Afflusso di turisti e gestione dei rifiuti urbani: la sfida che impegna le estati dei Comuni italiani
Già lo scorso anno il turismo in Italia aveva fatto registrare una stagione record, raggiungendo e superando i livelli pre-Covid con oltre 134 milioni di arrivi e 451 milioni di presenze negli esercizi ricettivi. Secondo le rilevazioni di Istat e ministero del Turismo, i cui risultati sono stati diffusi a inizio giugno, ciò ha significato un importante traino per l’economia italiana. E anche i segnali che arrivano da questo inizio d’estate fanno ben sperare. Almeno, dal punto di vista economico. Già, perché poi c’è anche un punto di vista ambientale, di cui si deve tener conto. E, su questo fronte, c’è una voce particolare a cui bisogna fare molta attenzione: quella relativa alla gestione dei rifiuti urbani.
Secondo un’analisi condotta dall’Ispra relativamente a un anno meno impattante del 2023 dal punto di vista dell’afflusso turistico, il 2022, l’incidenza della produzione urbana di rifiuti dovuta alle nuove presenze stagionali si attesa a quasi 10 chilogrammi per abitante. Ma questo dato, per quanto significativo, corrisponde soltanto a una cifra media. Ci sono infatti Comuni e Regioni di non grande estensione e scarsamente popolati nei mesi non compresi nella stagione turistica che arrivano a produzioni anche cinque volte superiori. Un caso per tutti, il Trentino Alto Adige, dove l’impatto del turismo sui rifiuti arriva fino a 58 chilogrammi per abitante.
Il problema è che la gestione di questo incremento di rifiuti provoca un peggioramento delle capacità, soprattutto nei piccoli centri scarsamente popolati nei mesi inverrnali, di continuare a garantire un’adeguata raccolta e un efficace smaltimento della differenziata. Un altro esempio per tutti, il lago di Garda. La multiutility che gestisce il servizio di igiene urbana, Garda Uno, fa sapere analizzando i dati sempre del 2022 che «a febbraio si producono 43 Kg di rifiuti al mese per ogni abitante e la differenziata media è del 79%, mentre ad agosto – con il picco turistico – si sale a 64 Kg/abitante/mese e, non a caso, la quota di differenziata scende al 71,6%».
Le soluzioni per far fronte a questo problema vengono adottate per tempo dai Comuni a più alto valore turistico con il potenziamento del servizio porta a porta, l’apertura straordinaria delle isole ecologiche e l’introduzione di postazioni mobili di raccolta. E anche le attività di comunicazione posso giocare un ruolo importante, in questi contesti. Campagne informative mirate possono aiutare a non far abbassare la quota di raccolta differenziata nonostante il complessivo aumento dei rifiuti urbani. E molti Comuni già da maggio hanno avviato campagne comunicative multilingue per rivolgersi direttamente ai tanti stranieri attratti dal Belpaese. Uno dei dati emersi dall’indagine condotta da Istat e ministero del Turismo riguarda infatti proprio loro: nel 2023 la componente estera ha superato quella degli italiani e si è attestata sul 52,4% delle presenze negli esercizi ricettivi. Un dato di cui, anche nelle campagne informative, non si può non tener conto.
Un importante supporto arriva anche dalla tecnologia. Ad esempio con l’app multilingue Juncker è possibile mettere tutti gli utenti – permanenti o temporanei che siano – in condizione di avere accesso alle stesse informazioni, sempre aggiornate e geolocalizzate, dunque corrette secondo le regole della raccolta differenziata del Comune in cui ci si trova: quando si va in vacanza, è sufficiente cambiare Comune e le indicazioni in app saranno automaticamente aggiornate.