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Che fine ha fatto Arrr, l'Agenzia regionale recupero risorse della Toscana

 |  Inquinamenti e disinquinamenti

L'Agenzia regionale recupero risorse (Arrr) è diventata una società in house della Regione Toscana. Con Legge regionale 59/2014 approvata dal Consiglio il 2 Dicembre scorso, infatti, l’Agenzia nata nel 2009 (LR 87/2009) è stata ridisegnata nella compagine societaria, trasformandola in una SPA di cui la Regione è azionaria al 100%, e nei ruoli che è chiamata a svolgere.

Con il nuovo assetto Arrr avrà infatti anche nuove competenze rispetto a quelle già svolte in questi anni nel supporto alle attività della Regione Toscana nel settore dei rifiuti e della bonifica dei siti inquinati, per supportare gli uffici regionali a seguito delle recenti modifiche alla LR  25/1998 e alla 10/2010, che attribuiscono nuovamente al livello regionale molte delle competenze che precedentemente erano state delegate alle province. In particolare saranno di nuovo di competenza regionale il rilascio delle autorizzazioni per la realizzazione, l'esercizio e la chiusura degli impianti di gestione dei rifiuti e lo svolgimento delle operazioni di smaltimento e recupero dei rifiuti stessi, anche pericolosi.

Sarà dunque l’Agenzia Regionale Recupero e Risorse ad adiuvare la Regione nell’esercizio delle funzioni amministrative e a dare assistenza e supporto tecnico e amministrativo agli uffici regionali per le procedure di autorizzazione per le discariche per rifiuti pericolosi e non pericolosi, per gli impianti di termovalorizzazione con risparmio energetico, per gli impianti di compostaggio e di digestione anaerobica. La società nel suo nuovo assetto è amministrata da un consiglio di amministrazione, di cui fanno parte Laura Etri e David Tei, dipendenti della Regione e nominati dal Consiglio regionale, e Marco Meacci, con funzioni di presidente e amministratore delegato nominato dal Presidente della Giunta regionale. Arrr oltre alla compagine societaria ed alle competenze, ha rinnovato anche la struttura e la veste grafica del sito che comunque risponde ancora awww.arrr.it.

di Sei Toscana

Redazione Greenreport

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