
Quando, dove e come sono stati addomesticati i polli. Molto più tardi di quanto si credesse

Due studi pubblicati su Antiquity e Proceedings of the National Academy of Sciences USA da team internazionali di ricercatori hanno scoperto che «un'associazione con la coltivazione del riso ha probabilmente avviato un processo che ha portato i polli a diventare uno degli animali più numerosi al mondo» e hanno anche trovato prove che inizialmente i polli vennero considerati animali esotici e che furono utilizzati come fonte di cibo solo dopo diversi secoli.
Naomi Sykes, dell'università di Exeter, ha evidenziato che «mangiare polli è così comune che la gente pensa che li abbiamo sempre mangiati. Le nostre prove mostrano che la nostra relazione passata con i polli era molto più complessa e che per secoli i polli sono stati celebrati e venerati».
Studi precedenti ipotizzavano che i polli fossero stati addomesticati 10.000 anni fa in Cina, nel sud-est asiatico o in India e che fossero arrivati in Europa oltre 7.000 anni fa. I nuovi studi dimostrano che queste ipotesi sono sbagliate, che quello che ha innescato l'addomesticamento dei polli è stato l'arrivo della coltivazione del riso secco nel sud-est asiatico, dove viveva il loro antenato selvatico, l'uccello rosso della giungla.
«La coltivazione del riso secco ha agito come una calamita attirando gli uccelli selvatici della giungla che vivevano sugli alberi e dando il via a una relazione più stretta tra le persone e gli uccelli della giungla, che ha prodotto i polli», dicono all’università britannica di Exeter. Greger Larson, dell'università di Oxford, fa notare che «questa rivalutazione completa dei polli dimostra in primo luogo quanto fosse sbagliata la nostra comprensione del tempo e del luogo di addomesticamento dei polli. E, cosa ancora più eccitante, dimostriamo come l'arrivo dell'agricoltura del riso secco abbia agito da catalizzatore sia per il processo di addomesticamento dei polli che per la loro dispersione globale».
Quindi, quello dei polli è un processo di addomesticamento avviato intorno al 1.500 aC nel sud-est asiatico. La ricerca suggerisce che i polli vennero poi trasportati prima attraverso l'Asia e poi in tutto il Mediterraneo lungo le rotte utilizzate dai primi commercianti marittimi greci, etruschi e fenici. Joris Peters, della Ludwig-Maximilians-Universität München, conferma che «con la loro dieta complessivamente altamente adattabile ma essenzialmente a base di cereali, le rotte marittime hanno svolto un ruolo particolarmente importante nella diffusione dei polli in Asia, Oceania, Africa ed Europa».
E gli scienziati rivelano che «durante l'età del ferro in Europa, i polli erano venerati e generalmente non considerati cibo». I due nuovi studi hanno dimostrato che «molti dei primi polli sono stati sepolti da soli e non macellati, e molti si trovano anche sepolti con persone. I maschi venivano spesso seppelliti con i galli e le femmine con galline». Poi, l'impero romano ha poi contribuito a rendere popolari polli e uova come cibo. Ad esempio, in Gran Bretagna, i polli non venivano consumati regolarmente fino al III secolo d.C. e, anche allora soprattutto nei siti urbani e militari.
Il team internazionale di esperti ha analizzato i resti di polli trovati in più di 600 siti in 89 Paesi e ha esaminato gli scheletri, il luogo di sepoltura e i documenti storici riguardanti le società e le culture in cui sono state trovate le ossa. Le ossa più antiche di un pollo domestico sono state trovate a Ban Non Wat un sito risalente al neolitico nella Thailandia centrale e risalgono al 1650 - 1250 aC. Secondo Mark Maltby, della Bournemouth University, «questi studi mostrano il valore dei musei e l'importanza dei materiali archeologici per rivelare il nostro passato».
Il team di ricerca ha anche utilizzato la datazione al radiocarbonio per stabilire l'età dei primi polli trovati nell'Eurasia occidentale e nell'Africa nord-occidentale e sottolinea che «la maggior parte delle ossa erano molto più recenti di quanto si pensasse. I risultati dissipano le affermazioni sui polli in Europa prima del I millennio a.C. e indicano che non arrivarono fino all'800 a.C. circa. Poi, dopo essere arrivati nella regione del Mediterraneo, ci sono voluti quasi 1.000 anni in più perché i polli si stabilissero nei climi più freddi di Scozia, Irlanda, Scandinavia e Islanda».
Julia Best, dell'Università di Cardiff, sottolinea che «questa è la prima volta che la datazione al radiocarbonio è stata utilizzata su questa scala per determinare il significato dei polli nelle prime società. I nostri risultati dimostrano la necessità di datare direttamente i primi esemplari proposti, in quanto ciò ci consente il quadro più chiaro delle nostre prime interazioni con i polli».
Ophélie Lebrasseur, del Cnrs/Université Toulouse Paul Sabatier e dell'Instituto Nacional de Antropología y Pensamiento Latinoamericano, ha concluso: «E’ un fatto che i polli siano così onnipresenti e popolari oggi, eppure siano stati addomesticati in tempi relativamente recenti è sorprendente. La nostra ricerca mette in evidenza l'importanza di solidi confronti osteologici, di una datazione stratigrafica sicura e di collocare i primi reperti nel loro più ampio contesto culturale e ambientale».
