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Cresce l’incidenza del cancro ai polmoni anche sui non fumatori, pesa l’inquinamento

Onu: «I contaminanti presenti nell'aria causano circa 8 milioni di morti premature e costano all'economia globale più di 8 trilioni di dollari all'anno»
 |  Inquinamenti e disinquinamenti

Gli scienziati dell'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) dell’Oms hanno analizzato le variazioni globali nell'incidenza del cancro, pubblicando un nuovo studio su The Lancet Respiratory Medicine, che si concentra su quattro principali sottotipi di tumore ai polmoni: adenocarcinoma, carcinoma a cellule squamose, carcinoma a piccole cellule e carcinoma a grandi cellule.

«Lo studio dell'Organizzazione Mondiale della Sanità – spiegano dal Programma Onu per l’ambiente (Unep) – ha rilevato che i tassi di cancro sono in aumento tra i non fumatori in tutto il mondo, uno sviluppo che i ricercatori hanno collegato in parte all'inquinamento atmosferico.  Si tratta dell'ultimo di una serie di studi che hanno evidenziato i pericoli degli agenti contaminanti presenti nell'aria, che causano circa 8 milioni di morti premature all'anno e costano all'economia globale più di 8 trilioni di dollari all'anno».

Si tratta di un problema che riguarda molto da vicino anche l’Italia, che vanta il triste record europeo di morti da inquinamento atmosferico, con 48.600 morti l’anno per inquinamento da Pm2.5, 13.600 decessi prematuri da O3 e 9.600 da NO2. Ancora oggi, nel Paese il 97% delle città monitorate da Legambiente supera i limiti dell'Oms per il PM10 e il 95% quelli per l'NO2.

Negli ultimi decenni la qualità dell’aria nel nostro Paese ha continuato a migliorare, ma non abbastanza; anzi, i progressi stanno rallentando dato che, come certifica Ispra, si «registra una sostanziale stabilità dei livelli di Pm10 e Pm2,5». Eppure i settori dove sarebbe più urgente intervenire, per lenire gli impatti sulla salute, sono già chiari. Sappiamo infatti da dove arriva l’inquinamento atmosferico: le principali fonti di provenienza per le polveri sono riscaldamento degli edifici, allevamenti e trasporti stradali; per il biossido d’azoto, il traffico veicolare; per l’ozono, trasporto su strada, riscaldamento e produzione di energia.

«La buona notizia? Gli esperti – concludono nel merito dall’Unep – affermano che è possibile per le nazioni sconfiggere l'inquinamento atmosferico facendo investimenti mirati e applicando leggi per l'aria pulita».

Redazione Greenreport

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