest’acqua ricca di nutrienti, attenta a problemi come l’eutrofizzazione in alcune aree, può aiutare a ridurre l’uso di fertilizzanti artificiali, portando a risparmi sui costi e a un ridotto impatto ambientale nell’agricoltura».

Ma il JRC avverte che «Il riutilizzo delle acque reflue trattate deve essere accompagnato da misure di salvaguardia per mitigare i rischi potenziali. Le acque reflue possono contenere microinquinanti e altri contaminanti, come biocidi, microplastiche, prodotti farmaceutici o batteri che sono diventati resistenti agli antibiotici. Esistono diversi trattamenti efficaci per rimuovere queste sostanze potenzialmente dannose dall'acqua depurata in modo che possa essere utilizzata in sicurezza nell'irrigazione».

Il supporto scientifico fornito dal JRC ai responsabili politici è stato determinante nella definizione dei requisiti normativi sulla qualità dell'acqua e sulla gestione dei rischi per il riutilizzo dell'acqua. Le linee guida del JRC aiutano gli operatori e gli agricoltori a gestire i potenziali rischi e a garantire che il riutilizzo dell'acqua sia sicuro per la salute umana e animale e per l'ambiente.

Il JRC conclude: «Una maggiore collaborazione tra organizzazioni internazionali, governi, mondo accademico, industria e comunità è essenziale se vogliamo massimizzare i benefici della gestione delle acque reflue trattate. Ma farlo e promuovere pratiche idriche sostenibili sarà un passo avanti verso la sicurezza alimentare per le popolazioni in crescita e per affrontare la scarsità idrica globale».

Redazione Greenreport

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