La petroliera Sounion rischia di diventare l’ennesima bomba ecologica nel Mar Rosso
La petroliera Sounion, battente bandiera greca, trasportava 150mila tonnellate di greggio: è stata abbandonata dal suo equipaggio dopo un attacco nel Mar Rosso. Risulta essere stata colpita da numerosi proiettili sparati al largo della città portuale di Hodeidah, nello Yemen, e allo stato attuale costituisce un serio pericolo per l’ambientale marino.
L'equipaggio della petroliera ha abbandonato la nave ed è stato trasportato a Gibuti da un’unità navale della ”Aspides”, la missione navale dell'Ue presente nel Mar Rosso già dal febbraio scorso.
Fonti giornalistiche contrastanti non chiariscono se la petroliera si trovi ancora alla deriva nel Mar Rosso dopo essere stata abbandonata dal suo equipaggio composto da 29 marittimi oppure sia stata presa al rimorchio. Ma da quale mezzo adatto a rimorchiare una tanker lunga 274 metri e larga 50 metri, con un pescaggio allo stato attuale di oltre 11 mt, e avente a bordo un carico di 150.000 tonnellate di greggio? Dubito molto che nei porti di quell’area costiera possano esserci mezzi adeguati a tentare un rimorchio di questo genere, e in presenza di un incendio a bordo di cui poco si sa.
Abbiamo più volte segnalato che l’area del Mar Rosso posta di fronte alle coste yemenite controllate dai ribelli Houthi – più precisamente nello Stretto di Bab Al Mandeb e nel Mar Rosso meridionale – costituisce un serio vulnus, non solo per la libertà dei mari ma anche (e soprattutto) per la tutela ambientale dell’intero Mar Rosso.
La missione Aspides il cui Comando operativo e tattico è stato affidato ad un Ammiraglio italiano, supportato da uno staff internazionale di comando a prevalenza italiana e un assetto navale dedicato, rappresenta una missione navale di assoluta importanza, che andrebbe integrata anche con un task force marine pollution combating, in grado di intervenire prontamente e con mezzi propri e piena autonomia decisionale, per contenere e ridurre l’inquinamento causata dalla fuoriuscita di sostanze inquinanti. I fatti tragici già registrati e la situazione attuale impongono interventi d’urto, urgenti e mirati.