Skip to main content

Lo dimostra uno studio condotto dall’Isara insieme alla Scuola superiore Sant’Anna di Pisa

L'agroecologia non fa bene "solo" all’ambiente, ma anche a società ed economia

«Le proteste degli agricoltori sono dirette verso l’obiettivo sbagliato, il Green deal può migliorare il reddito: dovrebbero abbracciare la transizione senza timori»
 |  Enogastronomia moda turismo

Mentre il Governo italiano figura tra i principali ostacoli all’approvazione in europea della legge sul ripristino della natura, formalmente per i problemi che questa fetta di Green deal causerebbe agli agricoltori, per la prima volta la comunità scientifica è arrivata a dimostrare i benefici socio-economici (e non solo ambientali) dell’agroecologia su larga scala.

Lo studio italo-francese è stato condotto dalla Scuola superiore Sant'Anna di Pisa e dall'Isara (Institut supérieur d'agriculture Rhône-Alpes) di Lione, ed è stato finanziato dal Centro di conoscenza per la sicurezza alimentare e la nutrizione globale del Centro comune di ricerca della Commissione europea (Jrc).

Il focus è appunto sull’agroecologia, ovvero un approccio sostenibile all’agricoltura, basato su sistemi di coltivazione e di allevamento diversificati e su una forte riduzione di fertilizzanti, pesticidi e antibiotici.

L’agroecologia ha già evidenziato benefici sull'ambiente, sicurezza alimentare e nutrizione. Ma per quanto riguarda economia e società? Per rispondere alla domanda sono state prese in esame oltre 13mila pubblicazioni scientifiche, selezionando 80 articoli pubblicati tra il 2000 e il 2022 che forniscono solide prove scientifiche sui risultati sociali ed economici dell'agroecologia, analizzando parametri differenziati come il reddito, il lavoro e i costi di produzione. E i dati raccolti dimostrano con chiarezza la fattibilità dell'agroecologia da una prospettiva sociale ed economica.

«Nel 51% dei casi abbiamo individuato risultati favorevoli in termini di reddito, produttività ed efficienza – spiega la ricercatrice Ioanna Mouratiadou (Isara), principale autrice dello studio – Tuttavia, rimangono sfide aperte per requisiti e per costi della manodopera, che richiedono politiche appropriate per sostenere gli sforzi agroecologici».

Inoltre, l’analisi evidenzia che i risultati sociali ed economici dipendono da fattori quali l'ambiente geografico, la scala temporale della transizione o le condizioni agricole.

I risultati più significativi sono stati ottenuti da studi condotti nel Sud del mondo e in sistemi che utilizzano l’agroforestazione (la combinazione tra alberi, colture annuali e allevamento), la consociazione (la coltivazione contemporanea di due o più colture sullo stesso terreno) e l'assenza o la riduzione della lavorazione del terreno come pratiche agroecologiche.

In ogni caso lo studio, che appare di grande interesse per i decisori politici e per i professionisti dell'agricoltura, sostiene in modo deciso la transizione europea verso sistemi agricoli e alimentari veramente sostenibili.

Le proteste degli agricoltori in corso in tutta Europa, pur esprimendo un disagio reale, sono dirette verso l'obiettivo sbagliato – evidenzia il co-autore Paolo Bàrberi (Sant’Anna) – La transizione agroecologica, sostenuta dal ‘Green deal’ dell'Unione europea, può in effetti migliorare il reddito degli agricoltori. Questi ultimi e i loro sindacati dovrebbero quindi abbracciare questa transizione senza timori, sapendo che porterà benefici per loro, per l'ambiente e per la società in generale».

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.