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Direttiva quadro sui rifiuti, la posizione del Consiglio europeo vista da Assoambiente

Cosa cambia per la gestione dei rifiuti tessili e alimentari nella revisione mirata della direttiva
 |  Green economy

Il Consiglio europeo ha appena adottato la propria posizione sulla proposta di aggiornamento della direttiva quadro sui rifiuti (2008/98/CE) presentata dalla Commissione europea il 5 luglio 2023, e che interviene principalmente sul settore dei rifiuti tessili e su quello dei rifiuti organici.

Nel merito, riportiamo di seguito il focus normativo sviluppato da Assoambiente, l’associazione delle imprese dei servizi ambientali e dell’economia circolare.

Il Consiglio europeo lo scorso 17 giugno ha adottato la propria posizione sulla proposta di aggiornamento della Direttiva 2008/98/CE (cd. direttiva quadro sui rifiuti) presentata dalla Commissione europea il 5 luglio 2023 e che interviene principalmente sul settore dei rifiuti tessili e su quello dei rifiuti organici (v. circolare associativa n. 66 del 18 marzo 2024).

Per i Ministri UE, la revisione mirata della direttiva rifiuti dovrà concentrarsi sulla lotta al "fast fashion" e sulla fissazione di obiettivi di riduzione dei rifiuti alimentari commestibili entro il 2027. In particolare, rispetto ai rifiuti tessili, il Consiglio nella sua posizione concorda con la proposta della Commissione di introdurre regimi di responsabilità estesa del produttore (Epr) obbligatori per coprire i costi di gestione del fine vita, basati sulle prestazioni ambientali dei prodotti tessili.

Il livello di tali contributi sarà basato sulla circolarità e sulle performance ambientali dei prodotti tessili (eco-modulazione) e, visto che prevenire i rifiuti è l’opzione migliore, l’approccio generale prevede che gli Stati membri possano applicare contributi più elevati alle aziende che adottano pratiche industriali e commerciali "fast fashion".

Il Consiglio propone inoltre di esentare da oneri amministrativi sproporzionati gli Enti di beneficenza, le imprese sociali e le fondazioni coinvolte nella raccolta e di richiedere agli operatori commerciali di riutilizzo di pagare un contributo (inferiore) quando mettono per la prima volta tali prodotti a disposizione sul mercato.

Per quanto riguarda i rifiuti alimentari, fermi restando gli obiettivi 2030 già proposti dalla Commissione (-10% nella produzione/lavorazione e -30% pro capite nella vendita al dettaglio, nei ristoranti e nelle famiglie), il Consiglio propone di prendere a riferimento gli anni successivi al 2020 (meno influenzati dall’emergenza Covid) e di consentire la fissazione di nuovi obiettivi per gli alimenti commestibili entro il 31 dicembre 2027.

Sulla base di quanto contenuto nella sua posizione il Consiglio europeo avvierà i colloqui con il Parlamento europeo – che aveva bloccato i lavori in attesa della nomina dei nuovi rappresentanti a seguito delle elezioni europee – ai fini della definitiva approvazione del provvedimento.

Redazione Greenreport

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