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Piano auto Ue, sospiro di sollievo dei produttori. Ma T&E: «Grande concessione, deve essere l’ultima»

Il think tank Ecco: la decisione di calcolare su tre anni le emissioni potrebbe influire sulle strategie di mercato, riducendo le vendite di veicoli elettrici, ma Bruxelles conferma la rotta per una piena elettrificazione della mobilità
 |  Green economy

L’Associazione europea dei costruttori auto (Acea) plaude alla «svolta pragmatica» impressa dalla Commissione europea con il Piano d’azione per il settore dell’automotive. Ma altre associazioni non sono altrettanto entusiaste per quanto annunciato oggi da Bruxelles. Transport&Environment, sigla che da anni promuove la sostenibilità dei trasporti, parla di «grande concessione all’industria automobilistica europea», che «deve essere l’ultima» e che deve dare i giusti frutti: «Passi positivi sono stati compiuti sulle flotte aziendali – scrive l’organizzazione no-profit in una nota – ma l’indebolimento dei target di riduzione delle emissioni di CO2 e un sostegno solo generico alla produzione di batterie condannano l’Europa a restare ancora più indietro rispetto alla Cina sulle auto elettriche».

A giudicare dai commenti a caldo, i produttori d’auto sono maggiormente sollevati dalla novità del calcolo delle emissioni 2025 su tre anni invece che su uno, che non preoccupati da scenari più a lungo termine. Le richieste però non mancano. Dice il direttore generale Acea Sigrid de Vries: «Il Piano d'azione identifica molti settori chiave in cui è necessario lavorare immediatamente. La flessibilità proposta per raggiungere gli obiettivi di CO2 nei prossimi anni è un primo passo positivo verso un approccio più pragmatico alla decarbonizzazione, dettato dalle realtà di mercato e geopolitiche. È la promessa di un po' di respiro per i produttori di auto e furgoni, a condizione che le tanto necessarie misure relative alla domanda e alle infrastrutture di ricarica prendano effettivamente il via».

Sottolineano però da Transport&Environment il Piano presentato oggi «deve segnare una linea di demarcazione per le concessioni all’industria automobilistica sugli obiettivi climatici». «Include misure cruciali per stimolare la domanda di veicoli elettrici prodotti nell’Ue, tra cui un’iniziativa legislativa per elettrificare le flotte aziendali – riconosce l’organizzazione – tuttavia, la decisione di concedere due anni in più alle case automobilistiche per adeguarsi agli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO₂ previsti per il 2025 mette a repentaglio il principale stimolo per l’automotive europea a recuperare terreno nella corsa all'elettrificazione». T&E ritiene che le misure positive, ma al momento generiche, previste nel piano per promuovere schemi di sussidi nazionali e il social leasingper i veicoli elettrici, verranno vanificate dall'indebolimento degli obiettivi di CO₂ per il 2025. L’allentamento di questi obiettivi porterebbe le case automobilistiche a vendere fino a 880.000 auto elettriche in meno tra il 2025 e il 2027 rispetto agli obiettivi attuali; verrebbe inoltre a mancare il necessario stimolo a produrre modelli di veicoli elettrici più economici. T&E chiede che, in sede di revisione del regolamento, i legislatori resistano a ogni pressione per modificare gli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO₂ previsti per il 2030 e il 2035. Auto, furgoni, camion e autobus sono responsabili del 22% delle emissioni di gas serra nell’Ue, sottolinea non a caso l’organizzazione.

Guarda al bicchiere mezzo pieno il think tank per il clima Ecco, sottolineando che il Piano conferma la transizione verso l’elettrico. La decisione potrebbe influire sulle strategie di mercato dei produttori nel corso dell'anno, riducendo le vendite di veicoli elettrici a basse e zero emissioni, con potenziali effetti negativi sulle emissioni complessive del settore dei trasporti dell'Unione. Ciò potrebbe accadere nonostante l’avvio positivo delle vendite di queste auto per il 2025, come evidenziato dall’Osservatorio sul mercato e le emissioni dell’auto Ue, promosso da Ecco in collaborazione con Icct e Iddri-Imt, sottolinea il think tank. «I primi dati di mercato per il 2025 suggeriscono che la flessibilità proposta da Bruxelles potrebbe non essere necessaria, se i costruttori continuassero su questa traiettoria nel corso dell’anno. Con l’Osservatorio continueremo a monitorare l’evoluzione del mercato per fornire informazioni utili ai futuri sviluppi normativi», afferma Massimiliano Bienati responsabile delle politiche per i trasporti del think tank Ecco, che aggiunge: «ll Piano industriale europeo per l’automotive è stato elaborato con il coinvolgimento degli attori industriali di settore e conferma la rotta per una piena elettrificazione della mobilità».

 

Redazione Greenreport

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