
La crisi climatica taglia la produzione di riso italiana del 15%

La raccolta del riso è appena iniziata in Italia, spinta dal caldo anomalo di questo inizio d’autunno, ma già si prospetta un calo del 15% del raccolto a causa della crisi climatica.
La stima è stata elaborata dalla Coldiretti, ovvero la più grande organizzazione degli agricoltori italiani, che spiega come «il moltiplicarsi di bombe d’acqua, vento e grandine alternate a sbalzi termici traumatici ha pesato sul raccolto. Temperature altissime per lunghi periodi, proprio nel momento della fioritura delle spighe, hanno provocato aborti fiorali che stanno purtroppo presentando il conto agli agricoltori».
In Italia la produzione di riso è concentrata principalmente al Nord con le aree del Pavese (83.000 ettari) e di Vercelli e Novara (100.000 ettari) che insieme rappresentano il 90% della risicoltura nazionale che può contare su un totale di 211mila ettari coltivati, oltre 7500 in meno rispetto al 2022, ai minimi da trent’anni. E questo nonostante l’Italia resti il principale produttore di riso in Europa, con il 50% dei raccolti.
«Per sostenere la produzione nazionale – commenta il presidente Coldiretti, Ettore Prandini – bisogna lavorare sugli accordi di filiera che sono uno strumento indispensabile per la valorizzazione delle produzioni nazionali e per un’equa distribuzione del valore lungo tutta la catena, dalla produzione al consumo».
