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La denuncia di Greenpeace: la Russia impiega navi obsolete per esportare petrolio greggio e finanziare la guerra in Ucraina

La contaminazione provocata dalle petroliere russe affondate si estende per più di 60 chilometri

Strage di uccelli per colpa del combustibile fuoriuscito, diverse città del territorio che va dal ponte di Crimea fino ad Anapa, nella regione di Krasnodar, hanno dichiarato lo stato di emergenza
 |  Inquinamenti e disinquinamenti

L’estensione della contaminazione provocata dalle due petroliere russe travolte il 15 dicembre da una violenta tempesta nello Stretto di Kerch, al largo della Crimea, copre almeno 60 chilometri. Il combustibile fuoriuscitova dal ponte di Crimea fino ad Anapa, nella regione di Krasnodar. Diverse città hanno dichiarato lo stato di emergenza ed è stata già confermata la morte di uccelli contaminati dal mazut.

«Gli incidenti che hanno coinvolto le due petroliere nello Stretto di Kerch, che secondo diversi rapporti hanno entrambe oltre 50 anni di servizio, costituiscono una grave minaccia ambientale», spiega Natalia Gozak, direttrice dell’ufficio di Greenpeace Ucraina, che ha seguito sin da subito gli sviluppi dell’incidente per avere informazioni più chiare sull’entità dei danni. «Il combustibile fuoriuscito sta già compromettendo l’ecosistema locale».

Questo episodio, denuncia Greenpeace, evidenzia un problema ben più ampio: le attività della cosiddetta flotta ombra russa. La Russia infatti impiega petroliere obsolete per esportare petrolio greggio e finanziare la guerra in Ucraina.

Greenpeace Germania ha identificato le 192 petroliere più pericolose della flotta ombra. Questi tanker sono obsoleti, scarsamente assicurati e, in alcuni casi, già segnalati in passato per difetti tecnici e trasferimenti rischiosi di petrolio greggio da nave a nave. Per questo chiediamo che anche queste navi vengano aggiunte alla lista delle sanzioni dell’Unione Europea nei confronti della Russia, bloccandone sia la circolazione nelle acque e nei porti dell’Ue, sia il commercio del petrolio e dei prodotti trasportati.

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.