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Dal Mediterraneo al Mar Nero continua l’estrazione di gas fossile, contro la scienza del clima

Abdulhamid Han, la più importante nave da perforazione turca, ha iniziato i lavori nel pozzo Amasra-4
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La più avanzata nave da perforazione della Turchia, la Abdulhamid Han, ha appena iniziato la sua prima operazione di perforazione nel pozzo Amasra-4, collocato nel Mar Nero. A darne l’annuncio è stato il ministro dell'Energia del governo presieduto da Tayyip Erdogan, Alparslan Bayraktar, aggiungendo inoltre che questa nuova impresa estrattiva di gas naturale si va ad aggiungere agli sforzi del governo turco per aumentare la produzione di gas naturale.

Occorre richiamare il fatto che la Turchia scoprì un nuovo giacimento di gas naturale nel Mar Nero meridionale, stimato in circa 135 miliardi di metri cubi, e l’area della scoperta venne battezzata Amasra. 

Le attività di perforazione della “Drilling Ship” Abdülhamid Han, che ricordiamolo, è la più grande nave da perforazione battente bandiera turca, lunga 238 mt e larga 44 mt e avente un pescaggio di 17,1 mt, sono previste durare circa 30 giorni, così ha affermato il ministro Bayraktar in un'intervista rilasciata all'emittente privata Cnn Türk.

Secondo l’ottica di transizione energetica che, almeno in teoria, tutti gli Stati occidentali (la Turchia, a ben ragione, può esservi annoverata) asseriscono di voler realizzare nel medio periodo, dovrebbero essere privilegiati e sostenuti, anche finanziariamente, tutti quei sistemi che producono energia utilizzando fonti rinnovabili e, in ragione di tale principio, non si capisce perché ancora si continua a riservare attenzione ed interesse ai sistemi di produzione tradizionali: la produzione energetica da fonti fossili come il metano porta alla conseguente immissione in atmosfera di quantitativi di CO2, che sono ritenuti dalla scienza uno dei principali fattori dei cambiamenti climatici cui assistiamo ormai in continuazione, spesso impauriti dalla loro devastante portata.

Anche da noi, nel Mediterraneo, i segnali di ripresa relativi alla ricerca di giacimenti di gas e della conseguente attività estrattiva sembrano di imminente attuazione e, tutto questo, oltre che ad avere possibili ripercussioni sui sistemi di produzione con fonti rinnovabili (come sole e vento), possono ingenerare possibili confusione e disorientamento negli investitori ai quali verrebbe meno la certezza del risultato per i loro investimenti – si pensi a quelli ingentissimi legati agli impianti eolici offshore – nel settore delle rinnovabili.

Aurelio Caligiore, Ammiraglio Ispettore del Corpo della Guardia Costiera

Da oltre trent’anni Ufficiale della Marina Militare del Corpo della Guardia Costiera, l’Ammiraglio Ispettore Aurelio Caligiore è da sempre impegnato in attività legate alla tutela dell’ambiente. Nell’ultimo decennio è stato Capo del Reparto ambientale marino delle Capitanerie di Porto (RAM) presso il ministero dell’Ambiente. Attualmente è Commissario presso la Commissione Pnrr-Pniec del ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica (Mase).