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Alternativa neo-contadina per combattere la crisi del sistema

Autoproduzione per non dipendere completamente dal sistema dominante e rispettare ambiente e natura
 |  Enogastronomia moda turismo

La crisi del sistema? Si combatte tornando alla terra e alla natura, tornando a essere contadini anche solo part-time. Anzi, più che contadini si dovrebbe dire neo-contadini. Il come e il perché li spiega Sergio Cabras, autore del libro L’alternativa neo-contadina, che ha provato in prima persona un’esperienza di vita a contatto con la natura, tornando all’autoproduzione e soprattutto cambiando la propria visione del mondo «per non dipendere dal sistema capitalista-consumista che sta affossando sempre più la società».

Sergio Cabras è un 55enne romano che nel 1982 ha lasciato la capitale per andare a vivere in campagna in Umbria, unendosi alle occupazioni rurali del Monte Peglia dove numerosi giovani giungevano da tutta Italia per recuperare e ripopolare terreni e casolari demaniali abbandonati. Dal 1990 vive e lavora nella sua piccola azienda agricola biologica. Nel 2014 ha pubblicato con l'editrice Eurilink il suo primo libro, Terra e futuro. L'agricoltura contadina ci salverà, premiato come secondo miglior libro nella sezione saggistica del premio Parole di terra 2015 ed è stato poi selezionato per la fase finale del Premio nazionale di divulgazione scientifica 2014. L’alternativa neo-contadina è il suo secondo libro, uscito a giugno 2017.

Cabras spiega: «Il mio lavoro nasce –con la volontà di far vedere come sia possibile essere contadini anche soltanto part-time, senza però tralasciare la coscienza civile ed ecologica. Il neo-contadino, rispetto a quello che succedeva fino a qualche decennio fa, è infatti figlio di un tempo in cui si può scegliere di essere contadini. L’impiegato, il musicista, lo scrittore, il falegname, per fare qualche esempio, possono diventare neo-contadini dedicando parte della giornata al rapporto con la terra, creandosi un proprio pezzo di orto, alcuni alberi da frutta e magari poche galline. L’importante è raggiungere un certo livello di autoproduzione che consenta da un lato di non dipendere completamente dal sistema dominante, e dall’altro di rispettare in pieno l’ambiente e la natura».

In pratica un ritorno alla “Vita nei boschi” descritta da Henry David Thoreau, filosofo e scrittore statunitense, che mette l’individuo al centro della società e non la ricchezza, il guadagno e il salario.

Cabras sottolinea che «La maggior parte delle persone pensa che di fronte alla crisi di oggi ci si debba rassegnare all'alternativa tra disoccupazione e occupazione precaria. Il vero problema è invece la dipendenza totale dallo stipendio e dal denaro: la scelta di tornare alla campagna attenua proprio questa dipendenza».

In quest’ottica L’alternativa neo-contadina rappresenta un manuale filosofico ed esistenziale per reinventare una vita contadina che possa portare oggi al vero cambiamento grazie a una concezione del lavoro diversa da quella convenzionale, partendo non solo dalla terra ma, più in generale, dalla natura. Tutto questo implica però un cambiamento profondo nella visione del mondo.

Redazione Greenreport

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