
Drill, baby, drill! I media italiani mainstream si piegano alla retorica del presidente Trump

Come vengono raccontate sui principali canali media italiani le (dis)avventure del nuovo presidente statunitense, Donald Trump, che a colpi di ordini esecutivi sta tentando di smantellare tanto l’ambientalismo quanto lo Stato di diritto a stelle e strisce? A rispondere è il nuovo rapporto realizzato dall’Osservatorio di Pavia su commissione di Greenpeace, che prende in esame la seconda di metà di gennaio attraverso analizza le reazioni alle dichiarazioni e alle politiche sul clima riportate dai più diffusi quotidiani nazionali, dalle edizioni serali dei Tg delle reti Rai, Mediaset e La7, e pubblicate sulle pagine Facebook dei principali partiti ed esponenti politici.
«Sebbene sui principali media italiani non siano stati rilevati endorsement espliciti alle politiche e alle dichiarazioni del presidente Usa sul clima, emerge al contempo una narrazione mediatica che guarda con simpatia allo smantellamento trumpiano e propone di riconsiderare le politiche climatiche Ue, evidenziando i possibili benefici del modello economico statunitense – spiega Federico Spadini di Greenpeace Italia – Il rapporto evidenzia soprattutto la perdita di attenzione specifica al tema delle politiche climatiche, che accomuna gran parte dell’informazione mainstream, e la scarsa presenza della voce della scienza ne è una dimostrazione. Questo non permette, però, ai cittadini di ricevere un’informazione completa e accurata per comprendere la portata delle conseguenze di scelte cruciali per il futuro di tutti noi».
Nel complesso, circa la metà delle notizie sul tema (il 43% degli articoli e il 48% dei servizi dei telegiornali) non contiene alcuna reazione, né positiva né negativa, alle dichiarazioni sul clima di Trump e si limita a riportare i fatti nel flusso del racconto dei molti executive order (ordini esecutivi) firmati dal presidente e delle sue dichiarazioni rilasciate a ritmo continuo. In 108 tra articoli e servizi, la voce della scienza a commento delle posizioni del presidente Usa trova spazio solo quattro volte, mentre molto più frequenti sono gli interventi di esponenti del mondo della politica e della geopolitica, con 21 occorrenze, e della sfera economica, con 15 occorrenze. Tra le misure e le dichiarazioni sulle politiche climatico-energetiche più citate, ci sono quelle correlate al ritiro degli Stati Uniti dagli Accordi di Parigi e la partecipazione di Trump al World economic forum di Davos.
Dall’analisi dei post Facebook, dove il partito di gran lunga più attivo e portatore di argomenti pro-Trump è la Lega, emergono più distintamente alcuni temi-chiave ricorrenti a favore delle nuove energetiche statunitensi, che rilanciano lo sfruttamento dei combustibili fossili: tra questi, l’opposizione al Green deal europeo descritto come progetto ideologico, la critica alle restrizioni Ue e ai costi delle politiche ambientali, Trump come modello di difesa dell’interesse nazionale e dell’autonomia energetica.
