
In Toscana raccolto di castagne dimezzato a causa della crisi climatica

Uno dei frutti più tipici della Toscana, la castagna, concederà quest’anno raccolti dimezzati – seppur con un’ampia variabilità regionale – a causa dei cambiamenti climatici, che stanno lasciando un’impronta profonda (anche) sul ciclo di vita degli alberi.
A fornire un primo monitoraggio sono Coldiretti Toscana e l’associazione nazionale Città del Castagno che stimano una riduzione media in almeno il 50% dei raccolti negli oltre 30 mila ettari di castagneti da frutto censiti.
«Per le castagne, così come è stato per vino, olio, frutta ed altre colture, è stata un’annata complicata condizionata da una primavera eccezionalmente piovosa, un’estate torrida e umida con 88 eventi estremi e ora da un autunno eccezionalmente caldo – spiega Letizia Cesani, presidente Coldiretti Toscana – Condizioni che stanno avendo conseguenze molto pesanti sulla sostenibilità economica delle imprese agricole che hanno sostenuto il 30% in più di costi di produzione raccogliendo molto meno delle attese. Contraccolpi che, soprattutto nelle aree più marginali, possono favorire l’abbandono e lo spopolamento perché senza reddito non c’è futuro. L’impatto dei cambiamenti climatici tocca già il nostro presente e ci impone di accelerare sugli investimenti per ricerca, tecnologia, infrastrutture per lo stoccaggio delle acque piovane e la selezione delle varietà più resistenti. E dobbiamo farlo in fretta».
Nonostante tutto restano positive le aspettative per la raccolta in Lunigiana e Garfagnana, dove i castagni sono carichi. Situazione diverse, con una contrazioni anche importante alla voce quantità, nell’aretino e nelle zone del Caprese Michelangelo, sul Monte Amiata e nei boschi del Mugello feriti dall’alluvione e dalle frane dello scorso maggio. Buona invece la qualità dei frutti.
«I castagni quest’anno non ci mostrano una grande quantità di ricci – argomenta Ivo Poli, presidente dell’associazione nazionale Città del castagno – Il grande caldo estivo, a differenza di molte varietà di frutti che maturano in anticipo, nel castagno invece ha ritardato di una decina di giorni la maturazione e la conseguente caduta delle castagne. Ci sarà una diminuzione di prodotto soprattutto di marroni in diverse aree del territorio toscano, come nel Monte Amiata, nel Mugello, causati anche delle frane della primavera scorsa. Mentre nel Nord Toscana: Lunigiana, Garfagnana e montagna pistoiese, ci sarà un’ottima produzione di castagne destinate alla trasformazione, soprattutto di farina di neccio Dop della Garfagnana e farina di castagne Dop della Lunigiana”. Più lontano il pericolo del Cinipe Galligeno del castagno: l’introduzione del suo antagonista “Torymus sinensis” sta ristabilendo l’equilibrio ecologico da non destare più problemi per la produzione di castagne».
Sta di fatto che, a causa della crisi climatica, la Toscana quest’anno rischia di doversi approvvigionare soprattutto di castagne estere, nonostante ben cinque prodotti a denominazione di origine legati al castagno (Marrone del Mugello Igp, il Marrone di Caprese Michelangelo Dop, la Castagna del Monte Amiata Igp, la Farina di Neccio della Garfagnana Dop e la Farina di Castagne della Lunigiana Dop).
