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Dal progetto Life Hortised i primi risultati ottenuti dopo 18 mesi di trattamento e ricerche

Dai sedimenti di dragaggio del porto di Livorno nascono lattughe, fragole e melagrane

Masciandaro (Ise-Cnr): «Nostro compito è dimostrare che il loro utilizzo è congeniale all’agricoltura e dal punto di vista della sicurezza alimentare»
 |  Enogastronomia moda turismo

Il progetto Life Hortised per il recupero dei sedimenti di dragaggio nei porti comincia a dare – letteralmente – i primi frutti: cespi di lattuga, fragole e melagrane stanno nascendo dai sedimenti dragati nel porto di Livorno, opportunamente trattati. Un risultato per raggiungere il quale si sono messi a lavoro (grazie al co-finanziamento della Commissione Ue, accordato nel 2015) l’Istituto per lo studio degli ecosistemi Ise-Cnr di Pisa, l’Università Miguel Hernandez di Elche (Alicante, Spagna) e due aziende vivaistiche private, con il coordinamento del dipartimento di Scienze della produzione agroalimentare e dell’ambiente (Dispaa) dell’Università di Firenze.

Il progetto nasce dall’osservazione di due dati di fatto. Da una parte lo sfruttamento della torba a fini agricoli – circa la metà di quella prodotta è indirizzata al mercato delle piante ornamentali – è in costante aumento, il che ha portato alla perdita del 70% delle aree torbiere in Europa negli ultimi 25 anni. Dall’altra, la quantità totale di sedimenti contaminati dragati in Europa è pari a circa 200 milioni  di metri cubi annui che potrebbero essere utilizzati in agricoltura cambiando le normative e le linee guida europee in campo vivaistico e agricolo.

«Nostro compito – spiega Grazia Masciandaro dell’Ise-Cnr (nella foto) – è dimostrare che questi sedimenti trattati sono congeniali all’agricoltura dal punto di vista della fertilità e della produttività agronomica e che lo sono anche dal punto di vista della sicurezza alimentare, in quanto sarà verificata l’eventuale presenza di contaminanti nella pianta e nel frutto e saranno  effettuate misure per la caratterizzazione morfologica, biochimica e sensoriale dei frutti».

Il progetto Life Hortised è teso dunque a dimostrare che dal dragaggio dei sedimenti dei corpi idrici portuali – un’attività svolta regolarmente per consentire la libera navigazione delle imbarcazioni – si possano ricavare substrati per la coltivazione nel settore del vivaismo e della frutticultura. In concreto, dell’Ise-Cnr si è concentrata sui fanghi del porto di Livorno dragati e poi trattati per un tempo pari a 18 mesi mediante l’utilizzo di sostanza organica e piante (fitotrattamento). Il sedimento fitotrattato ha caratteristiche simili ad un suolo ed è stato, pertanto, sperimentato dagli altri partecipanti al fine di produrre piantine i primi frutti. E dal punto di vista agronomico, i risultati ottenuti in campo presso l'Azienda Agricola Zelari Company in Provincia di Pistoia, il vivaio Caliplant (Murcia - Spagna) e l'Universidad Miguel Hernandes (Alicante - Spagna) sono «molto incoraggianti», con produzioni medie simili a quelle riscontrate nel terriccio commerciale puro se coltivate in una miscela con il 50 % di sedimento bonificato.

Finora non erano state individuate metodologie valide per un uso applicativo dei sedimenti dragati in agricoltura, e quello raggiunto da Life Hortised è dunque un primo importante traguardo. Ora il lavoro continuerà, con i ricercatori chiamati ad elaborare linee guida per l’utilizzo sicuro e sostenibile dei sedimenti come componenti dei substrati delle coltivazioni orticole, ma insieme alla scienza è chiamata a intervenire anche la legislazione; la normativa comunitaria vigente non è chiara sulla possibilità di utilizzare i sedimenti dragati trattati come sottoprodotti in agricoltura – chiariva la presentazione del progetto Life Hortised del 2015 – e i paesi europei si affidano a loro legislazione nazionale quadro o alle disposizioni delle autorità locali.

L. A. 

Redazione Greenreport

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