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Rapporto dell’Osservatorio Divino 2025 su 3mila aziende agroalimentari, presentata a Wine&Siena

Vino, sfida tra grandi aziende e Pmi a consumare meno energia e sprecare meno acqua

Le prime sono attualmente in vantaggio, ma ora c’è una rincorsa delle seconde a dotarsi di sistemi di produzione per le rinnovabili
 |  Enogastronomia moda turismo

L’attenzione alla sostenibilità riguarda sempre di più le grandi aziende vitivinicole, che in questi ultimi anni stanno attuando misure per consumare meno energia elettrica e sprecare meno acqua. E ora la sfida coinvolge le piccole e medie imprese, che hanno avviato una rincorsa a dotarsi di sistemi di produzione di rinnovabili più di quanto non facciano quelle più grandi. Questo trend emerge dal rapporto dell'Osservatorio Divino 2025 su 3mila aziende agroalimentari, presentato a Wine&Siena, la manifestazione al Santa Maria della Scala che accoglie oltre 150 aziende enogastronomiche nazionali per più di 600 etichette. L'indagine, curata da Angelo Riccaboni, è stata realizzata dal Santa Chiara Lab dell'Università di Siena nell'ambito dello Spoke 9 del Centro nazionale Agritech. L'obiettivo principale è analizzare le pratiche di sostenibilità adottate dalle aziende agroalimentari italiane. 

Per quanto riguarda il vino, l'Osservatorio si basa un campione di 574 aziende del settore vitivinicolo in tutta Italia. Dall'analisi, si spiega, «emerge una chiara differenza nell'incidenza dei consumi elettrici annui sul fatturato tra le grandi aziende vitivinicole e le medio-piccole. Le prime consumano 0,002 kWh per euro di fatturato, le altre ben 0,147». Una differenza dovuta, secondo l'Osservatorio, a un elevato livello di efficienza e soprattutto dall'aver già implementato nel corso degli anni tecnologie avanzate per ottimizzare l'uso dell'energia. 

Un'ipotesi avvalorata dalla rincorsa delle Pmi a dotarsi di sistemi di produzione di rinnovabili, più di quanto non avvenga nelle grandi aziende. In particolare la percentuale risulta del 53% nel caso delle Pmi contro il 37% delle grandi. Tra le diverse soluzioni, l'impianto fotovoltaico è il più adottato. Ampio margine di differenza anche per i consumi idrici: nelle grandi si ha un valore di 0,1 mü per 1.000 euro di fatturato mentre nelle piccole l'incidenza è di 1,80 mü. Ma emerge anche come molte aziende stiano adottando strategie per gestire in modo più efficiente l'uso dell'acqua: lo fa il 44% delle Pmi del vino e il 36% delle Pmi agroalimentari. 

L'Osservatorio misura anche la consapevolezza delle imprese relativamente alla presenza di sostanze organiche nel suolo. La gestione del suolo, si evidenzia, è un aspetto fondamentale per la sostenibilità del settore agroalimentare. Tra i fattori principali che influenzano la qualità e la fertilità del suolo vi è la percentuale di sostanza organica. Il dato risulta poco conosciuto nella realtà vitivinicola. Infatti, solamente il 39% delle grandi aziende e il 21% Pmi conoscono la percentuale di sostanza organica dei propri terreni.

«Il 2024 ha visto il superamento di 1.5 gradi rispetto al periodo pre industriale. Questo era previsto per il 2050 – commenta il co-direttore del gruppo di Ecodinamica dell'Università di Siena, Simone Bastianoni – La ricerca scientifica ha tutti gli strumenti per contenere gli effetti dei cambiamenti climatici sulle culture vitivinicole, dobbiamo solo agire oggi».

Redazione Greenreport

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