Wwf, dopo le elezioni europee maggioranza per il Green deal «più limitata, ma possibile»
Le elezioni europee hanno ridisegnato il panorama politico a Bruxelles dando spazio alle legittime preoccupazioni dei cittadini per la loro sicurezza economica e sociale, entrambi fattori sui quali la crisi climatica pesa però moltissimo.
«I risultati elettorali aggregati prospettano una maggioranza a favore del Green deal più limitata, ma che resta possibile e auspicabile – commentano dal Wwf Italia – proprio per dare una risposta concreta alle preoccupazioni generate da un clima che cambia sempre più velocemente con gravi conseguenze sulla stabilità sociale, economica e finanziaria degli europei. È evidente che puntare sulla sostenibilità ambientale stimoli la nostra economia e rappresenti un importante fattore di crescita dell’occupazione».
Qualche esempio? «A livello europeo più di 5,1 milioni di persone lavorano nei posti di lavoro green e il loro numero cresce di anno in anno. Gli investimenti nell’energia pulita hanno contribuito a quasi un terzo della crescita del Pil dell’Unione europea nel 2023», ricordano dal Wwf.
Eppure si tratta di realtà ancora poco comunicate e dunque poco conosciute, tant’è che molti continuano a ritenere la tutela ambientale come un freno al benessere economico, quando in realtà è l’esatto opposto.
«Il voto di ieri non ci ha sorpreso – commenta Luciano Di Tizio, presidente del Wwf Italia – l’Europa si ritrova impaurita davanti alle enormi sfide che dovrà affrontare nei prossimi anni, a partire dalla transizione ecologica. I cittadini europei chiedono maggiore sicurezza e un futuro più prospero: obiettivi che potranno essere raggiunti solo se si confermerà la scelta di una giusta transizione ecologica che non penalizzi le fasce delle popolazioni che già oggi sono in sofferenza per motivi che nulla hanno a che fare con il percorso tracciato dal Green deal. Il nuovo Parlamento europeo e la nuova Commissione non potranno ignorare questa enorme sfida, anche per le future generazioni. Ma saranno soprattutto i Capi di Stato e di Governo a indicare la rotta.
Vedremo quali scelte vorrà adottare il Governo italiano che finora si è quasi sempre opposto all’avanzamento delle politiche ambientali in Italia e in Europa. Questa scelta, se non vi sarà un cambio di rotta, avrà effetti disastrosi sulla protezione dell'ambiente, ma anche sulla salute e sulla sicurezza di tutti i cittadini».