Skip to main content

Resistenza agli antibiotici, Fao: una sfida internazionale per uomini, animali e agricoltura

La resistenza antimicrobica è più forte tra gli animali degli allevamenti intensivi
 |  Enogastronomia moda turismo

La resistenza agli antibiotici ( Antimicrobial resistance - AMR) è «Una minaccia mergente che pesa sulla salute pubblica e necessita di uno sforzo coordinato a livello mondiale per lottare contro i rischi che rappresenta per la sicurezza alimentare», lo ha detto la direttrice generale aggiunta della Fao, Maria Helena Semedo, intervenendo al summit dei ministri europei della salute e dell’agricoltura tenutosi recentemente a Amsterdam su iniziativa della presidenza di turno olandese dell’Unione europea.

La resistenza agli antibiotici è la capacità di alcuni organismi, spesso dei batteri, ma anche funghi e parassiti, di adattarsi ai medicinali prodotti per eliminarli. Un utilizzo che non si limita agli esseri umani e alle specie animali: per esempio, l'Oxitetraciclina, un antibiotico comune, viene utilizzato per gli aranci come sostituto dei pesticidi. L’utilizzo eccessivo ed abusivo degli antibiotici e di altri agenti antimicrobici favorisce la crescente resistenza dei microbi che causano infezioni e malattie a questi farmaci che dovrebbero combatterli, minacciando così di vanificare un secolo di progressi in materia di salute umana e animale.

La Semedo ha detto ai ministri europei: «Dobbiamo contribuire alla salvaguardia dei medicinali in grado di salvare delle vite. A parte le considerazioni relative alla salute umana, l’emergenza dei microbi resistenti agli antibiotici e ad altri prodotti farmaceutici mette a rischio non solo la salute animale ma anche, per via delle conseguenze, i mezzi di sussistenza rurali e la sicurezza alimentare. La AMR è una minaccia mondiale che, in un mondo sempre più interconnesso, non può essere risolta unicamente in Europa». Nel 2015, la Conferenza della Fao aveva chiesto un’azione urgente a livello internazionale e dei singoli Paesi per rispondere alla minaccia crescente dei patogeni resistenti ai medicinali nelle filiere della produzione alimentare terrestri ed acquatiche e fa notare che «Mentre la resistenza si sviluppa nel quadro dell’adattamento naturale, è esacerbata dall’utilizzo inappropriato dei prodotti farmaceutici. Notiamo ance che la prevalenza della resistenza antimicrobica nel settore agricolo è generalmente più forte tra le specie animali allevate nei sistemi di produzione intensiva».

Ma le sfide maggiori sono rappresentate dalla gestione delle malattie, dal cambiamento climatico, dall’urbanizzazione e dall’intensificazione della produzione alimentare per rispondere ai bisogni di una popolazione mondiale in crescita, che raggiungerà i 10 miliardi di persone entro il 2050.

La Semedo. ha evidenziato che «Devono essere trovate delle soluzioni per l’AMR. Come possiamo eliminare la fame o migliorare la sostenibilità quando non possiamo curare gli animali malati? Come possiamo ridurre la povertà quando i medicinali somministrati ai lavoratori agricoli malati e alle loro famiglie non fanno più effetto?»

Per contribuire alla lotta contro la RAM e realizzare I suoi obiettivi strategici fondamentali – fame e povertà rurale, agricoltura sostenibile e mezzi di sussistenza più resilienti – la Fao si è impegnata su diversi fronti: lavora in stretta collaborazione con l’Organizzazione mondiale della sanità e la World Organization for Animal Healt (che hanno partecipato alla Conferenza di Amsterdam) e anche a livello mondiale attraverso le direttive della salubrità alimentare del Codex Alimentarius e dei sui programmi sul campo mirati in decine di Paesi in 4 continenti.

La Semedo  si è complimentata per l’interesse dell’Unione europea per la RAM e con l’Olanda per essere riuscita a ridurre negli ultimi anni di circa il 60% la quantità di medicinali utilizzati negli allevamenti, ma ha fatto notare che «Per noi la vera sfida è quella di  trasferire questi sforzi  nei Paesi poveri che ne hanno bisogno. I rischi legati alla resistenza agli antimicrobici sembrano particolarmente elevati nei Paesi in cui la legislazione, la vigilanza , la prevenzione e il controllo sono deboli o inadeguati».

Sono la globalizzazione delle merci e la velocità degli spostamenti che favoriscono la resistenza agli antibiotici: «Un organismo RAM in un Paese potrebbe ritrovarsi in qualche ora in un altro Paese – dice la Fao -  Quindi, tutti i Paesi possono trarre dei vantaggi dall’investimento nella sensibilizzazione sulla RAM, dal rafforzamento dei loro sistemi si salute pubblica e veterinaria e dal miglioramento dell’igiene lungo la catena produttiva, per assicurare la sicurezza alimentare nei mercati».

Anche se la Fao favorisce la regolamentazione, le misure di controllo dei medicinali e la riduzione del loro utilizzo, «è cosciente che numerosi piccoli contadini ed allevatori rurali sono spesso messi di fronte a scelte economiche difficili quando i medicinali contraffatti circolano sempre più liberamente».  Grandi miglioramenti in materia di igiene, prevenzione delle malattie, vigilanza veterinaria, e diagnostiche precise e accessibili, così come un’alimentazione di qualità per migliorare la salute degli animali da allevamento e dei pesci sono fattori essenziali per ridurre l’utilizzo eccessivo di antibiotici.

7 malattie umane su 10 scoperte di recente sono di origine animale e la Semedo ha concluso ricordando «il ruolo centrale delle pratiche agricole e delle filiere alimentari per contenere la RAM, rafforzando allo stesso tempo l’impegno della Fao rispetto all’approccio “Una sola salute”, che comprende il benessere degli esseri umani, degli animali e dell’ambiente. La Fao occupa una posizione ideale che le permette di contribuire agli sforzi internazionali per far fronte alla RAM».

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.