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Agromafie in Toscana: confiscati 170 immobili, 28 aziende sequestrate

Pistoia e Grosseto tra i Comuni col più alto indice di criminalità
 |  Enogastronomia moda turismo

Secondo l’Indice di organizzazione criminale (Ioc) elaborato dall’Eurispes nell’ambito del quarto Rapporto agromafie, insieme a Coldiretti e Osservatorio su criminalità agroalimentare, in Toscana alla criminalità organizzata nel solo nell'ultimo annp sono stati confiscati 170 immobili e sequestrate 28 aziende.

Nella classifica dei territori toscani dove l’intensità dell’associazionismo criminale è più elevata  svetta Pistoia (al 39esimo posto nazionale), seguita  Grosseto (50°), poi da Prato (57), Arezzo (58), Livorno (64), Firenze (70), Pisa (73) e Lucca (78), che si trovano nella fascia “medio bassa”. Massa Carrara, (82°) e Siena, (83) sono invece nella parte bassa della classifica. Un indice, lo Ioc, che si basa su 29 indicatori specifici e rappresenta la diffusione e l’intensità, in una data provincia, del fenomeno dell’associazionismo criminale, in considerazione delle caratteristiche intrinseche alla provincia stessa e di conseguenza sia di eventi criminali denunciati sia di fattori economici e sociali.

Secondo Coldiretti, «l’associazione a delinque di stampo mafioso e camorristico, il concorso in associazione mafiosa, la truffa estorsione, il riciclaggio (money dirtying) e l'illecita concorrenza sono le tipologie di illeciti riscontrate con più frequenza da parte delle organizzazioni criminali operanti nel settore agroalimentari, con il business delle agromafie che superato i 16 miliardi di euro nel 2016. Per raggiungere il loro obiettivo i clan e le associazioni criminali organizzate ricorrono ad ogni forma possibile di reato, dall’usura al racket estorsivo, dall’abigeato alle macellazioni clandestine ai furti fino alla lievitazione dei prezzi di frutta e verdura fino a 4 volte nella filiera che va da produttore al consumatore fino alle infiltrazione nel settore del trasporti e della logistica». In base ai sequestri effettuati dai Nas nel 2015, in cima alla black list dei settori più colpiti dalle frodi  ci sono ristorazione, carne, farine, pane e pasta.

Il rapporto evidenzia che «dei 170 immobili confiscati al 30 settembre che proiettano la Toscana al dodicesimo posto (1%), 40 sono gli immobili destinati, 128 in gestione totale e 2 usciti dalla gestione. Per quanto riguarda le aziende si contano 40 beni destinati, 16 in gestione e 11 usciti dalla gestione».

Tulio Marcelli, presidente Coldiretti Toscana, conclude: «La criminalità organizzata che opera nelle campagne incide più a fondo nei beni e nella libertà delle persone, perché a differenza della criminalità urbana può contare su un tessuto sociale e su condizioni di isolamento degli operatori e di mancanza di presidi di polizia immediatamente raggiungibili ed attivabili. Si tratta dunque di lavorare per il superamento della situazione di solitudine invertendo la tendenza allo smantellamento dei presidi e delle forze di sicurezza presenti sul territorio, ma anche incentivando il ruolo delle associazioni di rappresentanza attraverso il confronto e la concertazione con la Pubblica amministrazione, perché la mancanza di dialogo costituisce un indubbio fattore critico nell'azione di repressione della criminalità».

Redazione Greenreport

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