Nei cieli d’Italia è in arrivo «un’intrusione di proporzioni anomale» di polveri sahariane
Negli ultimi anni sta aumentando l’intensità e la frequenza di polveri sahariane nei cieli d’Europa, come mostrano i dati Copernicus, e l’Italia – per la sua localizzazione geografica – è ovviamente tra i Paesi più interessati dal fenomeno.
Proprio in questi giorni è in corso un flusso d’aria molto calda di origine desertica, che sta trasportando «ingenti quantitativi di polveri sahariane dando luogo a «un’intrusione di proporzioni anomale». L’estensione del fenomeno e le concentrazioni di polveri previste dai modelli di dispersione sono da ritenersi, infatti, inusuali», come spiegano dal Lamma, il Laboratorio di monitoraggio e modellistica ambientale per lo sviluppo sostenibile nato da Regione Toscane e Cnr.
Di cosa si tratta? Il Lamma sottolinea in primis come sia più corretto parlare di “polveri” e non di sabbia. Quest’ultima è infatti troppo pesante e grossolana (tra 0,1 mm e 2 mm circa di diametro) per essere trasportata fino alle medie quote troposferiche dai moti verticali e dai venti. Le particelle più minute, al contrario, se inserite in un flusso abbastanza intenso riescono a vincere la forza di gravità e possono percorrere migliaia di chilometri prima di depositarsi. Le polveri sahariane sono ricche di micronutrienti indispensabili sia per le piante (fosforo) che per gli organismi fotosintetici marini (ferro).
I mesi in cui si ha la maggior frequenza di intrusioni sahariane sul centro-nord Italia e la regione alpina sono maggio, giugno e ottobre. Ma l’intrusione in corso in questa settimana – il picco è atteso per giovedì 20, mentre le polveri desertiche dovrebbero tornare ad allontanarsi dall’Italia a partire dal giorno successivo – è particolarmente intenso.
Con impatti anche sulla salute, dato che la presenza di polveri incide ovviamente sull’inquinamento atmosferico: «Le polveri contribuiscono all’aumento delle concentrazioni di PM10 sul territorio», conferma nel merito il Lamma.