
In attesa di Piombino, nessun sito italiano tra gli impianti Ue per il "riciclaggio delle navi"

È stato pubblicato ieri sulla Gazzetta ufficiale europea il primo elenco degli impianti europei di “riciclaggio delle navi” (questa la definizione offerta dalla legislazione comunitaria) che soddisfano i requisiti stabiliti a partire dal regolamento Ue del 2013, definiti con lo scopo di rafforzare la sicurezza, la protezione della salute umana e la tutela dell’ambiente marino dell’Unione durante l’intero ciclo di vita della nave.
Tra 20 giorni la decisione europea – che prevede 18 impianti a norma sparsi tra Belgio, Danimarca, Francia, Lettonia, Lituania, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Spagna, Regno Unito, ma nessuno in Italia – diventerà operativa, offrendo così un quadro normativo rinnovato per quanto riguarda il “riciclaggio delle navi”. Concretamente, si tratta di quel complesso di operazioni volte a “l’attività di demolizione completa o parziale di una nave” al fine di “recuperare componenti e materiali da ritrattare, preparare per il riutilizzo o riutilizzare, garantendo nel contempo la gestione dei materiali pericolosi e di altro tipo, che comprende le operazioni connesse come lo stoccaggio e il trattamento di componenti e materiali sul sito, ma non il loro ulteriore trattamento o smaltimento in impianti separati”.
La speranza è che l’elenco venga presto aggiornato, ricomprendendo anche il polo per la demolizione navale in realizzazione a Piombino, all’interno di 103.295mq di aree portuali date in concessione per i prossimi 40 anni alla Pim - Piombino industrie marittime: l’azienda dovrebbe avviare la propria attività a partire dalla seconda metà del 2017.
«Quello che Pim realizzerà a Piombino – fu il commento del presidente della Regione Toscana Enrico Rossi in occasione della firma per la concessione delle aree portuali, avvenuta lo scorso settembre – sarà l’unico polo portuale del Mediterraneo per demolizioni, manutenzioni e refitting navali conforme alle normative europee». Uno sforzo appoggiato a livello istituzionale non solo dalla Toscana ma anche dal governo nazionale, e per il quale si attende – una volta terminata la concreta realizzazione del polo a Piombino – il riconoscimento Ue.
Nel frattempo, sempre sulla Gazzetta ufficiale di ieri e conformemente al regolamento del 2013 sul “riciclaggio delle navi”, sono stati pubblicate altri quattro provvedimenti distinti riguardanti una serie di formulari necessari all’attività: il certificato di idoneità al riciclaggio, la dichiarazione di completamento del riciclaggio, la notifica del previsto inizio del riciclaggio, il certificato relativo all'inventario dei materiali pericolosi rilasciato.
di Eleonora Santucci e Luca Aterini
