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Sta nascendo nel Lazio Inspiree, il primo impianto Ue per ottenere terre rare da riciclo chimico

Codognola: «Itelyum è capofila di un progetto all’avanguardia che mette insieme le migliori competenze made in Italy»
 |  Green economy

È stato presentato ieri a Roma il progetto Life Inspiree, che farà nascere a Ceccano (Frosinone) il primo impianto in Europa per la produzione di ossidi e carbonati di terre rare (neodimio, praseodimio e disprosio) da riciclo chimico di magneti permanenti esausti, estratti da hard disk e motori elettrici a fine vita.

Le terre rare rappresentano una fetta importante delle cosiddette materie prime critiche, dal cui approvvigionamento passa non solo la possibilità di portare avanti la transizione ecologica, ma anche l’economia del Paese: si stima infatti che il 38% del Pil italiano poggi sulle materie prime critiche.

Non a caso l’Ue ha varato nei mesi scorsi il primo Critical raw material act, recentemente acquisito nella normativa italiana da uno specifico decreto legge, che però punta molto sulle (pur necessarie) nuove miniere lasciando invece ai margini il riciclo, da cui potrebbe invece garantire fino al 32% dell’approvvigionamento di materie prime critiche di cui l’Italia ha bisogno.

Come spesso accade in Italia, le imprese d’avanguardia sanno però guardare più avanti della politica. «Itelyum è capofila di un progetto all’avanguardia, che mette insieme le migliori competenze ade in mItaly – spiega Marco Codognola, ad dell’azienda specializzata nella gestione e recupero dei rifiuti speciali –  L’economia circolare e la sostenibilità fanno parte del nostro Dna ed è un onore metterle a disposizione nella costruzione di nuove filiere, di importanza strategica nazionale ed europea, con partner di alto valore».

Lo scale-up industriale dell’impianto avverrà grazie a un processo a due livelli: il primo step prevede il disassemblaggio dei magneti, mentre il livello successivo consiste nel recupero di ossalati di terre rare tramite idrometallurgia a bassissimo impatto ambientale.

L’impianto di smontaggio potrà trattare 1.000 tonnellate all’anno di rotori elettrici e l’impianto idrometallurgico a regime potrà trattare 2.000 t/anno di magneti permanenti ottenuti da diverse fonti tra cui anche hard disk, piccoli e grandi motori elettrici con il conseguente recupero di circa 500 t all’anno di ossalati di terre rare, una quantità sufficiente al funzionamento di 1 milione di hard disk e lap top e 10 milioni di magneti permanenti per applicazioni varie nell’automotive elettrico.

Tutto questo anche grazie all’indispensabile supporto al progetto Inspiree dei partner che si affiancano a Itelyum, ovvero Eit raw materials, il più grande consorzio nel settore delle materie prime a livello mondiale; Erion, il sistema multi-consortile no profit per la gestione di differenti tipologie di rifiuti e la valorizzazione delle materie prime seconde; Glob eco, azienda con pluriennale esperienza nella raccolta e nel trattamento di Raee; Università degli studi dell’Aquila.

«Siamo lieti di poter mettere a disposizione le specifiche competenze che abbiamo maturato grazie al progetto New-Re, finanziato dall’ente europeo Eit raw waterials – aggiunge Danilo Bonato, dg di Erion compliance organisation – Per ’approvvigionamento delle materie prime strategiche l’Europa dipende ancora troppo da Paesi terzi, nonostante gli sforzi in atto per rendere più circolare la nostra economia. Ora però abbiamo l’opportunità di costruire la value chain del riciclo delle terre rare, attraverso la realizzazione di impianti con tecnologie innovative e strategie più efficaci per massimizzare la raccolta dei rifiuti tecnologici».

Redazione Greenreport

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